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Politica Nazionale
Elezioni politiche anticipate
Contrassegni elettorali attrattivi come specchietti per allodole
Articolo di Armeno Nardini
Pubblicato in data 23/08/2022

Col deposito delle liste nei termini previsti dalla Legge elettorale, è finito il tormentone degli inserimenti e delle esclusioni, che ha tenuto banco sui mezzi di informazione, sollecitando legittime curiosità e desideri, che risultano ora in parte appagati e che, per altra parte, sono andati delusi. Sappiamo ora chi potremo votare e, mentre la campagna elettorale entra nel pieno della attività, che sarà, sempre più frenetica, potremo cominciare a dare una risposta alla domanda, frequente in questi giorni di sbandamento politico: “Ma chi dobbiamo votare?”.

La nostra Costituzione all’Art. 49 prevede che “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Un partito accomuna persone legate da una medesima visione politica di gestione dello Stato. Al suo interno possono formarsi correnti o fazioni, che potrebbero dar luogo a formazioni occasionali di gruppi politici. Non sono invece un partito, ma ne possono diventare, i movimenti politici, che nascono come strutture organizzate gerarchicamente, le quali si prefiggono di cambiare il sistema politico del Paese.

Nel modello predisposto per le votazioni, si dice che il contrassegno elettorale può essere depositato da parte del “presidente o segretario o rappresentante legale di un partito / gruppo / movimento politico”. Ben 98 soggetti politici hanno depositato al Viminale, presso il Ministero degli Interni, i loro contrassegni coi quali concorrere il 25 settembre prossimo alla elezione di 400 Deputati e 200 Senatori: sono meno dell’ultima volta perché la riforma costituzionale ha previsto, infatti, il taglio di 230 Deputati e di 115 Senatori.

Le "Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature" sono contenute in un corposo dossier di ben 342 pagine. Vi si legge, tra l’altro, che: è vietato presentare contrassegni che “riproducono immagini o soggetti religiosi” e che “è fatto assoluto divieto di presentare contrassegni identici o confondibili con quelli che riproducono simboli utilizzati tradizionalmente da altri partiti" o che fanno riferimento a ideologie di stampo fascista o nazista.

Sono stati presentati 101 contrassegni; ne sono risultati regolari 75. Nel loro variopinto panorama permangono, in alcuni, simboli quali scudo crociato, falce e martello, foglia di edera, garofano, fiamma tricolore, che rimandano a soggetti politici storici; in tanti altri sono presenti disegni e scritte, che possono lasciare perplessi e interdetti. Tutti, sulle schede elettorali, avranno un diametro massimo di tre centimetri e questo penalizzerà certi contrassegni - a colori dal 1922 - più densi di disegni e scritte, che potrebbero risultare illeggibili.

Il contrassegno sulla scheda elettorale è diventato obbligatorio con la riforma del 1919, la quale ha esteso il diritto di voto a tutti i cittadini maschi di almeno 21 anni di età o che avevano già prestato il servizio militare; a quell’epoca, infatti, il simbolo poteva consentire di votare il partito prescelto anche a chi, a malapena, sapeva leggere e scrivere, giacché oltre il 35 % della popolazione era di analfabeti.

Il contrassegno elettorale, simbolo distintivo del soggetto politico, rimanda al programma politico dello stesso. Votare un simbolo, significa condividerne il programma e sostenerne il soggetto perché lo realizzi da eletto. Ma, riferisce Gabriele Maestri, Dottore di ricerca in Teoria dello Stato presso l’Università di Roma La Sapienza, “per molto tempo, gli Italiani votando hanno scelto i contrassegni prima ancora dei partiti e delle persone cui erano riconducibili”.

Il guazzabuglio politico, che ha portato il Presidente della nostra Repubblica ad anticipare la scadenza naturale dell’attuale Parlamento, dovrebbe innanzitutto indurre gli Italiani a non disertare il voto, come pare di tendenza, e quindi a considerare diligentemente la attendibilità dei vari programmi politici proposti, per non lasciarsi attrarre, come nel passato, solo dai contrassegni elettorali, come le allodole dagli specchietti, dove resteranno impallinate.

Si vales, vàleo.

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