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Cronaca
La Chiesa Ortodossa di San Massimo a Torino
Una splendida realtà poco conosciuta dai torinesi
Articolo di Giancarlo Guerreri
Pubblicato in data 12/02/2016

Ai piedi della collina torinese, all’inizio della Strada Val San Martino, con l’ingresso rivolto verso Piazza Hermada, si trova una splendida chiesa a pianta cruciforme che ospita una comunità di fedeli Cristiani ortodossi.

Ci accoglie il Parroco Don Ambrogio, un signore non più giovanissimo con una barba folta e importante, che guida la comunità con l’entusiasmo di un ragazzino.

La simpatia immediata del Religioso si impossessa della conversazione, dai suoi racconti emergono realtà piuttosto complicate, parliamo di permessi di soggiorno, di situazioni umane molto delicate e del fascino evidente di un luogo sacro fuori dagli schemi. Don Ambrogio ci racconta di essere a capo di una piccola Comunità che raccoglie minoranze provenienti da vari regioni dell’Est Europa.

Consiglierei a tutti una visita, possibilmente accompagnati da Don Ambrogio, che con entusiasmo non comune riesce a trasferire un sentimento di gioia profonda. La visita merita sicuramente il tempo che vorremo dedicare: le splendide icone, una copia a grandezza naturale della Sacra Sindone e gli arredi liturgici sembrano appartenere ad una dimensione

parallela che ci dona la possibilità di conoscere una nuova Realtà pervasa di grande fascino

.

Dal sito ufficiale della Comunità, ho raccolto un breve estratto che descrive un piccolo quadro delle loro molteplici attività religiose:

 La parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca a Torino è dedicata a San Massimo (V sec.), primo vescovo della città e Padre della Chiesa. La festa patronale è il 25 giugno (8 luglio per gli ortodossi che seguono il vecchio calendario).

La parrocchia è stata fondata nella Diocesi di Chersoneso, come le altre chiese del Patriarcato di Mosca in Francia, Italia, Svizzera, Spagna e Portogallo.

Una comunità di ortodossi italiani ha dato origine nel 1993 all’attuale parrocchia di San Massimo. All’inizio della sua esistenza non aveva una sede permanente, ed è stata ospitata in vari luoghi della città, prima di stabilirsi nel 2001 presso la chiesa del santissimo Redentore, nella prima collina di Torino.

Le funzioni seguono il Tipico ecclesiastico (modello di norme e rubriche cultuali) della Chiesa russa; la lingua delle celebrazioni varia a seconda della provenienza dei fedeli: le più usate sono l'italiano, lo slavonico ecclesiastico e il romeno.

La maggioranza numerica dei fedeli proviene dalla Repubblica di Moldova, con una consistente presenza di ortodossi ucraini, russi e italiani, e anche di altre nazionalità (Bielorussia, Romania, ex-Yugoslavia, Georgia, Bulgaria).

Nello spirito missionario che da sempre caratterizza la Chiesa russa, la nostra parrocchia, accanto ai suoi compiti di cura pastorale dei fedeli del Patriarcato di Mosca (e per riflesso degli ortodossi di tradizione slava) in Piemonte e in Valle d’Aosta, cerca di sviluppare una comunità autenticamente locale, dedita alla testimonianza della Fede ortodossa in Occidente.

Nell’avviamento della parrocchia gli ortodossi italiani si sono distinti non solo come organizzatori, ma anche nell’accoglienza dei fedeli immigrati in Italia.

Nei confronti di tutti gli interessati alla vita della parrocchia, cerchiamo di lavorare per una mediazione culturale del messaggio dell'Ortodossia, soprattutto con la traduzione nella lingua locale dei testi liturgici e innografici della Chiesa.

Dato che la testimonianza della Fede ortodossa non può essere separata dalla ricerca di relazioni ideali con i rappresentanti di altre confessioni cristiane, la nostra parrocchia intrattiene un dialogo attivo sui temi delle verità di fede con i cristiani di altri culti a Torino.

Ci troviamo costretti a rifiutare la proposta di concelebrazioni ecumeniche (che presentano sempre il rischio di un minimalismo dogmatico, e talvolta anche quello della confusione sul piano simbolico). Preferiamo proporre la riscoperta delle radici del cristianesimo (e di quanto abbiamo dimenticato della nostra comune tradizione ecclesiastica), oltre all'azione comune nell'accoglienza agli immigrati, e nella loro integrazione nella vita della nostra città.

Com’è noto, uno dei problemi di base del cristianesimo è il mantenimento della vita di comunità; per noi questo è un ideale talvolta difficile da realizzare. Le nostre chiese sono composte da persone di diversi livelli sociali e culturali, separate nello stesso tempo da barriere linguistiche e differenze di mentalità.

Anche se la parrocchia è priva di finanziamenti, e si sostiene solo grazie alla generosità di tutti i fedeli, non possiamo dimenticare che molti ortodossi di recente immigrazione sono ancora in difficili condizioni economiche, e perciò ci adoperiamo per quanto possibile nel sostegno ai più bisognosi, che ci sforziamo di mantenere attivo a fianco del servizio cultuale e della vita di preghiera.

Da: www.ortodossiatorino.net

 

 

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