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Cronaca
Buoni postali e tutela dell’affidamento
Alberto Rizzo
Per la serie “O/Q/P”, il Tribunale di Milano condanna Poste a pagare: la decisione premia un risparmiatore di Milano.
Articolo di Civico20News Redazione
Pubblicato in data 05/09/2021

 

La Dott.ssa Michela Guantario, Giudice del Tribunale di Milano, con una recentissima ordinanza ha riconosciuto il diritto di un risparmiatore a riscuotere gli importi previsti nella tabella posta nel retro del buono postale serie “O/Q/P”, pari ad oltre 25.000,00 euro, oltre interessi e spese legali.

Buoni postali e tutela dell’affidamento: come comportarsi se Poste non paga?

È giunta la terza pronuncia giudiziale riportata dallo Studio Legale dell’Avvocato Alberto Rizzo di Bra che può aiutare concretamente le decine di migliaia di risparmiatori che non sanno cosa fare con i loro buoni, nell’ipotesi in cui le Poste si rifiutano di corrispondere gli importi contrattualmente concordati

Il risparmiatore, titolare di un buono postale serie “O/Q/P”, emesso il 3 Agosto del 1987, dopo la formalizzazione del reclamo finanziario – cui Poste non aveva dato riscontro – si era rivolto all’Avvocato Alberto Rizzo – Legale specializzato nella materia del diritto bancario e postale (https://avvocatoalbertorizzo.it/category/news/attivita-professionale/sentenze-giudici-ordinari/) – che lo ha consigliato di portare l’intera vicenda all’attenzione del Magistrato meneghino, competente per territorio.

Tribunale di Milano e i buoni postali serie “O/Q/P”: l’ordinanza

La procedura semplificata seguita – regolata dagli articoli 702-bis e seguenti del codice di procedura civile – si è svolta nel giro di alcuni mesi e, pochi giorni fa, è arrivata l’attesa decisione, dopo lo svolgimento di una sola udienza.

La Dott.ssa Michela Guantario, nel proprio provvedimento, ha sancito la prevalenza di quanto riportato sui buoni fruttiferi rispetto alle modifiche apportate con decreto ministeriale in epoca antecedente alla firma del medesimo, e senza che a nulla valesse, a tal fine, il timbro apposto da Poste.

Quest’ultimo, infatti, prevedeva gli interessi dovuti esclusivamente per i primi venti anni di validità del titolo, non prevedendo nulla per gli interessi da corrispondersi in favore del titolare per gli ultimi dieci anni.

La condanne di Poste Italiane

Con questa ordinanza Poste Italiane è stata condannata a rimborsare al risparmiatore, assistita dall’Avvocato braidese Alberto Rizzo e dal Collega torinese Fabio Scarmozzino, gli interessi previsti sul buono per gli ultimi dieci anni di validità del titolo, e non quelli inizialmente riconosciuti da Poste, oltre interessi e spese legali.

Il Tribunale di Milano ha riconosciuto il diritto di un risparmiatore pugliese, residente a Milano, a riscuotere gli importi riportati nella tabella collocata sul retro del buono di cui era titolare, per una differenza di oltre 25.000,00 euro, rispetto all’importo già corrisposto da Poste, pari a 23.666,87 euro

Le conseguenze per i risparmiatori sui buoni postali e tutela del loro affidamento

Si tratta di un’importante decisione per le decine di migliaia di titolari dei buoni postali che in questi anni, decorsi i trent’anni dalla sottoscrizione, si recano presso gli uffici postali e che ignari dei loro diritti, si vedono riconoscere importi inferiori rispetto ai rendimenti previsti negli stessi.

È fondamentale che ogni persona in possesso di un buono postale emesso dopo il giugno del 1986 lo faccia esaminare, per capire se ha diritto a ricevere un importo maggiore rispetto a quanto determinato da Poste. E questo anche se il buono è già stato incassato, purché non siano decorsi più di dieci anni da tale momento. Inoltre, l’ordinanza è particolarmente significativa per tutti i titolari dei buoni che, percorsa con successo la via dell’A.B.F., si sono trovati di fronti al dichiarato inadempimento delle Poste, contrarie a pagare le somme stabilite dall’Arbitro. È un precedente che, molto probabilmente, convincerà tantissimi risparmiatori a procedere per la tutela dei loro diritti, in tutte le sedi giudiziarie competenti”, dichiara lAvvocato Alberto Rizzo.

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