Incontro Leon, artista torinese, dopo esser riuscito a rintracciarlo grazie ad alcuni amici che, saputo del mio voler conoscere artisti eclettici, mi hanno condotto da lui. Uno dei motivi per cui gli o chiesto un incontro, è stata la curiosità di conoscere la realtà dell'ambiente Templare torinese. Leon, mi è stato detto, sa qualcosa, chiedi a lui. E' un ragazzo giovane la cui attività artistica si è già resa manifesta attraverso varie rassegne dedicate. Alto,chioma e barba nera, lo riconosco subito nel locale del centro di Torino, dove ci siamo dati l'appuntamento. Non devo fare troppe domande; quando gli chiedo di raccontarmi qualcosa di se, comincia a parlare con la velocità di un fiume in piena.
Il suo vero nome è Francesco Lorusso, in arte León. Ha iniziato la carriera artistica precocemente, fin da quando suo padre gli aveva insegnato a manipolare il gesso e l'intonaco, esperienze di giovane apprendista che sono risultate fondamentali per poter conoscere le tecniche raffinate della scultura di statue che, ci tiene a precisare, sono difficili da realizzare con il gesso, un materiale assai delicato per cui è doverosa un'attenzione particolare. A questo lavoro è particolarmente legato, anche per il valore di continuità avvertito nei confronti del padre, il suo primo Maestro.
"I genitori sono fondamentali per la crescita dell'individuo", mi dice convinto, " grazie a loro sono riuscito a imboccare una strada, un cammino su cui ho incontrato anche altri maestri lungo il percorso. Questi mi hanno insegnato le malizie del mestiere, che mestiere non è, ma passione che si rinnova giorno dopo giorno. Man mano che progredivo, ho iniziato a partecipare a mostre collettive ad esempio con il maestro Marco Sannino, pittore di esperienza cinquantennale, cui devo molto. Una persona artisticamente assai dotata, con cui ho condiviso un lungo tratto del mio percorso".
"La mia progressione artistica è stata favorita proprio dagli incontri; ho cominciato come "operatore del proprio ingegno" una qualifica ottenuta dal Comune di Torino, che mi aveva dato a suo tempo la fortuna di esporre le mie opere nel centro della città. Questo fu il mio esordio a contatto con il pubblico, ricordo che l'avevo trovato molto divertente quando avvenne, circa una decina di anni fa. Adesso ho 36 anni; da quel passaggio ho iniziato a farmi conoscere passando ad occuparmi di scenografia, dedicandomi a studiare recitazione. Grazie a questa mi sono creato un profilo artistico, non solo come artista-scultore, ma anche come attore. Sono di certo una persona poliedrica;posso dire con certezza di essere occupato su più fronti, cercando di realizzare al meglio tutti i miei obbiettivi. Sono essenzialmente un autodidatta, però ho sempre studiato profondamente e, come ho detto, ho avuto maestri importanti da cui sono stato ben instradato".
Alla mia domanda se può parlarmi della sua esperienza fra i Templari, mi risponde che si tratta di una storia molto particolare, un'esperienza in cui non vi è nulla di misterioso o di occulto,anzi mi rendo conto che me ne parla volentieri. " E' tutto pubblico, anzi i gruppi Templari, hanno piacere che questa cultura, questa disciplina, venga comunicata al prossimo perché quello che conta è lo spirito del Templare, segue una linea non tanto perché fa parte di un ordine, ma desidera seguire un codice, quello della antica Cavalleria, che insegna come ci si colloca civilmente nel mondo ".
"Oggi esiste ancora un ordine, siamo riconosciuti dalla Chiesa d'Oriente dal patriarca di Gerusalemme, qui in Italia ancora non ancora a livello ufficiale, ma la Chiesa cattolica sa chi siamo, c'è un rispetto reciproco, una collaborazione, abbiamo sempre collaborato dalla fine del medioevo fino ad oggi, rispettando sempre il corretto comportamento intrinseco all'Ordine, ancora oggi presente con il Maestro, uno dei pochi testimoni rimasti del priorato Nord-Ovest di Torino. Nei tempi passati non vi era solo l'Ordine Templare, ma era operativa anche una cerchia in rappresentanza dell'idea spiritualista, in cui agiva Libia Martinengo, la medium personale di Maria Giuseppa, l'ultima regina dei Savoia, sto parlando di una documentazione di grande importanza che ancora conserviamo".
"Come Templare ho una ferma convinzione interiore che mi ha portato a seguire un percorso storico, a ricercare ciò che è andato perduto e tentare di ricomporre la storia alla ricerca di quei misteri che sono ancora tali con la speranza di riuscire a spiegare eventi legati al nostro passato, di cui si è a conoscenza, ma purtroppo sono stati accantonati, in attesa di venire di nuovo presi in esame. Ho iniziato incamminarmi in questo percorso spirituale fin da quando, ancora ragazzino mi recavo alla Sacra di San Michele con lo scooter".
"Mi divertivo ad arrampicarmi sul monte Pirchiriano seguendo vie impervie , portando con me l'attrezzatura adatta per arrampicare con tanto di vari tipi di imbracatura. Con il tempo, ho imparato a conoscere a fondo i luoghi, anche i più nascosti.
Ho così potuto scoprire i resti delle tombe delle cripte primitive dei Savoia nell'Aprile 2013, risalendo lungo il monte. Dapprima avevo creduto fossero i resti del sepolcro dei monaci, perché mi sembrava la cosa più logica. Invece, in seguito agli studi che ho effettuato con l'Architetto Rettore e i suoi collaboratori, in base ai reperti rinvenuti si è avuta la conferma che i reperti sono i resti delle cripte dei Savoia".
"Ho avuto anche l'onore di essere informato che, a breve,all’interno dell’abbazia, sarà sistemata una targa con il mio nome . E' un sogno che avevo sin da bambino e che si è realizzato. Sono felice che la gente possa visitare questi resti ed assaporare la storia e la memoria degli eventi avvenuti in epoche ormai lontane. Come progetti per il futuro spero di realizzare un'idea su cui sto lavorando da tempo, quella di organizzare escursioni, spedizioni lungo la via Francigena, e promuovere eventi per le persone che amano la storia e coloro che vogliono studiarla, perché la storia offre la possibilità di acquisire conoscenze. Il passato è passato, il presente siamo noi, ora il futuro non lo conosciamo sappiamo, ma la storia ci permette di intuire quali eventi possano capitare. Non si tratta di magia, ma solamente di verità.
Prima di salutarci Leon ci tiene a mostrarmi una sua ulteriore fatica: il libro scritto con il maestro Sannino dal titolo "Templari Eterni o Immortali" (ed. Liber Faber) in cui si narrano due storie cavalleresche molto particolari. "La prima, di Marco Sannino, è una avventura contemporanea molto affascinante, ricca di misteri e la seconda una storia medievale, in parte autobiografica. Nel racconto vi è una parte romanzata, ma i fatti di cui tratto sono accaduti veramente. Scopo del racconto è stato quello di trasportare indietro nel tempo, nel 1314, quello che è successo negli ultimi anni del 1900, ovvero fino a quando si iniziarono a perdere le tracce dei Templari. Ho quindi voluto ideare una fine, o se vogliamo un inizio, di una storia Templare ancora sconosciuta. La mia speranza è quella di riuscire a interagire con coloro che sono interessati a questo libro fino a far sorgere in loro il desiderio di addentrarsi in questa avventura, e di viverla fino in fondo, guidati da quello che narro alla scoperta di un mondo che potrà stupire più di una persona".