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Susa (TO) Arie da Opere Veneziane
Regie Sinfonie lungo la Via Francigena in Val di Susa - sesto concerto
Articolo di Giovanni Tasso
Pubblicato in data 29/06/2021

Regie Sinfonie lungo la Via Francigena in Val di Susa si congederà dal suo pubblico domenica 4 luglio alle 17 nel Castello della Contessa Adelaide di Susa (Via al Castello 14), con un concerto dedicato al grande repertorio veneziano, che vedrà protagonista il soprano Lucia Cortese e l’orchestra barocca Camerata Accademica di Padova diretta da Paolo Faldi.

Il programma comprende una silloge di arie da opere dei celeberrimi Antonio Vivaldi e Georg Friedrich Händel e dell’oggi assai meno noto Benedetto Marcello, una singolare figura di intellettuale, che – oltre a svolgere brillantemente da “dilettante”, come ebbe a dire lui stesso, la professione di compositore – fu anche un accorto diplomatico della Repubblica Veneziana e un acuto osservatore del panorama artistico dei suoi tempi, come si può notare dal suo celebre pamphlet Il teatro alla moda.

Il programma vocale sarà completato da un concerto per oboe di Händel e da uno per violino di Giuseppe Tartini (quest’ultimo riscoperto solo di recente), che permetteranno al pubblico di apprezzare lo sbrigliato virtuosismo dei giovani solisti Nicolò Dotti e Matteo Anderlini.

Va sottolineato che questo concerto fa parte del Festival diffuso della Cantata Italiana, un progetto ideato dal dott. Giovanni Tasso con la partecipazione della casa discografica inglese Elegia Classics, la collaborazione scientifica del Centro Studi della Cantata Italiana presso l’Università di Roma Tor Vergata e della Società Italiana di Musicologia (SIdM) e la partecipazione di parecchi festival di tutta Italia, con capofila l’Accademia Corale “Stefano Tempia”.

Per rendere assolutamente sicura la fruizione del concerto, lo staff della rassegna seguirà alla lettera tutte le prescrizioni imposte dal Governo e dall’Amministrazione regionale, misurando la temperatura di tutti i presenti tramite un termoscanner, fornendo le mascherine a chi ne fosse sprovvisto, collocando all’ingresso i dispenser per l’igienizzazione delle mani, garantendo scrupolosamente il distanziamento interpersonale e provvedendo a igienizzare tutte le sedi prima e dopo il concerto, per un doveroso riguardo nei confronti di quanti seguono la rassegna.

Parallelamente al concerto, i narratori volontari del FAI proporranno un itinerario di visita al borgo medievale di Susa, che avrà inizio dal Duomo di San Giusto (XI secolo) e dall’attigua Porta Savoia di epoca romana (IV secolo d.C.), in Piazza Savoia. Il percorso si snoderà poi nel centro storico ricco di testimonianze medievali, raggiungendo con un breve tratto in salita il Castello della Contessa Adelaide che domina da sud-ovest tutta la città.

 Per queste visite, è obbligatorio prenotarsi sul sito www.faiprenotazionifondoambiente.it entro le ore 24 del giorno precedente la visita. Per avere ulteriori informazioni in merito, si può inviare una email all’indirizzo valledisusa@delegazionefai.fondoambiente.it.

Il concerto è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, che devono essere prenotati in anticipo per il rispetto delle norme volte al contenimento della diffusione del Covid-19 inviando una email con i dati di ogni persona e un recapito telefonico entro le 12 del giorno precedente all’indirizzo soloclassica@gmail.com o telefonando dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12 al numero 011/0209882.

 

 ARIE DA OPERE VENEZIANE

 

 

Benedetto Marcello (1686-1739)

Sinfonia da Arianna abbandonata

Prestissimo

 

Che dolce foco (Arianna abbandonata)

 

Antonio Vivaldi (1678-1741)

Sinfonia da Il Teuzzone

Allegro

 

Fra le procelle del mar turbato (Tito Manlio)

 

Georg Friedrich Händel (1685-1759)

Concerto in sol minore per oboe, archi e basso continuo

Grave – Allegro – Sarabanda (Largo) – Allegro

Nicolò Dotti, oboe solista

 

Ah, mio cor (Alcina)

 

Giuseppe Tartini (1692-1770)

Concerto in re minore per violino, archi e basso continuo D44

Allegro – Adagio assai – Allegro

Matteo Anderlini, violino solista

 

Antonio Vivaldi

Rete lacci e strali adopra (Dorilla in Tempe)

 

 

Lucia Cortese, soprano

 Camerata Accademica Padova

 

Luca Ranzato, Matteo Anderlini, Lucia dalla Libera, violini primi

Alessia Turri, Massimiliano Tieppo, Alessandra Scatola, violini secondi

Alessandro Lanaro, viola

Sebastiano Severi, violoncello

Federico Salotto, contrabbasso

Alberto Maron, clavicembalo

Nicolò Dotti, oboe

 

Paolo Faldi, direttore

 

 

 

Nota di sala

 

Il melodramma nacque ufficialmente il 6 ottobre del 1600, quando nella fastosa cornice di Palazzo Pitti venne messa in scena di fronte a un raffinato uditorio di aristocratici e di letterati l’Euridice di Ottavio Rinuccini su musica di Jacopo Peri.

 

Lo straordinario successo di questo genere – che fondeva armoniosamente non solo la musica e i versi, ma anche la recitazione, le arti figurative, la mitologia classica e i costumi – ne sancì la rapida diffusione in tutte le principali città italiane, che contribuirono a esportarlo anche all’estero.

 

Uno dei centri più attivi in questo campo fu senza dubbio Venezia, che dopo le prime rappresentazioni assolute delle ultime due opere di Claudio Monteverdi, Il ritorno di Ulisse in patria e L’incoronazione di Poppea, poté assistere all’allestimento di capolavori di autori di grande levatura come Francesco Cavalli e Antonio Cesti.

 

Nel corso di pochi decenni, a Venezia aprirono i battenti numerosi teatri a gestione privata, spesso in accesa concorrenza tra loro, che fecero conoscere il melodramma a un pubblico sempre più ampio, che non comprendeva più solo i nobili, ma anche i sempre più ricchi esponenti della borghesia mercantile, che desideravano accreditarsi su un profilo culturale.

 

Grazie a questo rapidissimo sviluppo, all’inizio del XVIII secolo Venezia era diventata uno dei centri lirici più attivi d’Europa, grazie sia a una schiera di compositori veneti molto prolifici, sia agli autori – italiani e stranieri – che venivano a cercare la fama nei teatri della Serenissima. Uno degli operisti più celebrati di questo periodo è senza dubbio Antonio Vivaldi, che svolse anche l’attività di accorto impresario, del quale ci sono pervenuti oltre 60 titoli, dall’Ottone in villa andato in scena nel 1713, al Siroe, re di Persia rappresentato nel 1739.

 

Tra le opere più famose del Prete Rosso si segnalano il Tito Manlio (1719) su libretto di Matteo Noris, dal quale è tratta la brillante aria «Fra le procelle del mar turbato», e il melodramma eroico-pastorale Dorilla in Tempe (1734), su versi di Antonio Maria Lucchini, che gode di una meritata fama per l’aria ricca di temperamento «Rete, lacci e strali adopra».

 

Tra i compositori in trasferta, spicca tra tutti il nome di Georg Friedrich Händel, che nella capitale lagunare colse nel 1709 il suo primo clamoroso successo con l’Agrippina su libretto del cardinale Vincenzo Grimani, conquistando un pubblico notoriamente esigente come quello veneziano, anche grazie alla presenza di tre cantanti che avrebbero in seguito legato la loro carriera ai lavori di Händel, ossia il soprano Margherita Durastanti, il castrato Valeriano Pellegrini e il basso Giuseppe Maria Boschi.

 

A un’epoca successiva appartiene l’Alcina, considerata da molti tra i massimi capolavori del compositore tedesco e chiaramente ispirata all’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, che può contare sulla presenza dell’intensa aria «Ah mio cor», dalle cui infinite sfumature espressive traspare tutto il genio teatrale di Händel. Il grande compositore sassone è anche presente con un celebre Concerto per oboe, che probabilmente venne eseguito tra gli atti di un’opera seria.

 

Parallelamente al melodramma, tra il XVII e il XVIII secolo si sviluppò il genere della cantata, che con la sua rappresentazione di affetti può essere considerata una sorta di opera in miniatura, anche quando il suo orizzonte si limita a una statica scena arcadica.

 

Uno dei maestri indiscussi della cantata veneziana fu il patrizio Benedetto Marcello, una singolare figura di intellettuale, che – oltre a svolgere brillantemente da “dilettante”, come ebbe a dire lui stesso, la professione di compositore – fu anche un accorto diplomatico della Repubblica veneziana e un acuto osservatore del panorama artistico dei suoi tempi, come si può notare dal suo celebre pamphlet Il teatro alla moda.

 

La lunga cantata Arianna abbandonata rievoca la storia della principessa cretese fuggita dalla patria in compagnia dell’eroe greco Teseo, che – dopo essere stata lasciata da lui – trovò l’amore tra le braccia del dio Dioniso. L’aria «Che dolce foco» esprime con toccante immediatezza la traboccante felicità di una fanciulla al primo amore della sua vita.

 

Oltre ad Antonio Vivaldi, la Repubblica di Venezia fu la patria di (almeno) un altro straordinario virtuoso di violino, il piranese Giuseppe Tartini, compositore dalla vita avventurosa, che – dopo aver sposato in segreto la nipote del cardinale Giorgio Cornaro – fu costretto a fuggire precipitosamente e a vivere in incognito per diversi anni per sfuggire alla vendetta dei parenti della moglie. Di Tartini ci sono pervenuti circa 135 concerti per violino di pregevolissima fattura, nei quali il compositore seppe fare coesistere un vertiginoso virtuosismo a una intensissima espressività, al punto da venire preso a modello da tutti i violinisti delle generazioni successive.

 

Lucia Cortese     

Nata a Genova, si diploma giovanissima in trombone presso il Conservatorio “Niccolò Paganini”. Successivamente intraprende lo studio del canto diplomandosi a pieni voti presso l’ISSM “Claudio Monteverdi” di Cremona dove, nel dicembre 2015, consegue anche la laurea specialistica di II livello con votazione 110/110, lode e menzione speciale.

 

Si dedica poi al repertorio barocco sotto la guida di Sara Mingardo e Roberta Invernizzi. Si è esibita in Italia e all’estero in veste di solista collaborando con diversi ensemble come La Venexiana, Accademia del Ricercare, Cremona Antiqua, Sezione Aurea, I Musici Malatestiani, I Virtuosi Italiani, Orchestra San Marco di Pordenone, Accademia d’Arcadia e Harmonicus Concentus.

 

Ha partecipato a importanti festival nazionali ed internazionali tra i quali Festival Monteverdi di Cremona, Ristori Barocca di Verona, Festival SWR di Schwetzingen, Monteverdi Festival-Centro Cultural de Belém di Lisbona, SEVIQC Festival di Brežice, Ausseer Barocktage di Bad Aussee, Grandezze & Meraviglie di Modena. Ha registrato per “Brilliant” un cd di musiche di Paganini con la violinista Bin Huang, vincitrice del Premio Paganini 1994 e un cd di musiche di Cesti e Laurenzi con il soprano Roberta Invernizzi e l’ensemble Sezione Aurea.

 

Camerata Accademica

Camerata Accademica del Conservatorio Pollini: ensemble strumentale e vocale composto da studenti e diplomati del Conservatorio di Padova che si impegnano nello studio del grande repertorio barocco, secondo la prassi esecutiva del tempo. La Camerata ha già al suo attivo numerosi e prestigiosi appuntamenti concertistici, tra i quali la partecipazione al Festival “Galuppi” di Venezia, suonando nella prestigiosa Chiesa di Santa Maria dei Frari (Venezia). L’ensemble è diretta da Paolo Faldi, docente di Flauto Dolce al Conservatorio di Padova e prestigioso interprete di musica barocca.

 

Paolo Faldi

Nato a Firenze nel 1961, Paolo Faldi si è diplomato in oboe con Elia Ovcinnicoff, in oboe barocco con Paolo Grazzi e in flauto dolce con Sergio Balestracci presso il Conservatorio di Genova, la Scuola Civica di Milano e il Conservatorio di Padova. Si è perfezionato in oboe barocco con Ku Ebbinge al Conservatorio Reale dell’Aia (Olanda).

 

Nel 1988 ha vinto il posto di Primo Oboe e Flauto Dolce nell’Orchestra Barocca della Comunità Europea (ECBO) diretta da Ton Koopman e Roy Goodman, effettuando tournee in tutta Europa ed effettuando registrazioni radiofoniche e televisive in tutti i paesi dell’Unione Europea. Ha suonato con i maggiori gruppi ed orchestre barocche europee tra cui Les Arts Florissants, Il Giardino Armonico, Accademia Bizantina, I Sonatori della Gioiosa Marca, Europa Galante, Complesso Barocco, Concerto Italiano, Concerto Köln, Armonico Tributo, Cappella Leopoldina, Collegium Aureum, I Barocchisti.

 

Dal 1989 suona con Hesperion XXI, La Capella Reial e Le Concert des Nations diretti da Jordi Savall, con i quali ha inciso per la casa discografica Astrée ed effettuato concerti nei principali festival europei. È membro fondatore dei gruppi Ensemble L’Astrée di Torino, Tripla Concordia di Genova, Cantilena Antiqua di Bologna, Fortepiano Ensemble di Bologna e l’Orchestra Barocca di Bologna di cui è direttore artistico.

 

Suona in duo con la clavicembalista Miranda Aureli. Insegna Flauto Dolce presso il Conservatorio Pollini di Padova.

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