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Elle et lui
Complementari e reciproci
Articolo di Armeno Nardini
Pubblicato in data 16/08/2021

È nato prima l’uovo o la gallina? La domanda imbarazzò perfino Aristotele, il quale molto ci ragionò su prima di rispondere che l’uovo era nella gallina e quindi era una gallina in potenza; stabilì così anche una graduatoria di valori: prima è la gallina; secondo è l’uovo, che viene dalla gallina. Un dubbio ci assale a questo punto, se cambiamo la domanda.

In Genesi (2.7) leggiamo che “il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente”. Poi, in Genesi (2.22) leggiamo che “Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo”.

Aristotele potrebbe forse a questo punto concludere che la donna è un uomo in potenza e che per questo nella graduatoria dei valori viene prima l’uomo e poi la donna? Ma... c’è un ma.

Adam significa uomo; in ebraico, nella maggioranza dei casi, così come in altre lingue compresa la nostra, il termine uomo indica la collettività degli uomini, la specie umana nella complessità di femmine e di maschi. In Genesi c’è anche scritto che Dio creò Adam a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina. Per Papa Francesco, la specie umana creata maschio e femmina è “il capolavoro di Dio”.

In questo capolavoro divino della creazione dell’uomo maschio e femmina il movimento ideologico del complementarismo vede pertanto l’uomo e la donna uguali, per dignità valore morale status e personalità umana, ma con ruoli complementari nella diversità delle mansioni dei compiti delle attività delle responsabilità. Uguali ontologicamente nei loro aspetti essenziali, l’uomo e la donna sono diversi funzionalmente ma complementari, anche nella loro diversità morfologica per il comune fine riproduttivo.

Dio ci ha indicato nelle Scritture la bellezza della mascolinità e della femminilità e l’armonia della loro complementarità”, scriveva nel 1975 il teologo Paul K. Jewett (Man as Male and Female: L'uomo come maschio e femmina - Eerdmans).

Alla complementarità, che qualcuno ha definito “un gioco di squadra”, Papa Francesco aggiunge oggi qualcosa di più: il valore della intercambiabilità dei ruoli. Lo scambio vicendevole delle posizioni supplisce alle mancanze dell’uno nella realizzazione del progetto condiviso. L’aiuto in mutuo soccorso nel momento del bisogno supera l’ostacolo improvviso che intralcia il compimento dell’opera comune.

Non c’è solo complementarità, dunque; c’è anche reciprocità tra uomo e donna, differenti per sesso, ma uguali per l’imprinting che li accompagna sin dalla loro creazione divina, per la loro immagine e somiglianza di Dio, comune dotazione originaria che valorizza allo stesso modo nel tempo il loro essere diversamente uguali.

 

Si vales, vàleo. armeno.nardini@bno.eu

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