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Cronaca Nazionale
La caduta di stile del giornalismo di Sinistra
Triste analisi dell'attacco di Lilli Gruber a Mario Giordano.
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 20/11/2021

Nei giorni scorsi vi ho parlato dell’odio che la Sinistra ha riversato sul giornalista Alfonso Signorini e speravo che la cosa finisse lì. Purtroppo, invece, praticamente in contemporanea, un’altra esponente della Sinistra del nostro Paese si è scagliata contro il giornalista Mario Giordano attaccandolo per un suo difetto fisico.

A Sinistra, a quanto sembra, piace molto covare e fomentare odio contro tutte quelle persone che non sposano le loro tesi e le loro metodologie talvolta perverse.

Lilli Gruber, presentatrice di “Otto e Mezzo” su La7, dimostrando scarsa sensibilità umana e sicuramente poco rispetto per un collega, durante un evento pubblico ha dichiarato: “Per me Mario Giordano non è un collega. Se faccio un verso, sai chi è questo Giordano”.

Vedere una donna di 64 anni che fa versacci e smorfie per deridere un giornalista a causa della sua voce squillante è deplorevole. Usare un difetto fisico per attaccare una persona e delegittimarne il pensiero è degno dei peggiori regimi totalitari.

Lilli Gruber, che all’anagrafe si chiama Dietlinde, ha proprio superato il limite della tollerabilità. La “rossa” Gruber, già Eurodeputata del “Gruppo del Partito del Socialismo Europeo”, non avendo argomentazioni valide per smentire le teorie giornalistiche di Mario Giordano scade nel grottesco e mette in scena uno spettacolo ridicolo e stomachevole dinanzi ad un pubblico che – anziché abbandonare la location – ha continuato ad ascoltare l’irriverente conduttrice bolzanina.

Martedì sera Mario Giordano ha aperto la sua trasmissione “Fuori dal Coro” così: “Ebbene sì cara Lilli Gruber, ho una brutta voce. Che ci vogliamo fare? E’ un mio difetto fisico: ti chiedo scusa, vi chiedo scusa. Ho una brutta voce, ho un difetto fisico”.

Dobbiamo tener presente che la Gruber è stata una delle più accese sostenitrici del Ddl Zan, quell’orribile legge che avrebbe messo il bavaglio a chi non conveniva con le teorie del gender tanto care al mondo LGBT.

Bene, anzi male, la paladina dei diritti civili a trazione arcobaleno si permette il lusso di attaccare un avversario ideologico usando un suo difetto fisico per farlo apparire ridicolo agli occhi del pubblico. Un simile atteggiamento configura, senza dubbio, un atto di bullismo mediatico che La7 non può lasciar passare indenne.

Rita Dalla Chiesa, conduttrice televisiva e figlia del Generale Carlo Alberto, ha voluto schierarsi dalla parte di Giordano ed ha così commentato: “quello che ha detto Lilli Gruber contro Mario Giordano, preso vergognosamente in giro per la sua voce, dovrebbe portare a qualche riflessione sul politicamente corretto che vale a senso unico. E non oso pensare se fosse successa la cosa al contrario”.

Come si può non concordare con la Dalla Chiesa? Proviamo a immaginare se Mario Giordano avesse fatto una battuta, per esempio, sulla pelle della signora Gruber. Si sarebbe urlato al sessismo, alla misoginia o chissà a quale altra forma di presunta discriminazione.

Siccome la vittima del bullismo mediatico è un essere umano di sesso maschile allora tutto passa in sordina e sotto traccia. Le donne possono irridere e mancare di rispetto agli uomini e tutto risulta lecito. Bella parità dei diritti. Cosa ne pensa in merito Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità?

Pietro Senaldi, Condirettore di “Libero”, visto il becero siparietto messo in piedi dalla sinistra conduttrice di casa La7, ha commentato: “La Gruber è una grandissima giornalista, ha fatto uno scoop straordinario, gli italiani non se n’erano accorti. Ha scoperto che Mario Giordano ha una voce stridula. Non solo: la giornalista ha sentito il bisogno di fargli il verso. Giordano ha aperto la sua trasmissione “Fuori dal Coro” rinfacciandole la caduta di stile. Se Giordano avesse ipotizzato che la Gruber è una tirata [ossia una che si è fatta fare ritocchi estetici] chissà che cosa sarebbe successo”.

Capisco che negli ambienti della Sinistra il giornalismo d’inchiesta portato avanti da Mario Giordano possa non piacere. Capisco che un giornalista che parla di case occupate abusivamente – per la maggior parte da immigrati – possa essere “scomodo” per la categoria. Capisco anche che lo share di Rete4 possa essere una spina nel fianco della rete di Urbano Cairo.

Capisco tutto ma c’è un limite oltre il quale è bene non andare. Il rispetto delle professioni, delle professionalità e delle persone non può mai venir meno.

Mario Giordano è un giornalista, uno scrittore, un marito, un padre di famiglia e un italiano che lavora onestamente per vivere. Se la Gruber ha qualcosa da dire sul suo operato lo può fare entrando nel merito delle questioni, segnalandolo all’Ordine dei Giornalisti o, in caso di reato, deferirlo alla Procura della Repubblica ma non ha alcun diritto di fare del bullismo mediatico utilizzando come arma d’attacco un difetto fisico.

Questo tipo di giornalismo “rosso” a cui, ahimé, ci stiamo abituando è disdicevole. Esprimo massima solidarietà al conterraneo Mario Giordano sperando che la signora Gruber trovi l’umiltà e l’educazione per porgergli le più che doverose scuse per ciò che gli ha fatto.

Sicuramente continueremo a tener d’occhio il clima d’odio che serpeggia a Sinistra nella speranza che non accadano mai più fatti così imbarazzanti.

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