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Siamo stati veramente sulla Luna? Mistero risolto?
Il lancio di Artemis 1 è stato posticipato. La Luna può attendere, mentre un vecchio dubbio freme per l'attesa
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 06/09/2022

Al Kennedy Space Center, il primo tentativo di lancio del razzo Space Launch System, previsto per il 29 agosto, era stato rimandato al 3 settembre 2022, a causa di difetti di raffreddamento dei motori. Dunque, il conto alla rovescia per il vettore del nuovo programma Artemis sembrava cosa fatta: direzione Luna, pensando a Marte.

Lancio anch’esso rimandato a causa di una perdita di carburante rilevata a 2,30 ore dal termine del countdown. La NASA ha comunicato che il razzo non potrà partire prima del 19 settembre, dopo opportune riparazioni.

Ma in cosa consiste il programma Artemis?

L’Artemis 1 dovrà essere un primo volo senza equipaggio per collaudare il modulo Orion MPCV, destinato a portare l’uomo… e la donna sulla Luna entro il 2024, con l’obiettivo di creare una base autonoma e permanente grazie a interessanti moduli costruiti da robot, utilizzando materiale lunare. Base da cui ricavare dati per la prossima colonizzazione di Marte.

Insomma, un programmino niente male, che però tarda a “decollare”. In attesa dunque del lancio prossimo venturo del vettore Space Launch System e del modulo Orion, il pensiero va a quel programma Apollo che, pur essendo di una certa vetustà, raggiunse la Luna senza guasti e con successo, oltre mezzo secolo fa.

Eppure, per chi a quel tempo c'era, il ricordo di quel 20 luglio 1969 e della memorabile diretta di Tito Stagno che tenne incollati alla tv in bianco e nero l'Italia intera, è indelebile nella memoria; quel primo sbarco sulla Luna autorizzava ad ogni fantascienza futura.

Si era giovani ed entusiasti, assonnati ma ben presenti quando, alle ore 4:57, il Comandante Neil Armstrong scese dalla scaletta del LEM e mise piede su “Selene”, imprimendo la suola sul suolo lunare e proferendo la storica frase: “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. Un viaggio vagheggiato già nel romanzo di Giulio Verne “Dalla Terra alla Luna” del 1865, proiettato in omonima pellicola del 1905, mirabilia di fantascienza. Ma nel 1969, le cose andarono veramente così?

Da quel memorabile sbarco, preteso da Kennedy per vincere la corsa allo spazio con l’Urss, altre cinque missioni del programma Apollo avrebbero portato nuovi astronauti sulla Luna: 12 in tutto. Avvenimenti scritti nella storia, ma che non sono passati indenni al dubbio sempre vivo e attento di quelli che oggi sono bollati con il neologismo di “complottisti”.

Il dubbio sulla veridicità dell’effettivo sbarco dell’uomo sulla Luna si è manifestato più volte e in forme differenti: da una negazione del solo Apollo 11 e del primo sbarco, ipotizzato in uno studio fotografico con la regia di Stanley Kubrick, fino a un negazionismo anche degli sbarchi seguenti.

Le tesi dei complottisti sono note: strumenti fotografici inadeguati, computer a quel tempo insufficienti, discrepanze delle ombre al suolo, mancanza di stelle sullo sfondo delle immagini, eccetera. Ragioni più volte smontate da uno stuolo di scienziati, quindi dimostrate nella loro autenticità in modo dettagliato e… quasi del tutto convincente.

Nonostante ogni prova presentata, a tutt’oggi, circa 16 milioni di americani non sono persuasi dell’effettivo sbarco dell’uomo sulla Luna, altrettanto è sempre stato dichiarato dai malumori dell’Urss. Il braccio di ferro tra la teoria del complotto e le dimostrazioni contrarie, dunque è ancora vivo, ma presto, si spera che sarà svelato.

La verità, qualsiasi essa sia, attende paziente sulla Luna, coordinate:0,8° Nord 23,4° Est, nel Mare della Tranquillità, sito a 384.400 km dalla Terra. La prova o la smentita di ogni verità rimarrà intatta per l’eternità in quel punto dichiarato dalla NASA mezzo secolo fa. Prima o poi un nuovo viaggio dalla Terra alla Luna metterà fine alla dialettica, esplorando quel luogo e premiando ogni curiosità.

Fino a oggi il segreto era ben custodito, ma il nuovo programma della NASA, diretto a una radicata presenza dell’uomo sulla Luna, ha l’occasione di sorvolare, già dai primi lanci di Artemis, il contestato luogo del primo allunaggio.

 

Ormai, come i satelliti attorno all’atmosfera ci restituiscono dettagliate immagini del pianeta Terra, fotografare la bandiera americana e i primi "rifiuti" dell’uomo lasciati sulla Luna, dovrebbe essere un ovvio, primario e dovuto tributo a quell’impresa, mostrando al mondo le prove inconfutabili dello sbarco. A meno che…

Basterebbe poco per porre fine a dubbi e polemiche su quel “piccolo passo per l’uomo, grande passo per l’umanità”. Eppure, nei dibattiti TV che di recente hanno illustrato il programma Artemis, non sono emerse proposte in questo senso, nè da parte di chi sostiene la teoria del complotto, nè da parte di chi la smantella da tempo, eppure entrambe le parti avrebbero interesse a vedere dimostrate le loro teorie.  

È tanto bello pensare che un dubbio preservato sulla superficie della Luna potrà essere finalmente rivelato, quanto forse sarebbe altrettanto intrigante restasse per sempre fantastica leggenda. L’una o l’altra cosa si saprà. Se l’immondizia umana sarà ancora in bella vista, non vi fu complotto, se non si troverà traccia di alcuna missione Apollo, sapremo che si trattò di un imbroglio sensazionale. Se così fosse però, a cosa potremo mai credere o non credere ancora? Mentre la Luna continua a ruotare indifferente nel vuoto dell'infinito, sulla piccola Terra l'attesa aumenta.

 

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