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Torino - In ricordo del PONTE MORANDI
Un grande concerto di autori contemporanei in memoria delle vittime della tragedia del 2018.
Articolo di Giovanni Tasso
Pubblicato in data 01/04/2022

Il 14 agosto del 2018 si verificò il crollo del Ponte Morandi di Genova, una terribile sciagura che causò la morte di 43 persone e suscitò lo sdegno e lo sgomento di tutta l’Italia. Per mantenere vivo il ricordo di questa disgrazia, l’Accademia Corale Stefano Tempia e l’Accademia della Cattedrale di San Giovanni di Torino hanno organizzato, con il fondamentale sostegno del Rotary Club Torino Duomo e la collaborazione dell’Associazione Parenti delle Vittime del Ponte Morandi, un concerto che si terrà in anteprima nazionale il 2 aprile alle ore 21 nella Cattedrale di San Giovanni Battista di Torino e in prima esecuzione nazionale assoluta.

 

Il giorno successivo alle ore 21 nella Basilica della Santissima Annunziata del Vastato di Genova, comprendente un programma che abbina tre brani commissionati per l’occasione (14 agosto per mezzosoprano, coro e orchestra di Giuliana Spalletti, Disoriente per mezzosoprano e orchestra di Marco Sinopoli e Vele di luce per mezzosoprano e orchestra di Giancarlo Zedde, tutti su testi poetici di Giacomo Bottino) alla Pastorale d’été di Arthur Honegger e al tenero Siegfried-Idyll di Richard Wagner.

 

L’evento è realizzato con il contributo del Comune di Genova e il patrocinio dell’Arcidiocesi di Genova. 

Per il concerto di Torino è richiesta un’offerta minima di 10 euro, mentre quello genovese è a ingresso libero.

 

Oltre a celebrare la memoria di una spaventosa tragedia, sotto l’aspetto artistico questo concerto consentirà al pubblico di ascoltare in prima esecuzione assoluta tre opere di ampio respiro di autori contemporanei, nell’esecuzione del giovane mezzosoprano torinese Laura Capretti e dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia “Stefano Tempia” (maestro del coro: Luigi Cociglio) che, dopo la fase più dura della pandemia, tornano finalmente a realizzare una grande produzione sotto la bacchetta di Antonmario Semolini, nuovo direttore musicale.

Mentre i “classici” di Honegger e Wagner non hanno bisogno di troppe presentazioni, qualche nota è doverosa sui brani in prima assoluta. Per parlarci di questi lavori, cedo volentieri la parola a Giacomo Bottino, non solo autore dei testi poetici, ma anche tra i principali organizzatori di questo evento.

 

14 Agosto è la presa d’atto della notizia della tragedia, una consapevolezza progressiva perché inizialmente incredibile, che genera una sorta di dolore cosmico, senza mai perdere il contatto con la realtà della cronaca e della storia.

 

Vele di luce è un vero e proprio inno a Genova, alla sua “anima” descritta da Anton Cechov in modo impareggiabile:

«Per le strade di Genova cammina una folla meravigliosa. Quando si esce, di sera, tutta la strada è colma di gente. Poi te ne vai a zonzo, senza una meta tra quella folla; vivi della sua vita, ti confondi a lei nell’anima; e cominci a credere che possa esistere una sola anima universale».

 

Un inno alla sua capacità di intraprendere nuove rotte e di ricostruire sulle fondamenta della memoria collettiva.

Disoriente si presenta come una riflessione sui segni dei tempi che viviamo, sullo spaesamento, sulla smarrimento dei punti cardinali tradizionali, sulla necessità di recuperare il senso dell’umano come bussola per ristabilire un’alleanza con la natura, un nesso di convivenza, una direzione per l’esistenza.

 

L’idea di un nuovo Umanesimo, che pone non l’uomo, ma il rapporto uomo-natura al centro di una rinnovata cosmologia, sta all’origine di questo progetto memoriale dedicato alle vittime del Ponte Morandi.

Un percorso che segue una costellazione di fatti e stati d’animo: il crollo, la lacerazione, la tragedia, poi il soccorso, la solidarietà, la rinascita spirituale, infine, la progettualità, la speranza, la ricostruzione e, dunque, la riconciliazione, il bisogno di redenzione, il rinnovamento dell’alleanza tra uomo e natura.

Sono queste le tappe e i cardini su cui posano i brani sinfonici e vocali in programma, che attingono ai territori della commozione individuale e collettiva, al cospetto di un avvenimento reso ancor più doloroso dall’assurdità che lo rende indicibile. “Lingua mortal non dice”, le è impossibile trovare le parole per descriverlo, ma, soprattutto, per spiegarne le cause, se non ricorrendo all’incuria, all’interesse bieco, alla più riprovevole delle insensatezze.

 

Ha scritto la grande poetessa e scrittrice Ingeborg Bachmann:

«Il linguaggio è la pena. In esso tutte le cose devono entrare e trascorrere secondo la misura della loro colpa».

Da qui il pensiero che linguaggi differenti da quelli più consueti, codici espressivi più radicali e simbolici, possano rappresentare la via da intraprendere nel cuore del dolore e della rinascita: la musica e la poesia, arti intimamente legate alle dinamiche emozionali della mente, che esprimono nella sfera percettiva della sonorità i sentimenti, le riflessioni, la dialettica interiore.

 

Un denominatore tematico accomuna i cinque brani proposti: cinque “isole” di un arcipelago il cui centro è l’impulso, lo slancio vitale, nonostante tutto e a maggior ragione, della speranza, nel momento stesso in cui viene contraddetta, mortificata dal male che irrompe nella quotidianità e nella storia.

Salva, allora, coltivare l’umano che c’è nell’uomo, che alberga in noi. Questa cultura, raccomandata da uno dei massimi studiosi della psiche del Novecento, Eugène Minkowski, è l’unica, autentica possibilità offertaci per correggere il negativo, per ristabilire un’arca di alleanza fra i viventi e il regno della fisicità, della materia che va animata, del nulla che va cacciato fuori dal nostro orizzonte.

 

Un’alternanza di forme creative e stilistiche, che si segnala principalmente come uno degli assi portanti della progettazione dell’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, centro di irradiazione culturale e artistica del Duomo di Torino: la committenza rivolta ad autori contemporanei, le cui opere nella fattispecie saranno eseguite in prima assoluta dall’Orchestra Stefano Tempia.

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