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Parole e Musica nel ricordo dello stilista pesarese Giubartò
Una serata pubblica in suo onore in cui si sono alternati interventi di chi lo ha conosciuto tra musica e letture
Articolo di Vito Piepoli
Pubblicato in data 12/08/2021

A un anno dalla scomparsa di Giuliano Bartoloni, in arte Giubartò, la nipote Nicol ha invitato amici e conoscenti del sarto e stilista pesarese a partecipare a una serata pubblica in suo onore, in cui si sono alternati interventi di chi lo ha conosciuto, tra musica e letture.

“Parole e Musica in ricordo di Giubartò” si è tenuto in via del Fallo, il luogo dove lo stimato stilista aveva la sua notissima bottega di moda.

Giuliano Bartoloni, in arte Giubartò, l’uomo che ha disegnato camicie, e non solo, per mezza Pesaro amava la poesia, la musica, il cinema e il teatro. Ma anche amante smisurato dei profumi e della pittura con la sua lunga amicizia con il pittore e ceramista Tonino Naponelli.

Era stato anche un uomo trasgressivo, irriverente e divertente, ma mai volgare.

La vita di Giubartò ha viaggiato soprattutto su due binari: quello dello stilista e quello di un uomo che ha girato nel mondo dello spettacolo.

Ha vestito con le sue camicie mezza Pesaro, andare da lui, per anni, era diventato uno status symbol.

L’appuntamento è stato promosso dall’Amministrazione comunale, come ha sottolineato Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Bellezza di Pesaro:

“Siamo felici di prendere parte a questo momento così sentito dai numerosi pesaresi che hanno gravitato intorno allo studio di Giuliano, crocevia d’arte, cultura, provocazioni e stimoli intellettuali che tanto ci manca. Anche per questo ci ritroviamo nella sua via, con i suoi amici di sempre, con la famiglia, con gli artisti, nei giorni del Rof, ma anche nei giorni della ricerca di nuove libertà e diritti realmente realizzati”.

Nel ricco programma dell’evento c’è stata la presentazione del libro di Jacopo Cesari “Siamo ovunque. Memoria omosessuale marchigiana”, visto che lo stilista era gay.

E l’esibizione del quartetto OASI ne “Il Soffio della Nuova Vita”, emozionante e coinvolgente opera di Parole e Musica, di cui Roberta Arduini è voce recitante e autrice dei testi e della scelta dei brani musicali magistralmente eseguiti dai valenti maestri musicisti, che completano il quartetto: Paride Battistoni al violino, Jacopo Mariotti al violoncello e Alceste Neri al pianoforte.

Al momento l’autrice Roberta Arduini ha nel suo percorso professionale la composizione di ben quattro recital di successo. Oltre a “Il Soffio della Nuova Vita” andato in scena nel ricordo dello stilista Giubertò, “Echi antichi nella Voce di Madre Terra”, “La Verità negli occhi dell’Amore” e “Dal buio della notte all’alba della Vita”. Gli spettacoli con il quartetto OASI, dell'autrice Roberta Arduini, prevedono un emozionante connubio di parole e musica di alto livello: importanti colonne sonore, famosi brani classici e moderni, che rievocano, intensamente immagini e profumi del nostro importante vissuto, registrato nel profondo dell'anima. I testi toccano in profondità i diversi aspetti dell'esistenza umana e del suo mondo interiore, sviscerando dolcemente i lati psicologici profondi che regolano i comportamenti, creando una sorta di riflessione che induce verso una maggiore consapevolezza interiore.

Il violoncello di Jacopo Mariotti ha fatto anche da sottofondo armonico ai ricordi della regista Giuliana Gamba.

“Ho conosciuto lo stilista Giubertò che avevo 14 anni - ha riferito la regista - e lui già parlava delle poesie di Prevert e Baudelaire, del teatro e di cinema. Con lui e la Carlina feci un docufilm che venne trasmesso su Rai3 e che fece storia tanto che mi chiamò anche il direttore del Corriere della Sera dell’epoca. Era amico da ragazzo dell’attore e regista Memè Perlini, nato a Montecchio. Quindi di Paolo Poli, di Pierluigi Pizzi, di Giorgio Gaber, di Mariangela Melato. Tutti personaggi dello spettacolo che quando arrivavano a Pesaro passavano serate in sua compagnia. Ad un certo punto della sua vita ha avuto anche la tentazione di scrivere una commedia con la Carlina, aveva già prenotato lo Sperimentale, ma il tutto svanì nel nulla, perché lui le cose invece di semplificarle, le complicava”.

Giuliana Gamba è una libertaria e un’avventuriera. Lo dimostrano i suoi film, ma anche la sua vita. Coraggiosa, ironica ma anche pragmatica, Giuliana è nata a Pesaro, ha studiato a Firenze e infine ha preso il treno per Roma, per fare cinema. È talmente brava che le viene proposto da D’Amato, caso più unico che raro per una donna, di girare degli hard.

Poi un improvviso cambio di rotta all’insegna dell’impegno sociale, unito a un sano pragmatismo in qualità di produttrice, promuovendo autori curiosi e trasgressivi come Carmine Amoroso, realizzando documentari o film per la televisione contrassegnati da una non banale intensità drammatica: ‘Gli anni ’70 sogno e tragedia’ (1996), ‘Una farfalla nel cuore’ (1999), ‘La casa dell’angelo’ (2002), ‘Sound of Marocco’ (2009), ‘La cortina di Jannis Kounellis – Berlino 1990’ (2018), ‘Burraco fatale’ (2020) con Claudia Gerini che ha visto nel cast anche Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Mohamed Zouaoui e la grande Loretta Goggi.

“Lo zio è sempre stato una forte presenza in città – ha raccontato infine la nipote Nicol - per me era la prima telefonata del mattino e l’ultima della sera. Manca tantissimo la sua profonda cultura, la sua ironia. Forse era anche ‘scomodo’ per qualcuno a causa della sua sincerità. Manca tantissimo ai suoi amici, a noi, a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo: una mente brillante e colta che continueremo a ricordare con affetto e stima”.

 

 

 

 

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