L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Pandoratura

Seppur già passato lo stucchevole carosello consumistico natalizio, la stagionale influenza “caritatevole” della ferragnatela internautica irretisce e distrae tuttora il pinocchiesco Belpaesello del Balocco

Buon Natale!

No, non è un clamoroso errore di data nella pubblicazione di questo editoriale, né sintomo di patologica sindrome anacronistica dell’autore.

Ben dopo lo stucchevole e scocciante carosello consumistico di Santa Claus, le (dis)onorevoli scoppiettanti pistolettate capodannose e gli spumeggianti brindisi col Giambrunello di Montecitorio, o astronomiche esorbitanti spaghettate spaziali, passata da molto l’amarognola ramazzata carbonica dell’infestante Befana inflazionistica e con le glassate colombe pasquali – poco pacifiche – che già si scorgono in volo radente all’orizzonte (o sono dei mig?!?), il carnascialesco Belpaesello dello Stivaletto nostro ancora si balocca col vezzoso pandoro (vasetto di pandoro!) “pelosamente caritatevole” della pinocchiesca sbugiardata ferragnatela internautica, mentre là fuori, ai quattro angoli del “terraqueo” teatro strategico globale, va in scena la tragica farsa distopica spez-zet-ta-ta della Guerra di tutti contro tutti d’hobbesiana memoria (per noi smemorati storici in-umani): dall’Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al reno, dall’uno all’altro mar, dall’Ucraina al Medioriente, dalla Libia allo Yemen e al canale di Suez, in attesa  che il Dragone mandarino del celeste Imperatore Xi approfitti del caos bellico endemico (da lui favorito) per impossessarsi della formosa Taiwan, e giù giù sino ai sovvenzionati e sobillati agricoltori europei che indisturbati ricoprono di me…lma le sedi istituzionali dell’Ue (ahi, povera Ursula!) e – peggio degli ecovandalidivellono statue bronzee da aulici monumenti di Bruxelles, nessuno si salva.

A circa un secolo dall’affermarsi delle dittature comuniste e naziste e dalla conseguente catastrofe del Secondo Conflitto Mondiale, i ricorsi vichiani ci ripropongono – mutatis mutandis – condizioni dannatamente simili a quell’oscuro periodo (quantunque chiamiamo eufemisticamente “democratori” i tirannici leader sparsi in ognidove, dall’illuminato sultano Erdogan al placido zarino Ras-Putin, al missilistico despotino coreano Kim, che… ha rot/to il raz/zo!), avvicinandoci rapidamente all’orlo del baratro, coll’incombente pericolo di piombare nell’abisso infernale della riscaldante apocalisse termonucleare o climatica.

Nel frattempo, in merito all’asserita e rivendicatalibertà di stampa”, a fronte di giornalisti assassinati, sparati (la russa Politkovskaja) o s-mem-bra-ti (l’arabo saudita Kashoggi, sgradito a Sua Altezza Mohammad bin Salman), ovvero imprigionati ed estradati (l’australiano Assange, del quale, nel tramontante Occidente, manco si parla più), qui in Esperia dobbiamo accontentarci dell’atteggiamento simpaticamente sprezzante e tamarro delle fascinose sorelline italiche, agiate inquiline di Palazzo Chigi, e dei loro congiunti e familiari stretti, protagonisti di accaniti attacchi e scornate alle sinistre testate sciccose degli Elkagnelli (lussuosi ospiti del paradisiaco eden fiscale olandese), lasciando al “bavaglino legale” del “nodino nordiano” il nobile compito “garantista” di censurare gli eccessi divulgativi su palesi porcate politiche, oggetto di indagini della magistratura; sarà sempre consentito invece salutare romanamente – caratteristica usanza folkloristica trasteverina –, col tipico gesto littorio del braccino ritto levato, rivestito di ruvido camiciotto nerofumo.

Sembrerebbe poi (non vogliamo crederci) che i concittadini peninsulari all’estero siano tutelati dalla Farnesina solo se si presume abbiano votato per destrorsi partiti governativi: diversamente, rischiano di essere arrestati, rinchiusi in cella con ratti e cimici e tradotti in ceppi e catene nell’aula del tribunale (roba indegna di Hannibal Lecter, da imbarazzare Torquemada!), nonché denigrati in patria; non si comprende perché mai il lungimirante premier della cattolicissima Ungheria, orba di tanto spiro, aborrisca così visceralmente gli immigrati musulmani, quando ne sposa in pieno i precetti etici e i canoni normativi di (in)civiltà giuridica, splendidamente esemplificati dalla milizia morale iraniana

Insomma, “fortunata la terra che non abbisogna di eroine” (per parafrasare il celebre monito del Galileo di Brecht).

Eppure l’apparentemente frivola curiosità, invidiosamente morbosettaintorno allo spinoso caso pseudo-filantropico-commerciale – o pietoso raggiro? – della non stagionata influenzatrice "wannamarchiana" di webeti, chiarissima mogliettina del pluritatuato rapper Fedez, non si limita ad irretire le masse e distrarre virtualmente dalla dura realtà il popolino bovino vaccinato (a proposito di allevatori…), ma fotografa icasticamente ed incarna fisicamente la faccia o facciata sfacciata (facebook) del presente funzionamento asocialmente social della Société du Spectacle debordante: senza necessità di impiantarsi nel cervellino demente l’artifintelligente microchip cibernetico del marziano Alielon (Elon l’alieno), tramite cui comandare i vari device digitali – ed esserne asservito –, il follower (ossia seguace), mero numero tra milioni di “like”, insignificante signor nessuno del gregge di pecoroni da tosare o della mandria di bufale boccalone, spegne il raziocinio critico e abbandona al vantato prestigio del personaggio famoso le sue scelte di acquisto e di vita, cedendogli la propria profilazione e convertendosi in merce preziosa per i Giganti tecnologici americani e cinesi che ci domano e dominano; idem per i candidati su cui puntare alle elezioni o le idee e gli ideali da discernere in un referendum (il bannato Bannon docet).

Peccato che spesso lo stregato Pifferaio del diavolo ipnotizzi e trascini alla rovina gli stolti abitanti dell’azzurrognolo pianetucolo che inquiniamo ad libitum e continuiamo a devastare e distruggere!…

Adesso, però, bando ai noiosi sermoni quaresimali! In fondo, cantava Mary Poppins, per ingoiare la pillola (avvelenata) basta spruzzarci un pizzico di zucchero-a-velo rosaceo.

L’impalpabile.

 

Enrico S. Laterza

 

 

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Articolo pubblicato il 04/02/2024