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Cronaca
Gas naturale e nucleare IVªG fonti sostenibili? Metamorfosi energetiche di origine politica
Il Sistema Mondo Neoliberista Globale riuscirà a rallentare senza implodere, affrontando in modo mirato il riscaldamento globale?
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 13/01/2022

Abbiamo salutato il 2021, anno di memorabili eventi, tra i quali il primato di essere stato uno degli anni più caldi della storia del mondo (tutti nel terzo millennio) e in Italia, il più secco da 70 anni (Arpa). Nel Nord-Ovest non piove e non nevica quasi più e il deficit idrico del Piemonte è endemico (Arpa). Il 2022 segnerà un’inversione di tendenza?

La realtà oggettiva è che attorno al Mediterraneo, in pochi decenni, la ciclicità delle stagioni e la rotta delle correnti atlantiche e africane hanno subito un radicale mutamento. I motivi sono: incremento del consumo del suolo, emissioni di gas serra, dubbie manipolazioni dell’umidità in atmosfera e sinergia tra tutte le cause del riscaldamento globale convergenti in un mare modesto quale il Mediterraneo. Bacino idrico privo di ampi sbocchi e correnti nordiche, a contatto di un’atmosfera sempre più calda e diventato un accumulatore di calore, a causa dell’inerzia termica fisica dell’acqua.

Non c’è da stare allegri. Il ripristino del ciclo naturale dell’acqua è impossibile in una interazione cielo-acqua-terra-calore che si autoalimenta sotto un “cappotto” gas serra perfetto che tiene il mare al caldo come in un boiler. 

Senza un brutale arresto di tutti i gas serra generati dai combustibili fossili, e senza un totale stop al consumo del terreno, con una imponente opera di forestazione, sia in area mediterranea che nel resto delle terre emerse, il clima africano è ciò che ci spetta.

Lo sappiamo, si tergiversa e si fischietta. Il nostro “avanzato” e luccicante Giga-stile di vita, sempre più staccato da un dialogo con la natura, pretende sempre più energia elettrica

La grande illusione

Appena spente le luci del G 20 di Roma e della COP26 di Glasgow, dove quasi 200 Paesi hanno tentato di accordarsi su sviluppo sostenibile, biodiversità, emissioni di CO2 e riscaldamento globale, le buone intenzioni si sono scontrate con l’energia elettrica. Non cresce in natura. Bisogna fabbricarla, le centrali servono a questo e con qualcosa bisogna farle girare.

È vero che l’energia elettrica da fonti rinnovabili è in crescita. Nel mondo è al 26%, e in Italia è al 42%, per maggioranza idroelettrica. Ma nel contempo, tutta la domanda di energia, non solo elettrica, ma anche per motricità terrestre, aerea e navale, a livello globale è in continuo aumento.

I motivi sono legati all’andamento positivo di un’economia di mercato sempre più vorace, alla forte richiesta di riscaldamento invernale e per il refrigerio in un mondo sempre più caldo e poi, l’aumento del benessere sul Pianeta mega popolato, esige sempre più optional elettrici. Dunque si innesca un giro perverso: da una parte aumenta il% Green verso la transizione energetica, dall’altra, l’aumento della richiesta di energia ha bisogno dei consueti combustibili fossili, vitali per mantenere il passo.

Poco importa quali Stati ne facciano maggior uso, il dato fondamentale e poco controllabile è quello delle tonnellate di gas serra emesse, nonostante l’incremento delle fonti rinnovabili. 

Fresche notizie sull’energia

Molti avranno notato che tra uno spot e l’altro sulla pandemia, i telegiornali stanno diffondendo numerose notizie collegate alle questioni energetiche:

  1. a - aggiornamenti sui vertiginosi aumenti delle bollette energetiche che stanno mettendo in crisi famiglie e industrie;
  2. b - completato il gasdotto Nord Strim sotto il Baltico e procede quello Trans anatolico dall’Azerbaigian alla Puglia, all’Europa;
  3. c - aumento del prezzo al barile di petrolio causa forte richiesta internazionale;
  4. d - la Commissione Europea intende promuovere il gas naturale e l’energia nucleare di 4ª generazione a fonti sostenibili.

 

Voci che descrivono l’impotenza del “Sistema Mondo” di fronte a irrisolvibili contrasti:

 

  1. a - Il riscaldamento globale non si può trattare senza un repentino distacco dalle fonti non rinnovabili;
  2. b - il distacco dalle fonti non rinnovabili non è possibile senza rivedere lo sviluppo insostenibile del Sistema Mondo.

Occorreva una trovata politico economica

 

La proposta di Bruxelles ha sollevato cori di “no!” Da quel mondo di gente pensante che ormai non conta quasi più niente. Il dado è tratto, anche se l’energia nucleare, tanto cara ai francesi, pulita, non lo sarà mai. Il gas naturale pure, e Macron dovrebbe studiare chimica. Dichiarare gas naturale ed energia nucleare fonti sostenibili non è come ritenerle rinnovabili. Ma anche nel Parlamento.it, Supermario ha dato l’ok e già litigano fazioni di pareri opposti.

 

È un gioco delle tre carte obbligato dall’economia di mercato monopolista che si è incastrata in un effetto domino destinato a un solo epilogo:

 

  1. 1 - Il “capitalismo neoliberista” Globale, dopo aver succhiato i capitali e le risorse del mondo non potrà svilupparsi all’infinito;
  2. 2 - l’attuale modello di sviluppo genera sovrapproduzione. A breve termine si tramuta in un precario boom di alcuni Stati destinato a collassare su se stesso, ma finché può si rigenera;
  3. 3 - è un’economia che non può arretrare dalla sua espansione, possibile solo grazie alla energia elettrica, quindi, alle varie fonti primarie;
  4. 4 - poiché si tratta di una corsa pilotata tra “regioni del mondo” o agglomerati di stati privati di sovranità, sono pochi i leader che decidono, gli altri dipendono;
  5. 5 - la promozione di nucleare e gas a fonti “sostenibili” è imposta da un sistema che non riesce a immaginare un calo della sua crescita;
  6. 6 - la riconversione Green richiede tempo, servono compromessi, perciò gas & nucleare sono dichiarati sostenibili dall’oggi al domani;
  7. 7 - quindi, l’obiettivo primario non è una sostenibilità ecologica, quanto una sostenibilità del tipo di sviluppo alla base del problema, che succhierà petrolio & gas fino all’ultima molecola, malgrado accordi e gas serra.

 

Gli estremi dei giochi di parole

 

La manipolazione mediatica ha distolto l’analisi critica sulla verità già dall’avvento del "quarto potere", ma per  aprire gli occhi serve poco, in primis, talvolta cedere al dubbio e poi, guardare le cose chiamandole per nome.

 

Le energie non rinnovabili sono quelle generate da fonti destinate ad esaurirsi nel tempo: carbone, petrolio, gas naturale, uranio, plutonio. Dunque le due new entry nel sostenibile non sono rinnovabili, ma da un punto di vista ecologico e non economico, sono sostenibili (pulite)?

 

Il gas naturale non lo è, riguardo le centrali nucleari IVªG, va chiarito che si tratta solo di una miglioria delle precedenti a fissione IIIªG, e pulite non saranno mai poiché il problema delle scorie è irrisolvibile in modo accettabile.

Altra cosa sarebbe il processo di fusione che rappresenta quel che accade nel sole e nelle stelle. Ma siamo ben lontani da una tecnologia di utilizzo.

 

Il “nocciolo” del problema poi, rimane un altro: quanta energia vogliamo ancora? E come l’adoperiamo? (Esempio: la catena alimentare assorbe il 30% totale di energia e il 38% di cibo viene sprecato)

 

Conclusioni.

 

Nel 1990 le emissioni da attività umane globali di CO2 erano di 4 miliardi di ton. Dal 2015 al 2020 sono state pari a 305 miliardi di ton. Attualmente sono 440 le centrali nucleari in 32 paesi, tutte a fissione, e producono il 10% dell’energia elettrica.

 

Alla luce degli escamotage della Commissione Europea, che erano nell’aria già da tempo, e del continuo aumento delle richieste di gas naturale e petrolio, nonostante l’incremento delle fonti rinnovabili e il pur tardivo inizio della transizione energetica, possiamo credere che gli accordi di Parigi del 2015 relativi al contenimento dell’aumento della temperatura globale di 1,5° entro il 2050 sia fattibile senza un calo della richiesta energetica nel “Sistema Mondo”, o qualcuno si sta, e ci sta raccontando frottole?

Come già più volte espresso, la vera svolta green consisterebbe nel ripensare un modello di vita molto più equilibrato e morigerato, in armonia con i ritmi della natura e svincolato dall’oppio dei popoli, sua maestà il denaro, ormai gestito da pochi. Ma un rallentamento dei consumi non è un argomento trattato dagli accordi sul clima, la "guerra fredda economica mondiale" non dichiarata, su certi principi non fa dietro-front.

 

Ma in verità, quanti di noi sono disposti a rinunciare al fascino perverso di questo nostro funambolico progresso suicida? Quanti ritengono esagerato l’allarmismo sulla salute del Globo Terracqueo? E quanti nervosi inconcludenti pensano ancora che Greta Thunberg sarebbe stato meglio fosse andata a scuola?

 

Forse sono ancora in molti i dannosi giustizialisti da tastiera incapace di accettare scomode verità. Dunque questo scritto resterà “un esercizio d’accademia” come tanti altri che inascoltati gridano “al lupo” da ogni parte del mondo. E del Mondo sia ciò che ne sapremo fare nel tempo ignoto che ci resta.

Fonti: Arpa, ANSA Ambiente-Energia, Legambiente, Istituto Nazionale di fisica nucleare, FAO...

 

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