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Gli estremi
Quando le onde nell'etere sono create e sospinte da centinaia di milioni di persone nello stesso momento, il loro impatto sulla Terra è considerevole. E la Terra risponde sulla stessa lunghezza d’onda.
Articolo di Civico20News Redazione
Pubblicato in data 22/09/2022

Come l’immagine sopra ci racconta in modo inequivocabile, quest’anno stiamo vivendo una straordinaria contrapposizione climatica, assediati dalla siccità per un lungo periodo e poi inondati e strapazzati da trombe d’acqua, allagamenti, grandine. Nessuno di noi ha memoria di un periodo così.

 

In questi casi è normale pensare che l’inquinamento della Terra sia il principale responsabile di questa situazione anomala, tuttavia in questo blog cerchiamo di osservare (e indagare) la realtà da un altro punto di vista, da un’altra prospettiva. Proviamo allora ad allargare la nostra visuale e a collegare tra loro elementi simili – o perlomeno consonanti – che appartengono ad aspetti diversi della vita della nostra società.

 

Quando il Coronavirus si è presentato sulla scena del mondo vi sono state – semplificando – due tipi di reazioni: alcuni si sono spaventati tantissimo per la loro salute, a causa del grande numero di morti e di ammalati gravi, mentre altri si sono preoccupati soprattutto dell’aspetto economico, dato il blocco sociale che il lockdown stava generando. Insomma, due paure hanno iniziato a fronteggiarsi, generando atteggiamenti tra loro contrapposti.

 

Questo confronto di paure si è incrudelito davanti alla situazione “vaccino”, poiché alla paura del virus (e delle sue conseguenze) si è contrapposta la paura del vaccino (e delle sue conseguenze). “Vax” e “No-vax” si sono affrontati con acredine crescente, istigati da una comunicazione mediatica veramente irresponsabile (per dire, essere “free-vax” – cioè favorevoli alla libera scelta di ciascuno sulla base dei propri valori e delle proprie convinzioni – non è stato per nulla contemplato, né dalle regole sociali del governo italiano né dai media a larga diffusione).

 

Poi è subentrata la guerra russo-ucraina, e nuovamente abbiamo visto il nascere di due blocchi contrapposti, dove anche solo far notare che l’aggressione russa poteva avere cause abbastanza comprensibili (perlomeno nella folle logica militaresca che impregna i governi delle grandi nazioni) significava automaticamente schierarsi a favore degli aggressori contro gli aggrediti.

 

O bianco o nero, dunque. Sempre. Comunque.

Ne abbiamo già parlato (vedi “Il bianco e il nero”), per cui non mi dilungo su questa errata percezione della realtà e provo ad affrontare la questione facendo un’altra considerazione.

 

Siamo tutti abituati a guardare noi stessi come se fossimo entità indipendenti dal contesto in cui viviamo, ma il legame con quella che – giustamente – viene chiamata MadreTerra è assai profondo, e soprattutto reciproco. Vi sono corrispondenze vibratorie che vanno al di là della nostra percezione empirica e sensoriale.

 

Se noi pensiamo – nel nostro vivere quotidiano – in modo conflittuale, se carichiamo questo pensiero della nostra paura (e della conseguente aggressività), se prendiamo decisioni che ci pongono in antitesi con altri esseri umani, perché poi stupirci se la Terra fa la stessa cosa, esasperando le diversità con situazioni climatiche estreme?

 

Quando si parla di ecologia si pone l’accento su comportamenti pratici che hanno sicuramente un importante impatto sulla nostra Terra. Non ci si sofferma però mai sul fatto che pensieri, emozioni e decisioni umane sono effettive realtà vibratorie, che hanno una loro consistenza, che si propagano intorno a noi come onde sull’acqua: sono onde nell’etere.

 

Quando queste onde sono create e sospinte da centinaia di milioni di persone nello stesso momento, il loro impatto sulla Terra è considerevole. E la Terra risponde sulla stessa lunghezza d’onda. Potrebbe essere altrimenti?

 

La polarità è parte della nostra realtà vitale: senza la tensione tra due poli (positivo e negativo) non si muove alcuna energia, come tutti sappiamo. Ma tensione e conflitto non sono la stessa cosa. L’energia che scorre nella tensione tra i due poli li tiene di fatto uniti tra loro, mentre il conflitto frantuma questa unità.

 

La tensione tra cielo e terra (inevitabile, data la loro diversa polarità) genera le perturbazioni periodiche, e la pioggia che ne consegue nutre la terra di un elemento indispensabile per la vita. Se però gli estremi si allontanano l’uno dall’altro, la tensione diviene insopportabile e si trasforma in conflitto, ed ecco allora fulmini, grandine, trombe d’aria e d’acqua, che non solo non nutrono la terra, ma distruggono le coltivazioni.

 

Ogni giorno possiamo osservarlo nella nostra vita: tutti – chi più chi meno – facciamo fatica a sopportare la tensione, soprattutto nei rapporti umani, e allora il conflitto è un modo sbrigativo per cercare di metterle fine. Cosi la tensione si scarica, è vero, ma producendo danni che non sempre siamo poi in grado di riparare.

 

Polarità = tensione = ?

Se non conflitto, cosa?

Dialogo, of course.

La parola (logos) che viaggia tra due elementi (dia) in modo aperto e soprattutto alternato. Ne abbiamo già parlato in “Maschile e femminile – 2”, ne torneremo a parlare.

 

Fonte: www.esotericoquotidiano.it

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