Elisioni e troncamenti... psiche e corpo squartati e sventrati per ricostruirsi nel cantiere culturale, sociale e personale, aperto stasera da Maria Laterza al MIIT di Torino
Consentito l'accesso ai non addetti. Entrando nel Cantiere in allestimento - a cura di Francesco De Bartolomeis - della mostra al MIIT di Torino, affacciato sul lungopo Cairoli, a pochi passi dai Murazzi, sembra di sprofondare praticamente nelle sventrate viscere terrene dell'anima e del corpo sociale, virtuale, oltre che materiale, psicofisico e individuale - ovverosia universale - dell'artista, della donna. In-carne-ed-ossa.
Allettati all'allestimento allusivo, allitterato, originale, gli spettatori si sentono protagonisti, complici, così impressionati, quasi risucchiati e immersi nel gorgo della betoniera, nella concretezza del cemento con cui si calcificano le vertebre, si costruiscono gli organi, i tendini, le cartilagini, le vene e le arterie...
Nel plastico illustrativo ed esplicativo - anch'esso un'opera in esposizione, se si vuole, autoreferenziale eppure avulsa, a sé, in quella sua metaforica metonimia di contenitore contenuto ad infinitum, in barba al "rasoio di Occam", alle regole di Russell e al paradosso gödeliano - risulta, riesce in qualche modo incluso il visitatore stesso, insieme all'autrice dei lavori (mai termine fu più appropriato), sempre in corso e frutto di uno sforzo pluriennale di riflessiva concezione, gestazione e maieutica travagliata generazione o produzione, meticolosamente meditata, ripensata, rimuginata in un ispirato silenzio.
Semplicemente complesse: forse con addentellati a Bacon, le installazioni (o "sistemi simbolici bio-logici") a disegno e pittura, collage e assemblaggio, manuali e mentali (non cervellotiche), tormentate, intense intersezioni angolari di elementi e linee cromatiche vivide, brillanti, contrastate, simili a ramificazioni del sistema cardiocircolatorio o spinale, fibre muscolari, sinapsi neuronali o informatiche, con connotati prevalentemente femminili, affiancate, riassunte e contestualmente reinterpretate da un video di Rita Margaria, nonché in colloquio con stampe e proiezioni d'immagini tratte da suggestivi scatti fotografici che rappresentano pertinenti prospettive di ponteggi, impalcature, travi e reti su edifici in ristrutturazione, quasi a ricordare fabbriche abbandonate, giganteschi rugginosi scheletri di dinosauri metallici dell'era paleoindustriale in squartati quartieri periferici, ebbene tutti questi pezzi, esibiti in un circuito articolato fra differenti ambienti, separati da soglie a frange dell'usuale nastro bicolore bianco-rosso, introducono appunto nell'intima, sofferta tribolazione dell'essere-umano contemporaneo, continuamente fram-men-ta-to e rabberciato, tra rumore o chiasso dell'eccessivo bombardamento multimediatico ipercomunicativo (tema già affrontato nella precedente personale Ma io cosa c'entro, che nel 2012 inaugurò lo spazio del Museo diretto da Guido Folco) e assoluto isolamento. O solitudine.
Evocate dal chiaroscuro dialettico d'inconscio ed intelletto, ragione e istinto, quindi aperte e "date alla luce" tramite il cesareo bisturi del pennello, in tale metamorfosi somatica - acefala, scorticata - le membra raffigurate dall'interno esternano l'afflato liberatorio che supera il dolore della violenza e della malattia per giungere alla guarigione creativa, alla rinascita.
Ecco lo spirito di Maria Ausiliatrice Laterza De Federicis. Mimi, per gli amici.
(e.s.l.)
Maria Laterza
"Cantiere"
Mostra personale
Video di Rita Margaria
a cura di Francesco De Bartolomeis
Dall'8 al 16 aprile 2016
Inaugurazione
venerdì 8 aprile - ore 18,00
Orario: dal martedì al sabato
dalle 15,30 alle 19,30
MIIT
Museo Internazionale Italia Arte
diretto da Guido Folco
C.so Cairoli, 4 – Torino
Info: 011-8129776
info@museomiit.it
Nelle immagini a corredo del testo
il particolare di un'opera di Maria Laterza (sotto il titolo dell'articolo)
e (nello spazio tra i paragrafi) due vedute del plastico della mostra "Cantiere" al MIIT di Torino
foto © aut./M.Laterza/MIIT
© MIIT - Museo Internazionale Arte Italia
link al precedente articolo Scatti di donna (al lavoro)
relativo alla mostra fotografico-documentaria Lavoro dunque sono?
al Museo Casa del Conte Verde di Rivoli (To) :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.scattididonna
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Articolo pubblicato il 08/04/2016