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Cultura
Piacenza - La Città raccontata in una mostra
Un viaggio da inizio Novecento fino ai giorni nostri attraverso l’esposizione di numerosi quadri fotografie d’epoca rare cartoline. L’evento è sostenuto interamente dalla Banca di Piacenza
Articolo di Gianfranco Piovano
Pubblicato in data 22/01/2022

Ancora pochi giorni per visitare – fino al 23 gennaio- l’interessante mostra “la Piacenza come era”curata con competenza da Laura Bonfanti.   

L’evento promosso e organizzato interamente dalla Banca di Piacenza  .La Piacenza che era”è un viaggio- scrive nella presentazione della mostra Laura Bonfanti - da inizio Ottocento fino ai giorni nostri attraverso il quale si presenta lo stretto rapporto tra le città e i suoi abitanti, in un insieme armonico di interazioni e ammodernamenti capaci di rendere questo territorio l’unicum che è oggi”.

Oltre cento opere  pittoriche presentate, seppur con alcune eccezioni, prevalentemente sono databili tra l’inizio dell’Ottocento e la fine del Novecento. I capolavori del XIX secolo sono del francese Hippolyte Sebron (dipinto designato anche come immagine mostra) e dell’olandese –belga: Jacques François Carabain , degli italiani Giovanni Migliara e del suo allievo Federico Moja. 

A questi, vengono affiancati pittori locali operanti soprattutto nel XX secolo, tra i quali menzioniamo Luciano Ricchetti, Elvino Tomba, Osvaldo Barbieri (BOT), Bruno Sichel ed Ernesto Giacobbi. Accanto alla pittura a olio, sono accostati alcuni disegni e bozzetti, di cui i principali eseguiti dallo stesso Migliara e da Alessandro Sanquirico. 

Segue una serie composta da bassorilievi in ceramica a firma del piacentino Giorgio Groppi, la maggioranza di questi pezzi sono di proprietà della Banca di Piacenza. I medesimi scorci pittorici vengono poi presentati attraverso una cinquantina di fotografie scattate dai più  rinomati fotografi attivi nel Novecento nella città: i fratelli Eugenio ed Erminio Manzotti, Giulio Milani, Gianni Croce e da vari privati.

“Ma la mostra,non è poi neanche solo questo. È anche – scrivono nel saluto istituzionale, Giuseppe Nenna (Presidente del Cda della BdP) e  Corrado Sforza Fogliani  (Presidente del Ce della BdP) una enciclopedia  della piacentinità, un’enciclopedia che ci racconta aneddoti, che ci da spiegazioni, che ci illustra tante cose …..”

Il percorso espositivo  si sviluppa tra le varie sale di Palazzo Galli (sede della Banca di Piacenza) Salone dei depositanti, Sala Carnovali, Sala Raineri e Sala Douglas Scotti- le quali sono a loro volta suddivise in diverse sezioni, queste ultime vengono ripartite sia geograficamente che cronologicamente.

Il visitatore può comprendere-grazie all’aiuto puntuale di pannelli e didascalie - le modifiche strutturali subite dalla città nei vari periodi individuando le motivazioni e le necessità che hanno portato a questi cambiamenti architettonici.

Per comprendere le epoche ritratte e i relativi cambiamenti e i relativi cambiamenti è ulteriormente interessante analizzare, attraverso episodi di vita vissuta i principali posti frequentati dai piacentini.

Sempre nei dipinti e nelle fotografie in mostra, è possibile vedere lo scorrere del tempo, l’alternarsi delle stagioni e comprendere il modo in cui appare la città, almeno fino alla prima metà del Novecento: risulta essere formata soprattutto da edifici di media altezza, costituiti da due o tre piani che creano un senso di armoniosa orizzontalità, una proporzionata coerenza di volumi e di linee che vengono interrotte quando si incrocia una piazza, un giardino, un monumento civile o religioso.

Osservare soffermarsi sulle opere presenti in mostra – oltre cento pezzi - possiamo notare in che modo gli artisti, di passaggio, residenti, sono rimasti affascinati d questa città d’arte, tanto da lasciarsi ispirare da ciò che avevano davanti agli occhi,volendo fissare, spesso su tela o pellicola questo ricordo.  

Fortunatamente le mostre passano ma rimangono i cataloghi, per l’occasione è stato pubblicato un bellissimo catalogo edito dalla Banca di Piacenza – che ha ottenuto anche i complimenti dal professor Vittorio Sgarbi- con testi di Laura Bonfanti curatrice della splendida mostra, Valeria Poli, Carlo Ponzini e Maria Teresa Sforza Fogliani Fava.

La sensibilità che l’istituto di credito ha verso la città, lo possiamo rilevare nelle ultime pagine del volume, dove viene annunciato  il fitto programma  varato per celebrare i 500 anni della posa della prima pietra di Santa Maria di Campagna.  

Descrizione immagini

Foto copertina libro-catalogo mostra

Foto 1 Giovanni Migliara”Santa Maria di Campagna”, 1831ca. China su carta mm190x310 , Collezione privata  

Fot0 2Hippolyte Sebron “Piazza dei cavalli a Piacenza”, 1836, olio su tela , cm38x57,5 Collezione banca di Piacenza

Foto 3 Jacques François Carabain “Piazzetta delle grida”, 1894ca. Olio su tela, cm70x50, Collezione Banca di Piacenza.

Foto 4 Federico Moja “Oiazza dei cavalli, 1840 Olio su tela cm74x99,5, Collezione privata

Foto 5 Osvaldo Barbieri - BOT “Scorcio di Piazza dei Cavalli”,1954 Olio su tavolacm47x70cm Collezione privata

Foto 6 Osvaldo Barbieri – BOT “Scorcio della chiesa delle Benedettine”, 1940-1050ca. Collezione galleria Nuovospazio di Tagliaferri 1979

Foto 7 Alessandro Sanquirico “Piazza Duomo”,1827 China su carta mm380x430, Collezione privata

Foto 8 Francesco Ghittoni”Vecchio che mangia la zuppa”, 1877ca.olio su cartone cm33x21, Collezione Banca di Piacenza

Foto 9 Giulio Milani “Piazza dei cavalli con palazzo Gotico” inizio ‘900 Archivio storico Croce

Foto 10 Gianni Croce “La rimozione delle sculture equestri di Francesco Mochi durante la seconda guerra mondiale”, 1943 Archivio storico Croce

Le immagini sono tratte dal volume:

“la Piacenza che era”, a cura di Laura Bonfanti, ill. colri e b/n 247 pp. Banca di Piacenza 2021 s.i.p.

 

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