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Sara Cunial e Lorena Bassino
Intervista a Sara Cunial
Articolo di Chiara Rota
Pubblicato in data 21/09/2022

Sabato 17 settembre si è tenuta la presentazione del programma elettorale di VITA, lista unitaria delle forze coerenti del dissenso, unite per le elezioni politiche del 25 settembre, presso il locale IL MANUALE 2, in Corso Trento 63 a Volpiano.

Il raggruppamento si presenta orgogliosamente come una comunità politica sociale e politica di esseri umani coscienti, consapevoli e coerenti che hanno deciso di smettere di delegare le decisioni che riguardano la loro VITA e hanno scelto di mettere i propri migliori talenti a disposizione della comunità nazionale.

Presenti all’incontro insieme a Sara Cunial: Gianpiero Alaimo, Lorena Bassino, Nino Galgano Palaferri, Paolo Sensini, Alessandro Guastella e Roberto Conedera.

Vita è un nuovo modo di fare politica, si potrebbe dire che si voglia auspicare a una rinascita di una comunità politica e soprattutto sociale, aperta ed inclusiva. Il simbolo scelto ne rappresenta lo spirito guida: L’albero della vita.

Un Simbolo universale nella nostra cultura che si radica su un terreno fatto di valori - spiega Lorena Bassino - Testa, braccia e soprattutto il cuore rivolti al cielo.

Apre l’incontro Sara CUNIAL ringraziando tutti per la presenza piuttosto corposa e un grazie particolare viene rivolto alla gentilissima proprietaria del meraviglioso luogo ospitante. E prosegue.

Sì noi oggi presentiamo un nuovo progetto, un nuovo modo di fare politica, l’abbiamo definita una comunità aperta politica e sociale che vuole essere proprio un simbolo come quello che abbiamo proposto qui, l’albero della vita un simbolo universale, un simbolo che comunque abbiamo riconosciuto e riconosceremo sempre perché comunque è nella nostra cultura, nella nostra religione c’è e ci rappresenta da pochi minuti, anni.

Il simbolo si radica, si radica su un terreno fatto di valori, fatto della nostra memoria, del perché siamo al mondo, che cosa siamo venuti a fare qui anche in questo periodo storico, e del perché siamo qui e come possiamo mettere a disposizione il nostro talento proprio per la comunità, fieri di questo essere che comunque guarda sempre con occhi e cuore, come diciamo sempre, al cielo e quindi alle nuove generazioni, ai nostri frutti.

Il simbolo è un simbolo che vuole dare un nuovo significato alla politica. Abbiamo passato due anni, io personalmente all’interno delle istituzioni, ma anche come cittadina insieme a voi e sono stati due anni oscuri completamente; la definizione ormai chiara di quella che sia stata la politica degli ultimi 70 anni in questo paese, una politica fondata sul conflitto, sulla morte, sul concetto di morte, sul concetto soprattutto di paura. Questi sono stati gli strumenti riduttivi di questa politica. Benissimo è giunta l’ora di cambiare, ecco perché VITA: cambiamo quindi paradigma insieme. 

Vi presento uno dei fondatori Paolo Sensini che insieme a Luca Teodori, Davide Barillari e Maurizio Martucci ha fondato il partito. Ci siamo ritrovati in questi due ultimi anni non solo nelle piazze, ma anche tra amici diciamo, e abbiamo condiviso come persone, in qualità di persone rappresentanti di un popolo che comunque non si è mai piegato - ecco il simbolo - quel popolo che non è mai sceso a compromessi, quel popolo che non cederà mai a nessun tipo di ricatto. Ecco perché siamo qui oggi a presentarci tutti insieme, ecco perché c’è qui Paolo Sensini.

PAOLO SENSINI grazie Sara. Amici onestamente non avremo, per quanto mi riguarda, mai pensato di entrare dentro un’avventura di questo genere, se la situazione non fosse stata davvero eccezionale. Eccezionale in quanto a gravità ovviamente: quello che abbiamo visto è qualcosa che non avremmo mai potuto immaginare di vedere e soprattutto di sentire sopra sulla nostra pelle. Eppure è successo, e allora abbiamo dovuto umilmente, con grande fatica, settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, fare quello che nessuno faceva: ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo mosso tutto quello che si poteva muovere nelle piazze, lo abbiamo fatto credo con milioni di persone.

Vi ricordate cosa è successo l’anno scorso tra l’estate e l’autunno e l’inverno? Abbiamo visto una mobilitazione straordinaria come non si era mai vista in Italia, forse neppure dal dopoguerra, qualcosa di incredibile. Eppure tutto questo non è servito a nulla, non è servito a niente. Le istituzioni, i partiti, il governo lo stato ai massimi livelli, la magistratura anche, se ne sono letteralmente fregati, anzi hanno spinto addirittura ancora di più sull’acceleratore.

Ecco perché abbiamo pensato di dare vita a VITA, perché è l’unica opzione. Lo diciamo molto chiaramente. Ovviamente diciamo anche di sostenere l’importanza contro l’astensionismo, perché è l’unico vero raggruppamento che può vantare un pedigree pulito; lo abbiamo detto sin dall’inizio, dai primi giorni, non è mai stato cambiato né in una né in due né in tante parole, è stato sempre approfondito e concepito quello che stava avvenendo, lo abbiamo detto e urlato ovunque. 

Quindi ecco una mobilitazione di questo genere è sostanziale, perché ci hanno tolto i diritti: il diritto non è più qualcosa che ci appartiene in quanto individui, in quanto il diritto naturale, diritto costituzionale, c’è concesso, c’è dato molto gradevolmente quando vogliono. Adesso da due mesi ci hanno allungato il guinzaglio e poi andremo al 25 settembre. È una scadenza direi forse veramente la più importante della storia della Repubblica italiana dal ’48, dalle elezioni del ’48 e non lo diciamo perché siamo in corsa, ma perché effettivamente è così. C’è in ballo o una schiavitù generale che è già nei fatti, a cui stanno già dando corpo giorno dopo giorno o c’è una libertà, una rinnovata libertà a cui vogliamo dare vita.

Qualcuno può dire che è un’utopia: forse, ma noi la vogliamo prendere come una grande chance, come una grande opportunità - seppure nella sciagura - per rimettere in discussione cose che prima non potevamo neanche immaginare. Il momento è questo, non ci sarà dopo rimpiangere di rammaricarsi, di dire “abbiamo perso un’occasione” e di giocarci tutte le carte, tutte le possibilità per riprendere una parola così bistrattata come libertà che viene imbastardita nella maniera più fraudolenta. Vogliamo darle una sostanza, una intensità che è stata completamente perduta in questi anni.

A Sara Cunial viene rivolta la prima domanda:

È caduta su Marco D'Alberti la scelta del capo dello Stato, per sostituire l'ex premier alla Consulta Amato. Il neo giudice costituzionale presterà giuramento martedì 20 settembre al Quirinale. In questi giorni circola la notizia secondo cui il decreto 133 del 1° agosto 2022 che entrerà in vigore il 24 settembre consegnerà al premier in carica Mario Draghi o al suo successore “i pieni poteri”.  Cosa pensa di questa strana coincidenza e soprattutto esiste una correlazione tra questi accadimenti?

La ex “postazione” di Amato, dovrebbe rappresentare un simbolo e uno strumento di garanzia per la giustizia. Ma sappiamo bene che così non è. L’unica garanzia a cui servirà questa carica è autorizzare e dare un sigillo a protezione degli innumerevoli DPCM e votazioni di fiducia. Non è la sola postazione strategica con personaggi messi ad ok, pensiamo a Cartabia.

Pieni poteri a Draghi? È un’azione sicuramente molto pericolosa perché un potere così grande messo in mano alla persona sbagliata può portare solo a cose negative.

Gran parte del problema sta anche sta anche nel momento in cui stiamo vivendo. Siamo in guerra nonostante la nostra Costituzione. Siamo in guerra anche se nessuno ci ha domandato se eravamo d’accordo.

Draghi è scappato dall’ennesima crisi per non ritrovarsi a ottobre sommerso dai problemi. Ha bisogno di un governo transitorio che prenda il suo posto per poi ripresentarsi, anche non lui di persona, ma sottoforma di nuovo commissariamento. Ricordiamoci sempre che il governo Draghi è un governo di garanzia, un commissariamento da parte dell’Europa. Lo spettro della Grecia è molto più vicino e reale di quello che ci raccontano e che soprattutto non ci raccontano.

Per cui, sì, esiste un collegamento tra questi accadimenti. Basta unire i puntini e il disegno è chiaro. Ma la questione dei pieni poteri a Draghi va comunque ridimensionata perché dopo il 25 settembre, con il subentro del nuovo governo il suo mandato decadrà e anche i suoi pieni poteri e ci sarà comunque qualcun altro al suo posto.

Che fare?

Si può fare solo una cosa, entrare nel sistema e fare un’opposizione efficace che sia dalla parte dei cittadini. Per questo VITA è una comunità politica e sociale nata con la volontà di rappresentare il popolo.

L’astensionismo pare essere oggi il primo partito anche nei sondaggi. È uno strumento di protesta valido dei cittadini?

Credo che faccia parte anche questo di un disegno. Loro non vogliono che ci sia dissenso, per questo è passato il messaggio che è meglio non andare a votare. Ma l’astensionismo va combattuto con forza. Non si può non votare, soprattutto nel questo momento storico in cui ci troviamo. L’astensione esiste perché esiste il diritto al voto, non scordiamolo.

Moltissime imprese, già stremate dalla tassazione, grazie al caro energia, sono al collasso e in seria difficoltà ad arrivare a fine anno. Si può fare qualcosa nell’immediato per salvare dal baratro imprese e cittadini?

Fermo restando che si dovrà procedere all’abbattimento di una tassazione ormai insostenibile e alla deburocratizzazione di tutti gli ingranaggi del sistema, prima di tutto bisogna uscire dalla guerra, bisogna uscire dalla Nato.

Un consiglio da darci?

Il consiglio vale per tutti, noi compresi. L’invito è quello di restare sempre vigili, anche stando all’opposizione, anche al di fuori delle istituzioni, da comuni cittadini, per tutelare la nostra vita.

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