Giovanni Jacod: Un cuore azzurro per gli alpini

Di Alessandro Mella

Furono tanti i giovani che, nella Grande Guerra, meritarono di decorare con l’azzurro del valore militare il proprio petto. Molti, purtroppo, alla memoria dopo aver sacrificato la propria vita in combattimento. Di uno di questi racconteremo l’eroica epopea.

Giovanni Jacod nacque a Mondovì, nel cuneese, il 20 agosto del 1891 figlio di un ufficiale dell’esercito regio e di Maria Luisa Salvetti. Fu un buon studente ed un ragazzo di animo solido. Quando venne il momento si accorse di voler seguire le orme paterne per diventare a sua volta ufficiale di carriera.

Ebbe, al termine del corso ufficiali, la nomina a sottotenente in servizio permanente, inquadrato nel 3° alpini, nel 1911 ai tempi della guerra italo-turca per la sovranità sulla Tripolitania e la Cirenaica. (1)

In quel conflitto si batté con coraggio e determinazione al punto da vedersi concedere, nel 1913, una medaglia di bronzo al valore militare con questa motivazione:

Sotto vivo fuoco nemico faceva trainare a braccia dal proprio plotone un pezzo d’artiglieria turca, portandolo alle trincee con gravi difficoltà, dando efficace esempio di calma ed arditezza. Messri 8 novembre 1911. (2)

Promosso tenente egli rientrò in patria appena in tempo per trovarsi coinvolto in un’altra guerra. Le tensioni che ormai covavano da tempo in tutta Europa avevano condotto le nazioni al conflitto scatenatosi nel 1914 e l’anno dopo il Regno d’Italia aveva rotto gli indugi finendo per muoversi e mobilitarsi contro l’Austria al fine di liberare le provincie ancora poste sotto il giogo asburgico. Anche il nostro Giovanni partì per il fronte con le sue fiamme verdi al bavero.

Purtroppo, egli non ebbe modo di veder consacrato il sogno di tanti patrioti perché, disgraziatamente, morì nelle primissime settimane del conflitto. Accade nel giugno 1915 a Cima Vallona, faticosamente conquistata dagli alpini, travolta dal fuoco nemico contro le posizioni italiana che ivi si erano stabilite per tenere le linee.

Al comando di un reparto di mitraglieri aggregato ad un reparto alpino, mentre comandava i suoi soldati, fu colpito da un proiettile a frammentazione sparato dalle artiglierie austriache. Morì quasi subito tra le braccia del fratello che gli combatteva accanto:

Altro figlio della nostra Mondovì ha pagato sul campo di battaglia il tributo del soldato per l’onore e la grandezza della patria, il Tenente del 3° Reggimento Alpini Giovanni Jacod. Nato a Mondovì - Piazza il 20 agosto 1891, compiuti gli studi, abbracciava con speciale predilezione la carriera militare e, poco dopo aver conseguita la promozione ad ufficiale, di propria elezione salpava per la Libia, ove ebbe a distinguersi in vari fatti d’armi, riportandone onorevole menzione.

Ritornato in Italia pieno di entusiasmo, moveva col proprio reparto per la frontiera ove lo attendeva la fine del prode. Al fratello minore, Alberto, sottotenente di artiglieria in una batteria da montagna, pur esso in prima linea, era riservato il doloroso compito di raccoglierne l’ultimo sospiro e dare, primo, il triste annunzio alla famiglia.

Ecco con quali parole il padre, Tenente Colonnello del 3° Reggimento Alpini, e la madre, Maria Luisa Salvetti, partecipano angosciali la perdita del loro diletto figlio: In terra redenta, il giorno 13 giugno, alte ore 10, nel fervore del combattimento, colpito da granata nemica, compiendo tutto il suo dovere, cadeva fulminato il tenente Giovanni Jacod, comandante la sezione mitragliatrici del Battaglione alpini Fenestrelle.

Sia pace all’anima del prode, ed agli afflitti genitori, al fratello, alla sorella, agli zii Francesco, Luigi, Enrico, Battista e Pietro, i due ultimi residenti fra noi giungano le nostre calde espressioni di condoglianza. (3)

Nel mese di novembre, con Decreto Luogotenenziale 7 novembre 1915, fu decorato di medaglia d’argento al valor militare alla memoria con questa motivazione:

Comandante di una sezione mitragliatrici, concorreva efficacemente a respingere tre attacchi notturni operati da preponderanti forze avversarie contro una posizione da poco riconquistata. Cadeva fulminato, il mattino successivo, da uno shrapnel scoppiato nelle trincee così validamente difese. (4)

I suoi resti mortali furono inumati, temporaneamente, in un cimitero di guerra a Santo Stefano di Cadore nel bellunese.

Qui restarono qualche tempo finché un giorno del 1924 un treno giunse, dal lontano nordest, carico di feretri avvolti dal tricolore sabaudo.

Tra loro anche il nostro ufficiale restituito alla sua famiglia dopo aver perduto la vita da eroe al fronte. (5)

Aveva ventiquattro anni ed una vita davanti, Giovanni, quando i pallettoni delle bombe austriache lo stroncarono nella trincea.

Fu uno dei tanti ragazzi che molto avrebbero potuto dare al loro paese se la furia della guerra non li avesse prematuramente portati via. Strappati alla vita, alle famiglie ed alle loro contrade. Ricordarli, quindi, è un dovere da onorare sempre. Anche lui, anche il giovane tenente Jacod medaglia d’argento e di bronzo al valore militare.

Alessandro Mella

NOTE

1) Regio Decreto 17 settembre 1911, Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 41, 23 settembre 1911, p. 745.

2) Archivio Istituto del Nastro Azzurro tra Decorati al Valor Militare.

3) L’Unione Monregalese, 52, Anno XVIII, 1° luglio 1915, p. 3.

4) Degni delle Glorie dei Nostri Avi, Volume I 1915, Pierluigi Scolè a cura di, p. 81.

5) Gazzetta di Mondovì, 79, Anno LVI, 4 ottobre 1924, p. 2.

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Articolo pubblicato il 27/03/2023