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L’Angolo della Poesia
Angelo Maugeri, autenticità nella poesia.
Angelo Maugeri con la figlia Arianna
Articolo di Chicca Morone
Pubblicato in data 09/10/2021

Angelo Maugeri è nato a Motta Camastra (Messina) il 29 marzo 1942. Ha studiato a Messina, Napoli, Roma e Palermo. Dopo la laurea in lettere, conseguita presso l'Università degli Studi di Palermo, si è trasferito a Como, poi a Milano, infine a Campione d'Italia, dove ha insegnato per  quasi 40 anni. Le sue raccolte poetiche sono numerose e riflettono il suo essere cittadino di un mondo a volte ermeticamente magico, ma sempre avvolto nella realtà del quotidiano. Sposato con Rossella, è padre di Arianna e nonno di due nipoti a cui ha dedicato

 

È un mistero fiorito

la primavera che fa rinascere

rose giganti nei piccoli

giardini di casa.

Esili e delicati

come petali di rosa

i pensieri appena nati

nel nuovo passeggiare lungo l'antico

sentiero del mattino.

 

Giudicato uno dei migliori autori italiani contemporanei, viene festeggiato da Giancarlo Pontiggia curatore di Ancilia, i quaderni di poesia contemporanea, con queste parole: "Sono pochi i poeti che sanno serbare, con pudore, quasi in punta di piedi, l'ardore di una parola che strugge e incanta, e che è la chiave del loro inquieto, stupito guardare al mondo. Angelo Maugeri, una delle voci più nascoste e autentiche della nostra poesia, è fra questi, e ci consegna un libro in cui la delicatezza dello sguardo, la vibrante tenerezza delle sensazioni, la forza allusiva delle immagini si fondono con la tensione meditativa e la drammatica riflessione esistenziale"

 

Ha vissuto tra la Svizzera, l'Italia, la Germania, nato in Sicilia e studiato in varie città: questo essere errabondo, mentre dai suoi scritti percepisco l'essere profondamente radicato, cosa ha significato per lei?

La mia storia personale, in effetti, ha registrato questo doppio aspetto: da un lato l'erranza, dall'altro la permanenza. Aspetti in contrasto ma pure in armonia. Interdipendenti. Vissuti anche in chiave metaforica come una sorta di carattere esistenziale. Il risultato è che, nonostante il mio risiedere per un certo tempo in un determinato luogo, io mi senta fuori posto ovunque mi trovi. Potrei dire che vivo da esule in patria. Avverto stabilità solo nella "parola" della poesia, senza comunque farne il principio teologico. Ogni altra radice, anche quella siciliana, è per me un'astrazione. Ho già trascorso al Nord molti più anni di quanti ne abbia passati al Sud.

Quale è stata la sua dote migliore come insegnante?

Ho cercato di tirar fuori il meglio dai miei studenti attraverso l'ascolto e il dialogo personalizzato. Per far emergere la loro creatività e i loro talenti è di fondamentale importanza che si sentano ascoltati e non giudicati. Solo dando loro questo tipo di approccio si aiutano a sviluppare delle sicurezze personali che li portano poi a delle scelte consapevoli e alla formazione di una personalità civile. Le parole dette agli alunni sono come un seme che germoglia nel tempo. Negli anni mi è capitato spesso di incontrare ex alunni che, nel raccontarmi della loro vita da adulti, mi esprimessero la loro gratitudine per aver contribuito con le mie parole a segnare le loro scelte di vita. Ancora oggi sono in contatto con diversi alunni.

Dopo anni di insegnamento il tempo dedicato a se stesso e alla sua famiglia ha inciso sulla scrittura?

L'esperienza quotidiana – sociale, lavorativa, famigliare – ha notevolmente inciso sulla mia scrittura sia direttamente che indirettamente. Il lavoro come insegnante è stato impegnativo ma ricco di stimoli culturali e di soddisfazioni umane. La famiglia è stata il punto fermo della mia affettività. Il tempo dedicato alla scrittura l'ho dovuto sottrarre al riposo e al divertimento, sacrificando anche talune esigenze e attese della famiglia che, in ogni modo, mi è stata di grande supporto. Per questo sarò sempre grato a mia moglie e a mia figlia.

Lo stupore e il caos, la sua ultima raccolta

È un libro composito. L'ho scritto perseguendo un progetto aperto, non definitivo, inserendovi fatti, cose e persone appartenenti al mondo dei miei fantasmi interiori, dei miei timori e tremori. Dalla prima sezione che intende offrire un anno di storie appena accennate, il cui completamento è lasciato alla fantasia del lettore, si passa via via alle altre toccando alcuni temi per me fondamentali: la metamorfosi dell'io, la migrazione del senso, il trascorrere inesorabile del tempo, la corrispondenza con gli eventi naturali, l'attenzione a talune vicende epocali. Il titolo ha una propria ragion d'essere. La meraviglia del mondo è tanto più acuta quanto più è inserita nel flusso di una realtà imprevedibile, in continua trasformazione, caotica nel senso che niente è definitivamente certo. Basta il battito d'ali di una farfalla per modificare un evento a migliaia di chilometri (in base alla famosa teoria del caos di James Yorke).

Ancilia. Quaderni di poesia contemporanea diretta da G. Pontiggia.

I quaderni di Ancilia sono, a mio avviso, il fiore all'occhiello delle edizioni Puntoacapo. Indubbiamente importante è la direzione della collana affidata a Giancarlo Pontiggia, generosamente sostenuta dall'impegno critico del direttore editoriale Mauro Ferrari e dall'attività promozionale della titolare Cristina Daglio. La collana vuol promuovere la poesia come un bene prezioso, da custodire e da difendere contro inautenticità e contraffazioni.

La poesia, nonostante sia la Musa più difficile da approcciare, viene interpretata spesso liberamente con risultati discutibili: perché?

La poesia è nutrimento dell'anima. Come accade al cibo, la sua bontà dipende dalla capacità e dalla bravura, dalla creatività e dalla genialità di chi si mette ai fornelli. È bello provarsi. D'altra parte, nell'esercizio di tutte le arti, l'improvvisazione comporta il rischio del fallimento, l'incompetenza suscita il dileggio, l'ingenuità la compassione.

Che cosa maggiormente la ispira: luoghi, persone, situazioni?

Come si sa, la poesia può essere generata da un'emozione, un sentimento, una meraviglia, come pure da un tormento, un dolore; ma non si limita a tradurre ciò da cui si origina, piuttosto lo sottopone al vaglio della riflessione. Luoghi, persone, situazioni sono tutti elementi che animano la memoria e l'immaginazione, vale a dire la trama e l'ordito della scrittura creativa.

Il poeta dovrebbe essere il medium tra l'uomo e la Natura.

L'occhio cerca nella varietà dei paesaggi lo scenario più adatto per raccontare le proprie emozioni e sensazioni, in una continua corrispondenza con gli elementi naturali. L'adesione alle vicende della Natura serve a proiettarne le immagini sullo schermo dell'anima. Si tratta di sensibilità analogica più che metaforica. Ovviamente, il ruolo vivificante dello sguardo consiste nella grazia della visione oltre l'apparenza del visibile e del vivibile.

Il reale ruolo dell'intellettuale nella società dominata dai media.

Dall'intellettuale organico in senso gramsciano o disorganico in senso pasoliniano, siamo passati all'intellettuale semplicemente "social". Facciamo tutti da mediatori, da interpreti di una realtà sempre più complessa, sempre più fluida, caratterizzata dalla pervasività degli strumenti della civiltà tecnologica avanzata. D'altra parte, non credo a una professione intellettuale esclusiva e non amo gli intellettuali carismatici, i cosiddetti opinion makers o opinion leaders. Ho sempre temuto l'influenza esercitata da una sola o da poche persone. A distanza di anni, mutata la temperie culturale, se ne scoprono gli errori e le parzialità, con rammarico o scorno. I margini d'errore sono sempre troppo ampi perché l'intelligenza dell'uomo possa coprirli o scoprirli per intero.

La pandemia ha cambiato le nostre abitudini: per lei in meglio o in peggio?

Per me, in peggio. È stata ed è tuttora un test che ha messo a dura prova la capacità di affrontare e sopportare il dolore. Ha acuito i problemi esistenziali comuni, dalla sanità al lavoro ai rapporti sociali. A mio parere, le restrizioni sociali, pur necessarie in determinati periodi particolarmente pericolosi, hanno contribuito a creare o ad accrescere distanza psicologica, depressione morale, conflittualità verbale e fisica soprattutto in soggetti psichicamente deboli. Il confrontarsi con la malattia e con la morte non ha provocato alcuna rivoluzione interiore generale, piuttosto ha creato assuefazione alla morte (degli altri).

Aumento violenza domestica, criminalità organizzata e altri reati diversi dal passato, come porvi rimedio?

Il mio generale scetticismo vira verso un radicale pessimismo. Non credo in un mondo migliore, in una società priva di conflitti. Penso che l'umanità si troverà sempre davanti a questi problemi. Irrisolti e irrisolvibili a livello planetario. Sono convinto che è nella natura dell'uomo aggregarsi e nel contempo seguire gli istinti peggiori indirizzando ragione, senso logico e sentimenti verso il male. Solo un profondo, totale sconvolgimento interiore potrebbe creare una vera alternativa. Ma dovrebbe interessare l'intera umanità.

Con la bacchetta magica cosa cambierebbe di lei e del mondo in cui vive?

Di me non cambierei nulla. Volente o nolente, mi accetto per quello che sono e che sono stato, pur con tutti i miei limiti, errori, fallimenti, incongruenze, contraddizioni. Cambiare qualcosa di me vorrebbe dire in qualche maniera rinnegare il mio essere poeta. Del mondo in cui vivo e che per molti aspetti avverto ostile cambierei l'atteggiamento spesso offensivo, o addirittura violento, verso chi, nel rispetto delle regole comuni, ha un diverso modo di essere, vivere, pensare, sentire.

Il suo "bambino di carta" preferito

Ogni mia raccolta di poesie risponde a un'esigenza interiore che ogni volta aggiunge un nuovo capitolo, significativo e distintivo, alla mia ricerca poetica. La quale, poi, si configura essenzialmente come ricerca della mia personale, autentica "voce" poetica. Una ricerca che comunque non finisce mai. Si va così a comporre un'unica costruzione, con le sue sporgenze e rientranze, le luci e le ombre. Con uno sguardo al futuro, preferisco privilegiare le "cose" che vado scrivendo ora e che non so se saranno mai pubblicate.

Se volesse farsi fare un ritratto, a chi lo commissionerebbe? Sono alquanto indifferente ai ritratti fotografici o pittorici (benché non mi sottragga ai selfie). Un ritratto scritto sarebbe già diverso: lo vorrei da un esperto di "coccodrilli". Mi tratterebbe, forse, con una certa benevolenza.

 

 

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