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Da Treviso a Montecitorio
Ricordando il patriota Antonio Mattei (di Alessandro Mella)
Articolo di Milo Julini
Pubblicato in data 20/09/2021

Passeggiando per Treviso, quieto e piacevole centro urbano del Veneto, si possono scorgere numerose reminiscenze e testimonianze del millenario passato della città.

Al turista attento, ad esempio, non sfuggirà la preziosa edicola funeraria d’epoca romana murata in palazzina della zona di Calmaggiore.

La mia attenzione, tuttavia, cadde soprattutto su d’una targa che proprio in via Calmaggiore, al numero 70, si nota su un edificio:

 

QUI VISSE, E A 43 ANNI MORI', ANTONIO MATTEI, IL 23 SETTEMBRE 1883, SOLDATO E CITTADINO, ALL'ITALIA CONSACRO' IL SANGUE, ALLA LIBERTA' E ALLA DEMOCRAZIA, TUTTA LA VITA, TREVISO, LO VOLLE DUE VOLTE, AL PARLAMENTO, OPERAIE, DELLA CITTA' E PROVINCIA, AL PROPUGNATORE DEI LORO DIRITTI, QUESTO MARMO, POSERO.

COLPITA IL 7-4-1944

 

Chi fu Antonio Mattei? Poche righe per ricordarlo.

Egli nacque, proprio a Treviso, il 26 gennaio del 1840, suddito del Regno Lombardo Veneto. Appena diciannovenne, nel 1859, fuggì verso il Regno di Sardegna e si arruolò nel Corpo dei Bersaglieri dell’Armata Sarda durante la Seconda Guerra d’Indipendenza anche se altre fonti lo danno in forza ai volontari cacciatori di Garibaldi.

Nelle speranze di Cavour e di Garibaldi la campagna avrebbe dovuto condurre alla liberazione oltre che della Lombardia anche delle Venezie ma l’improvvida iniziativa assunta da Napoleone III a Villafranca stroncò la speranza di cacciare gli Austriaci dal Nord Italia.

È facile immaginare quale pena fosse presente nel cuore del Mattei che agli occhi dell’Impero d’Austria appariva traditore e disertore. Ciò lo costrinse a rimanere esule finché la città che gli diede i natali, così cara al suo cuore, non trovò unione al Regno d’Italia sette anni dopo.

In seguito alla Terza Guerra d’Indipendenza del 1866, quindi, egli poté finalmente tornare a casa salutato dai suoi concittadini come un eroe.

Qui si dedicò a dar seguito ai suoi studi ed esercitò la professione d’avvocato dedicandosi, per senso del dovere e sensibilità umana e politica, alle necessità della comunità locale. Prima come presidente della Congregazione di Carità, poi come assessore in municipio ed infine andando per due legislature alla Camera dei Deputati.

Era un uomo appassionato, dai pensieri e valori ardente, di pieno spirito. Ma la sua energica passione non lo salvò da una fine prematura. A soli 43 anni, il 23 settembre 1883, egli si spense nella sua casa trevigiana:

 

Venezia, 24. Nel pomeriggio di ieri è morto a Treviso il deputato Mattei Antonio. (1)

 

Qualche tempo, a Montecitorio, si tenne la commemorazione e fu rinnovato il ricordo del giovane parlamentare scomparso così giovane e nel pieno della vita:

 

E le parole del presidente che commemoravano le virtù di quei perduti, trovarono un'eco di mesto rimpianto nell'animo di tutti i colleghi, e più di tutte quelle che ricordavano e rimpiangevano uno dei più simpatici e dei più giovani deputati, il povero Antonio Mattei.

Apparteneva alla Estrema Sinistra, ma lo scrupoloso rispetto all'opinione di tutti, e l'animo mite, il patriottismo a tutta prova che in età giovanissima lo aveva spinto a lasciare gli studi per correre tra le file garibaldine a combattere l'Austria che ancora opprimeva il suo paese nativo, avevano guadagnato a lui la stima e l'affetto di tutti.

Era un giovane pallido pallido, biondo, dall'aspetto malinconico, quasi presago della fine immatura che lo attendeva. (2)

 

Qualche tempo dopo, come accennato, sulla sua casa fu posta una lapide per rinnovarne la memoria.

Sotto al testo si scorge la scritta “Colpita il 7-4-1944” ed in effetti i marmi e la cornice paiono visibilmente scalfiti e rovinati dall’urto violento di qualche altro oggetto.

Furono schegge roventi di bombe d’aereo a colpire la targa commemorativa proprio nella data indicata quando più di centocinquanta “Fortezze Volanti” americane bombardarono Treviso procurando centinaia di morti tra la popolazione civile. (3)

Un evento drammatico che la propaganda della Repubblica Sociale Italiana volle immortalare in un manifesto di propaganda nel quale un aviatore americano (con deprecabili e disgustosi richiami razziali) scaglia il suo pugno sulle macerie della città.

Per fortuna, tuttavia, al netto dei danni procurati l’immagine ed il ricordo dell’ardore e dell’idealismo giovanile di Antonio Mattei sopravvissero anche a questa furia distruttiva.

Poco lontano, a due passi, un’altra lapide ricorda i fasti risorgimentali della città.

Quella dedicata alla visita di Giuseppe Garibaldi che tanto aveva sognato la libertà di Venezia e del Veneto.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 264, Anno XVIII, 25 settembre 1883, p. 1.

2) Ibid., 329, Anno XVIII, 29 novembre 1883, p. 4.

3) Obiettivo Venerdì Santo - Il bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, Assessorato alla Cultura del comune di Treviso Edizioni Canova, 1992.

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