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L’uomo, i misteri e l’ignoto
Il fattore “metodo operativo”.
Il SECONDO dei fattori essenziali del funzionamento e comportamento umano.
Articolo di Pietro Cartella
Pubblicato in data 19/09/2021

Nel precedente articolo abbiamo messo in evidenza come conoscenza e cultura non siano la stessa cosa e come la conoscenza sia un fattore innato seppure solo a livello potenziale. Potenziale che può essere tradotto in operatività sotto le sollecitazioni delle esperienze e dell’ambiente esterno. Quando questo dato di fatto si attiva, entra immediatamente in gioco anche un altro aspetto funzionale:

 

È evidente che dal momento in cui il nuovo essere nasce, per un piuttosto lungo periodo, non sia possibile istruirlo direttamente mediante somministrazione di informazioni convenzionali.

 

Come possiamo facilmente osservare, durante un certo periodo di tempo il nuovo nato non è in grado di utilizzare il proprio corpo nella maniera in cui normalmente lo fanno gli adulti. Apparentemente non ci sono scambi volontari coscienti tra i neonati e i genitori o gli adulti, almeno non nel senso convenzionale. Tuttavia sono attivi scambi di segnali quali codici riconoscibili ed ascrivibili a primi tentativi di scambiare informazioni e risposte adeguate.

 

Suoni, pianti, sorrisi, ricerca con gli occhi, riconoscimento di odori, esplorazione degli oggetti mediante le mani o la bocca fanno parte di queste prime attività. Non sono però ancora modalità sufficientemente elaborate per tradursi in linguaggio cosciente e completamente comprensibile razionalmente.

 

Questa è la parte più importante della cosiddetta fase animale dell’imprinting, ossia il periodo in cui si riconoscono a livello incosciente e poi si strutturano e imprimono i riferimenti e le regole di base su cui e con cui si elaboreranno, sempre più finemente, i primi schemi operativi dell’intero sistema dell’essere umano nuovo nato. Ne consegue quanto sia importante la presenza dei genitori e l’interazione con l’ambiente in cui questi primi scambi avvengono perfino nella fase di gestazione dell’embrione, quando sembrerebbero non esistere, perché, anche se in maniera mediata, i sensi sono già attivi e altre informazioni operative sono direttamente veicolate dal sangue attraverso il cordone ombelicale.

 

Tuttavia così come il corpo cresce e si struttura al fine di diventare maturo per acquisire autonomia, così lo stesso sistema operativo che serve tale processo elabora gli strumenti percettivi di base per poter interagire con l’ambiente esterno. Ciò avviene particolarmente nei primi due anni di vita e continua, diminuendo gradualmente di efficienza, fino ai sei-sette anni, oltre i quali comincerà la sostituzione della fase di autoapprendimento onnicomprensivo (di cui i genitori sono il riferimento più autorevole) con quella dell’istruzione selettiva ad opera delle istituzioni scolastiche prima e della società poi..

 

 

Come si può osservare nello schema esiste un percorso esperienziale ottimale che quasi mai può essere tale in quanto le sollecitazioni che lo interessano disturbano in qualche modo il suo sviluppo. Questi disturbi, principalmente ad opera della famiglia, della scuola, della società, possono causare deviazioni minime, e quindi esso si trasformerà in un percorso esperienziale possibile. Potrà accadere molto più frequentemente che le interferenze si mostrino molto più pesanti, al punto di procurare una deviazione stabile del percorso che si trasformerà nel tempo in una separazione sclerotizzata di fatto tra la reale necessità di esperienze dell’essenza profonda di tale essere e le automatiche risposte distorte conseguenti alle continue interferenze incoerenti con esse.

 

Non a caso si ritiene che stati paranoici e schizofrenici facciano ormai parte integrante del comportamento umano, stati provocati dalla continua ed incontrollabile dicotomia tra l’adesione dell’essere al proprio programma individuale (quando ne ha la forza) o la continua ricaduta nei programmi preconfezionati ed imposti in sua sostituzione.

 

È una situazione pressoché inevitabile specialmente nelle fasi iniziali quando il neonato vive ancora dei corpi sottili dei genitori, specialmente di uno, quasi sempre la madre, oppure di qualche loro sostituto, non essendo ancora in possesso dei propri che sono e rimarranno in formazione fino abbondantemente oltre i venti anni.

Sebbene in questa situazione possano accadere incidenti e distorsioni in quanto anche il sistema operativo dei genitori può essere incoerente o insufficiente, il sistema operativo di base svolge comunque in qualche modo le sue funzioni in autoapprendimento. Nella maggior parte dei casi non si configurerà correttamente e occorreranno continui aggiustamenti nel corso dell’intera vita per riportarlo al servizio del percorso di vita individuale previsto originariamente.

 

In pratica tutti gli esseri umani sono “disturbati” ancor prima di nascere e tali condizioni si sommano di generazione in generazione in un processo che, salvo interventi radicali, sprofonda sempre più nella incapacità di intendere e volere anziché evolvere verso stati coerenti con il piano di vita originale.

 

Inoltre questi aspetti degenerativi rendono l’individuo meno bastante a sé stesso e sempre più dipendente da altri e da strutture esterne a sé.

 

Comunque sia, poco per volta, gli strumenti necessari per acquisire indipendenza saranno sufficientemente pronti per essere usati per acquisire un certo grado di indipendenza, ma non è detto che poi essi vengano impiegati a tale scopo.

 

Infatti una scelta di questo genere può essere fatta solo se, oltre a tutte le condizioni necessarie perché possa essere fatta, sia contemporaneamente disponibile una coscienza in grado di accettarne responsabilmente tutte le conseguenze.

 

Il che, visto cosa sta accadendo, sembra ormai impossibile a meno di eventi imprevedibili e sconvolgenti in grado di correggere il tiro, nonostante noi, in modo da riportare il sistema operativo di ciascuno al suo corretto funzionamento, costi quel che costi.

 

Perché è evidente, anche ai più sprovveduti, che non tenere conto correttamente di questi primi due fattori del funzionamento e comportamento umano non permette all’umanità di andare molto lontano, neanche andando molto piano, come essa potrebbe sperare ricordando il famoso proverbio: “chi va piano, va sano e va lontano”.

 

grafica, schemi e testo

pietro cartella

 

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