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Torre del Mare: la luna e le stelle
Continua l’analisi in chiave torremarina del cantico di Frate Sole. Questa è la volta della luna e delle stelle
Articolo di Patrizia Lotti
Pubblicato in data 02/10/2021

 

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle,
in celu l’ai formate clarite et pretiose et belle.

 

Negli ultimi giorni si susseguono sulla sempre più inesistente rivista Viaggi in Italia: dal Medioevo a Goethe  osservazioni immaginarie sull’ormai celebre (mah!) sosta di San Francesco sulla spiaggia di Torre del Mare.

L’articolo più recente è dedicato al ringraziamento del Santo  per la luna e le stelle. E come dargli torto, se si è addormentato sulla spiaggia guardando la luna sorgere dal mare dopo aver visto brillare nel cielo le prime stelle? Chiunque abbia passato anche una sola sera d’estate al mare non può non aver vissuto la magia che accompagna il tramonto, l’imbrunire dopo una giornata assolata, il languore del buio estivo con il suo carico di promesse proibite. Al mare, dicevo. Ma per noi torremarini veri le prime stelle e la luna che nasce dal mare sono qualcosa di più. Sì, perché noi la luna e le stelle le guardiamo ogni anno dalla stesso punto e non possiamo fare a meno di accorgerci che se loro non cambiano mai, noi siamo cambiati. Eccome se siamo cambiati! Ma sotto il nostro cielo crescere e poi invecchiare non ci spaventa. O almeno non spaventa me, e so per certo che è così per tanti altri. Non ci spaventa perché, anche in questo caso, Torre del Mare si manifesta come un luogo dello spirito, un frammento di  eterna continuità che ci fa sentire parte dello scorrere universale del tempo. E’ bello, nelle sere d’estate, lasciarsi cullare dalla luce delle stelle e dal riflesso  della luna sul mare, è un modo per perdersi nello spazio e nel tempo e sentirsi perfettamente bene, a proprio agio con se stessi e con il mondo.

Quando poi si parla di stelle cadenti la magia diventa ancora più dolce: memorabili le serate passate a guardare le stelle a San Lorenzo e dintorni, sulla spiaggia o sulla terrazza di casa, dove dondoli e chaise-longue ci hanno sempre aspettati tranquilli  e forse ( non dimentichiamoci che anche certi oggetti, come  certe case, qui a Torre del Mare, hanno un’anima) presagivano con un sorriso il nascere di un amore, due mani che si toccavano  e due bocche che nel buio si cercavano.

Il dieci Agosto, con le sue stelle cadenti, era un momento importante, una data che non si poteva dimenticare: da bambini festeggiavamo, rigorosamente sotto gli occhi delle mamme, i vari compleanni e onomastici  che cadevano in quel giorno in un tripudio di torte pomeridiane che si sono poi evolute magicamente nel tempo. Sono diventate le patatine di un aperitivo o una cena  in  un ristorante sulla spiaggia, sempre comunque  in attesa di  sedersi (o meglio sdraiarsi?) da qualche parte ad alzare gli occhi verso il cielo nella speranza di vedere una scia luminosa disegnarsi nel buio tra le stelle. E da lì, quante miriadi di parole di sorpresa, di gioia condivisa che conducevano sulla strada delle inarrestabili confessioni adolescenziali, della ricerca  confusa del proprio sé  più nascosto; soprattutto, quanti abbracci alla ragazza/o del cuore che li accettava con gioia, fingendo soltanto di accettarli a malincuore.

Insomma, la luna e le stelle, a Torre, forse hanno dato qualche risposta in più al pastore errante di turno, complici la luce e la bellezza che in loro ha sottolineato San Francesco. Che per altro le ha definite, oltre che clarite e belle, anche pretiose: che le abbia definite così perché, in qualche modo, presagisse, incantato dalla notte estiva sul mare,  che proprio lì sarebbe nato un luogo così magico?

Ma povero Francesco, cosa gli faccio dire!

 

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