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Cronaca Internazionale
La controffensiva ucraina dinanzi alla realtà dei fatti
Militari ucraini
La controavanzata di Kiev muta realmente gli equilibri in atto? Cambia l'andamento di una guerra oppure di una semplice operazione militare?
Articolo di Luca Fiore Veneziano
Pubblicato in data 15/09/2022

Da quando è iniziato il conflitto il Cremlino ha sempre parlato di Operazione militare speciale. E non a caso. Una guerra avrebbe visto coinvolta fino ad ora l’intera collettività russa; avrebbe visto mobilitare tutte le Forze armate e i corpi speciali, comprese le armi e i mezzi di ultima generazione in dotazione.

Invece tutto questo non si è mai visto; anzi, abbiamo assistito all’uso di vecchi mezzi di epoca sovietica e di giovani riservisti inesperti, volontari del Donbass e infine mercenari e guerriglieri regolari di etnia non slava (come i famosi ceceni ‘Kadyrovtsy’).

In questo conflitto, in perfetto stile “novecentesco”, l’Ucraina, dal canto suo, ha a disposizione più uomini effettivi. Se i russi hanno avuto un dispiegamento maggiore di mezzi militari, gli ucraini ne hanno avuti meno ma con maggior tecnologia.

L’utilizzo di armi NATO di ultima generazione unite ad una maggiore conoscenza tattica del territorio hanno fatto la differenza.

Kiev ad oggi si trova in vantaggio soprattutto per questo motivo. Le linee di rifornimento russe, già dalla prima fase del conflitto, si sono ritrovate compromesse.

Lo stesso vantaggio sul mar Nero dalla Crimea risulta effimero senza il rifornimento d'acqua del fiume Dnepr. Ed ecco spiegato il motivo del perché Mosca tiene così tanto alla città di Kherson (situata però dall’altra sponda del fiume, dalla parte controllata ancora dagli ucraini).

Nel frattempo, la controffensiva ucraina avanza a più non posso. Riprendendo terreno addirittura vicino al confine, dentro il Donbass.

La presa di Kharkiv e di Izjum rendono sempre più stretto il corridoio territoriale dei rifornimenti russi. Già, anche perché la città russa di Belgorod è a “un tiro di schioppo” dai nuovi insediamenti presi dagli ucraini.

I militari russi si trovano così con sempre meno uomini, con mezzi sempre più vecchi e con il morale a terra. Costretti a combattere contro una popolazione e un esercito “fraterno” nell’etnia come in parte nella fede.

In Russia ci sono oramai due fronti opposti: da un lato quelli che vorrebbero intensificare le fasi dell’operazione dando vita ad una vera e propria guerra, generando una mobilitazione militare di massa; dall’altra parte vi è invece la fazione di coloro che criticano l’andamento della missione, sostenendo che occorra consolidare le conquiste e arrivare subito alle trattative per attuare una “exit strategy”.

I successi della controffensiva ucraina contro le forze di Mosca nella regione di Kharkiv hanno “implicazioni significative per il disegno operativo complessivo della Russia”: lo scrive l'intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese. “È molto probabile che la maggior parte delle forze russe in Ucraina sia costretta a dare priorità ad azioni difensive di emergenza”, prosegue il rapporto pubblicato dal ministero della Difesa di Londra, secondo cui “la fiducia, già limitata, che le truppe schierate hanno nei confronti dei vertici militari russi rischia di deteriorarsi ulteriormente”.

Della stessa opinione è il Pentagono americano, il quale, con il suo portavoce Kirby afferma che “si è assistito ad un cambiamento nello slancio delle Forze armate ucraine. Abbiamo visto i russi evacuare, ritirarsi o disimpegnarsi dalle loro posizioni difensive, in particolare lì (nel nord-est del Paese) e intorno alla regione di Kharkov”.

Più cauta la Casa Bianca, dove lo stesso Biden ha ammesso che “è difficile dire fino a che punto i recenti progressi ucraini abbiano rappresentato un punto di svolta nella guerra, osservando che l'Ucraina ha ancora una lunga strada da percorrere”. E in effetti è proprio così. Non è la prima volta che l’Occidente, e la sua propaganda, si lasciano prendere da facili entusiasmi. Il Cremlino finora ha parlato di un semplice riposizionamento di forze, e in un’ottica di una operazione speciale miliare e non di una guerra di occupazione e invasione ci sta tutta. Mosca non ha mai dichiarato ufficialmente guerra all’Ucraina, né alle sue forze armate. Al contrario, sin dalle prime fasi dell’Operazione è bene ricordare come il Presidente Putin più volte abbia lanciato appelli alla popolazione e alle forze armate affinché destituissero un governo nazionalista e illegittimo, discriminante di tutto ciò che è russo dentro il territorio ucraino.

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