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Breccia per un dialogo
Da Porta Pia ambiti specifici di confronto tra Chiesa e Massoneria
Articolo di Armeno Nardini
Pubblicato in data 22/09/2022

La Breccia di Porta Pia fu l'episodio che il 20 settembre del 1870 sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia. Festività nazionale, fu abolita a seguito della firma dei Patti Lateranensi, sottoscritti l'11 febbraio 1929 da Mussolini. Come ogni anno, è stata commemorata in ambiti sociali diversi e anche dalla Massoneria, che contribuì con il sangue a fare l’Unità di Italia, come sostenne il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Virgilio Gaito e che, con la presa di Roma, vide la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale del Papa, allora Pio IX, avversario acerrimo della Massoneria, nefanda unione, a suo giudizio, di uomini che combattono la fede in Dio e nel Cristo (https://www1.adnkronos.com/ del 19.9.1996).

La bibliografia internazionale sulla Massoneria registra più di centomila titoli e questa voce, su Google, ha più di due milioni di risultati. Lavoro improbo è dunque quello di tracciare una linea di divisione tra le varie Massonerie, per distinguere la regolare dalle altre, che spesso trovano copertura in circoli riservati, esoterici, culturali, teosofici.

L’orientamento deista di questa Obbedienza, che vede nel GADU il Grande Architetto dell’Universo ordinatore del mondo, e l’uso di alcune procedure operative, che nelle Logge massoniche in qualche modo paiono far rimando a certi rituali cristiani, sono il motivo che spinge a interrogarsi sulle possibili contaminazioni della Massoneria con la Chiesa.

Le Costituzioni di Andersen del 1723, così ormai note perché date alle stampe nel 1723 e in seguito ampiamente riviste, documento fondamentale della Massoneria redatto dal pastore presbiteriano James Anderson, riportano che un massone… non sarà mai uno stupido ateo né un libertino irreligioso.

Messa da parte la polemica sulla espressione stupido ateo, che ha portato alcuni a ritenere stupidi gli atei, la regola dice che un massone non può essere ateo e deve essere religioso. La Massoneria quindi, che non propone un Credo perché non è una religione, non tollera che i suoi adepti non abbiano un Credo e tollera che ognuno ne abbia uno proprio. Contro questa libertà di Credo, che potrebbe essere indicativa di una religione che mette d’accordo tutti, si mosse subito la Chiesa sin dal 1738 con Papa Clemente XII e poi con Benedetto XIV, Pio IX, Leone XIII.

Il Codice di diritto canonico del 1917 al Canone 2335 prevedeva la scomunica di chi si iscrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere che tramano contro la Chiesa. Il termine setta indica un gruppo di persone seguaci di una dottrina minoritaria di orientamento religioso, politico o filosofico; nel tempo si è connotato, però, di un significato dispregiativo o comunque negativo ed è difficile pensare che non abbia anche un po' di questa valenza nel Canone richiamato, abolito nel 1983 sotto Giovanni Paolo II, quel Papa che fu fatto Santo subito, dopo appena nove anni dalla sua morte, come chiesero i fedeli in Piazza San Pietro il giorno delle sua esequie.

Il canone 1374 del Codice di diritto canonico oggi vigente, recita: Chi dà il nome ad una associazione, che cospira contro la Chiesa, sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l'interdetto. Questa norma, che pare edulcorata nella forma rispetto a quella del 1917, in realtà incide profondamente sulla sostanza del problema, perché associazione è un insieme di persone organizzate per il conseguimento di un fine comune e quindi amplia i soggetti passibili di punizione; ma, subito dopo la sua entrata in vigore, la Congregazione vaticana per la dottrina della fede, con la Declaratio de associationibus massonicis, firmata dal Cardinale Ratzinger, futuro Benedetto XVI e oggi Papa emerito, asserisce che è immutato il giudizio della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche perché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa.

Questa Declaratio non ha destato stupore né meraviglia in chi ben conosce quanto sia lenta la evoluzione storica di qualunque prassi ecclesiale, e porta ad esempio che il grave errore di aver condannato Galileo Galilei fu riconosciuto e ammesso dalla Chiesa solo con Giovanni Paolo II, ben tre secoli dopo.

Sulle ragioni della inconciliabilità tra i principi della Massoneria e la dottrina della Chiesa molto si è indagato e si continua ad indagare nelle sfere culturali di appartenenze all’una e all’altra.

Cari fratelli massoni è il titolo di un articolo pubblicato da Il Sole 24 ore del 14 febbraio 2016, in cui il Cardinale Gianfranco Ravasi richiama la Conferenza episcopale delle Filippine del 2003, quella tedesca del 1980 e conclude che come scrivevano già i Vescovi di Germania, bisogna andare oltre ostilità, oltraggi, pregiudizi reciproci, perché rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze che pure continuano a permanere in modo netto tra Chiesa e Massoneria.

La dimensione comunitaria, la beneficenza, la lotta al materialismo, la dignità umana, la conoscenza reciproca, sono ambiti specifici di confronto, dice Ravasi. Dunque, il dialogo su questi argomenti ed altri aspetti teorici e pratici connessi potrebbe condurre a dare il giusto senso alla espressione cospira contro la Chiesa del comma 1374.

In treccani.it/vocabolario si legge che cospirare, significa accordarsi segretamente, congiurare contro le istituzioni, contro chi detiene il potere; ma il termine deriva dal latino conspirare, composto da con, che indica partecipazione di due o più persone a uno stesso evento, e spirare, che significa respirare; quindi, come riporta https://unaparolaalgiorno.it, sono cospiranti anche quelli che condividono un medesimo spirito, un uguale, affratellante slancio dell’anima.

A Porta Pia si aprì allora la Breccia che portò la Libera Chiesa in libero Stato, come chiedeva Cavour; dopo un secolo e mezzo, come pare suggerisca Ravasi, è forse giunto il tempo di aprire un dialogo nei loro ambiti specifici di confronto e certo passerà ancora del tempo prima che la evoluzione storica di questa prassi ecclesiale, come fu per la condanna di Galilei, possa rimuovere anche la condanna della Massoneria.

Si vales, vàleo.

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