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L’Angolo della Poesia
LANDAI DE “IL MONDO DELLE IDEE”
Un canto doloroso lanciato verso Oriente
Articolo di Chicca Morone
Pubblicato in data 28/08/2021

Il Mondo delle Idee è un’associazione culturale - non a scopo di lucro - nata nel 1994 che promuove e realizza progetti riguardanti le tematiche dell'anima quali pubblicazioni e presentazioni di libri, mostre fotografiche e d’arte, manifestazioni culturali, concerti di crystal bowls e di didgeridoo, canti polifonici sugli armonici.

Noi donne associate abbiamo scritto - e pubblicato nel 2019 in una raccolta poetica per i tipi di Neos Edizioni - diversi landays, distici formati dal primo verso di nove sillabe e il secondo di tredici.

È un’antica tradizione popolare, cantata dalle donne pashtun nei tempi remoti mentre si recavano al fiume per lavare gli indumenti, trasformata ultimamente in un grido di denuncia per i soprusi e la violenza a cui sono sottoposte: dai matrimoni combinati dai genitori dopo consistenti trattative economiche con uomini vecchi, all’impossibilità di istruirsi o anche semplicemente di ascoltare la radio, ora persino di uscire di casa se non accompagnate da un uomo, quando non violentate e massacrate dalle milizie che cercano le non sposate entrando nelle abitazioni.   

Nulla di scritto, tutto coperto dal segreto occultato da attiviste, in questi giorni più che mai in pericolo; con l’ascesa dei talebani le associazioni femminili stanno vivendo una tragedia per noi inimmaginabile, se non attraverso le loro parole raccolte nella sede centrale del Coordinamento italiano a sostegno delle donne afghane (Cisda), onlus che opera dall'Italia per far loro sentire la vicinanza.

La presidente Gabriella Gagliardo in contatto con le organizzazioni che operano in loco, come Rawa (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), Hawca (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan) e Opawc (Organization of Promoting Afghan Women's Capabilities) spiega quanto stiano seguendo attentamente l'evolversi della situazione.

Noi, in attesa di poter agire più attivamente attraverso questi canali, proponiamo i nostri landays, scritti pensando a loro, ma anche alle vittime del femminicidio nostrano che, seppure in misura ben minore, risulta essere sempre sangue di donna versato da chi coniuga il concetto di “amore” con “possesso”, non molto lontano dai colleghi talebani…

       

Sanguinerò al tuo strappo

io, solo fiore tra le pietre del deserto

 

Sta scritto nel sole che sorge;

nuovo giorno verrà e strapperà i nostri veli

 

Che possa domani mia figlia

leggere fiabe incantate a suo figlio

 

Tramuto l’odio in armonia

nasce dalla musica un fiore di pace

 

Vendicherà me quel figlio

nel quale posasti il tuo seme d’odio

 

Si va facendo più vicino

il dolcissimo suono della mia rivalsa

 

Sogno un canto d’amore per me

e tu berci alla guerra ubriaco di sangue

A. A.

 

Homem, metti giù quel fucile

L’ombra che hai davanti è di tua madre

 

Ciao piccolo sole pallido

Noi conosciamo l’orrore della civiltà

 

Eravamo solo in due

Ma sapevamo bene di non essere sole

 

Ci spengono come lumini

Portiamo la luce oltre ogni confine

 

Mentre il cielo sta cadendo

qualcuno è ancora in tempo per capire

 

Mentre la terra si solleva

capiamo quello che ci voleva dire

 

L’indigena aprì la porta

E tutti i popoli poterono passare

A. B.

 

Fui fiore di povero vaso,

nelle tue mani ora sono persa radice.

 

Il mio tempo: è nodo vero!

Chiuso nel nero desolato tuo silenzio.

 

Sottovoce, piccolo canto,

son donne comprate senza nessun ritorno.

 

Mi hai venduto a l’uomo vecchio,

ti distruggeranno le mie maledizioni.

 

È lieve come nel sospiro,

sorelle, quel lento canto che ci raccoglie.

 

Io donna sono una bacca                                     

colma del succo profondo d’ogni mistero

 

Con parole-pietre m’uccidi.

la tomba che costruisci al tuo cuore.

 

La mia vita è solo corpo,

vorrei essere nuvola per sciogliermi da te.

 

Il tuo pene è la mia pena.

Nel tuo ferirmi maledico la tua vita.

 

“Libertà è il nostro canto.”

Voci di donne: luci del nostro futuro.

L. C.

 

Non esiste un domani su

questa clessidra che scandisce orrori.

 

Sciogli le mie catene lady

Morte ti prego almeno tu abbi pietà!

 

Calpesti la terra su cui sei

nato come infanghi il mio spirito.

 

Nell’arcobaleno i colori

della vita, nei tuoi occhi nero profondo.

 

Non genererò figli tuoi

basta carnefici in questa dimora.

 

Non so se fa più male il dolore

o l’indifferenza che leggo sul tuo viso.

S. M.

 

Nel buio della nera notte

ascolto il battito del mio cuore in fuga.

 

Dove non cresce il cinnamomo

sia maledetto il sole che dà vita all’uomo.

 

Anche il bastone che mi batte

si lamenta scricchiolando sulle ossa rotte.

 

La figlia hai dato al babbuino:

lacrime e sangue hai donato all’assassino.

 

Resterò muta al tuo cospetto:

gli occhi comporranno feroce il mio verdetto.

 

Belando come un agnellino

imploro la pietà del vigliacco assassino.

 

Credi tu d’avermi domata

ma a nascondermi in silenzio son abituata.   

C. M.

 

Ci condannate perché donne

Siamo la fonte, la vita, l’amore sulla terra

 

Donne, noi lotteremo sempre

per le figlie ed i figli, per vita e libertà

V.R.

 

Eccomi, ti stavo aspettando.

Da quanto tempo non ricordo una carezza?

 

Altro non c'era se non morte

negli occhi assetati di sangue innocente.

 

Credi di potermi comprare?

Sei soltanto un misero accattone di sesso!

 

Giorno dopo giorno mi spengo

come una candela senza più lo stoppino.

 

Al calar della notte oscura

il solo mio pensiero è la fuga nel sogno.

 

Lividi e graffi sono i segni

del tuo impossibile possedermi davvero.

 

Maledico il giorno in cui nacqui

femmina in un luogo di predoni e assassini.

C. R.

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