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Cronaca Torino
Il popolo a rotelle del Piemonte unito nel denunciare il decadimento dell’Unità Spinale Unipolare di Torino
Un tempo centro di riferimento per le lesioni midollari, oggi l’USU sembra sprofondare in un ambiguo vortice d’abbandono, perché?
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 27/09/2022

Stabilito che il il diritto alla salute non è un vezzo, ma un diritto primario dei cittadini indicato dall’articolo 32 della Costituzione, da alcuni anni, con graduale manipolazione, il diritto alla salute è stato trasformato in un lusso per pochi, trasferito in cliniche private e a pagamento. Unico stratagemma per evitare lungi tempi d'attesa per visite ed esami che altrimenti favoriscono la possibilità di morire anche per più di una volta.

 

In questa sede il tema è circoscritto alla perdita di eccellenza dell’Unità Spinale Unipolare di Torino, storico luogo della speranza per quelle persone che, in un agguato della vita, se la sono vista sconvolta da una lesione midollare.

Io sono uno di essi, da 35 anni in sedia a rotelle. Durante questi anni sono stato curato in in varie cliniche, sia straniere che italiane. L’Unità Spinale Unipolare di Torino si è sempre espressa a un buon livello fino a pochi anni fa.

 

Poi qualcosa è cambiato. Sorge spontanea l’ipotesi di altri, oscuri interessi

 

Tutto è discutibile, ma triste è lo spreco e umiliante la progressiva lontananza dal diritto alla salute reclamato dagli utenti della struttura, che si sentono sempre più abbandonati a un futuro mortificato e incerto.

 

Esasperate da scoraggianti incontri che autorizzano a ipotizzare un qualche progetto teso a smorzare la struttura, importante riferimento per una vita dura e provata, le associazioni di categoria, hanno diffuso un

 

COMUNICATO STAMPA

del quale una cronologia dei punti salienti.

 

Il Coordinamento Regionale Associazioni Persone con Mielolesione convoca una manifestazione giovedì 29 settembre 2022 alle ore 11 in piazza Castello 165 , fronte Palazzo Giunta Regione Piemonte, per ribadire quanto sia indispensabile che le Unità Spinali della nostra regione tornino ad essere  efficienti e collegate in modo da garantire e salvaguardare la salute di tutti coloro che hanno subito un danno al midollo spinale. Purtroppo, alla luce dei fatti, partendo dall’Unità Spinale Unipolare di Torino, scopriamo quanto ci stiamo allontanando inesorabilmente, dal nostro vitale obiettivo.

 

Cronologia delle responsabilità

 

Ottobre 2021: “Il secondo piano dell’Unità Spinale riaprirà. La piscina riabilitativa riaprirà”.

 

Dichiarazione di un anno fa, da parte del Direttore Generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, come risposta alla manifestazione del 27 ottobre davanti all’USU di Torino di oltre cento persone con paraplegia e tetraplegia, per un impegno del vasto potenziale di utilizzo della struttura. (organizzata da I Do Onlus).

Non solo i due adeguamenti annunciati non sono avvenuti, ma la situazione è peggiorata in modo inspiegabile e preoccupante.

 

Continuano a mancare all’appello 24 posti di degenza che stanno incidendo gravemente sulle liste di attesa per gli interventi e sulla salute, di persone con serie disabilità, rispettivamente:

18 mesi per interventi urologici complessi!

Quasi due anni per interventi di chirurgia plastica su ulcere e piaghe da decubito, spesso a rischio di infezioni e setticemia per i pazienti, a fronte di 21 persone in lista!

Le sale operatorie sono disponibili, ma la degenza in USU, unica struttura con personale specializzato nella cura e nel caring di persone con mielolesione, no.

 

Tutto questo nonostante le promesse della dirigenza.

 

La piscina riabilitativa è pronta, il personale addetto anche. Però, da oltre due anni ne è interdetto l’accesso e la fruizione da parte dei pazienti. L’assessore Icardi il 26 luglio scorso in Consiglio regionale, rispondendo ad una interrogazione del consigliere Silvio Magliano, disse che avrebbe dovuto riaprire entro la metà di agosto

 

La piscina rimane inutilizzata.

 

La piscine sono fondamentali per la riabilitazione funzionale poiché il corpo può articolarsi in assenza di gravità. Tutte le piscine delle principali Unità Spinali italiane lavorano sin dalla fine dell’emergenza Covid, molte non hanno mai smesso loro funzione grazie a protocolli adeguati.

L’esoscheletro Lokomat è fermo per un guasto da mesi, oltre € 300.000 di costo e vanto per anni dell’Unità Spinale. Si potrebbe riparare o prenderne un modello recente?

 

Mentre l’U.S.U. di Milano annuncia investimenti per un ampliamento del 50% dei posti e l'U.S.U. di Montecatone vanta 88 posti letto divenendo la più grande Unità Spinale d'Europa, Torino è in rapido declino grazie alla vergognosa noncuranza da parte della dirigenza della Città della Salute ed all’immobilismo del CTO.

 

A chi giova tutto questo?

 

In poco più di un anno, i rappresentanti del Coordinamento Regionale Associazioni Persone con Mielolesione, hanno incontrato tre volte i “vertici” aziendali della Città della Salute e della Scienza di Torino. A parole si sono detti pronti a realizzare e concretizzare le richieste sottoposte, ma nulla è mai seguito alle promesse.

 

Per quanto riguarda i fondi per l’assunzione del personale sarebbero garantiti, secondo quanto asserito in più incontri dal Direttore degli Assessorati alla Sanità e alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Dott. Minola.

 

In segno di comprensione per le difficoltà a reperire personale, è stato chiesto di riaprire gradualmente il secondo piano dell’U.S.U. partendo da 10 posti letto, suggerendo anche le destinazioni mirate per le diverse specialità (neuro-urologia e chirurgia plastica in primis) e di follow up dopo esserci confrontati con gli specialisti.

 

È stato chiestoil rimpiazzo dell'importante figura dell'assistente sociale, poiché la precedente è andata in pensione qualche anno fa. La risorsa esiste.

 

È stato richiesto  il reintegro  di due letti di degenza neuro-urologica sono al 4° piano, in una stanza promiscua ed in un reparto non specializzato. 

 

In tutti questi incontri, approvazione e promesse,

ma nei fatti, zero assoluto.

 

Inoltre, è stato chiesto il potenziamento del personale del servizio di Day Hospital anche con un amministrativo che sgravi gli operatori dalle incombenze burocratiche.

È stata anche richiesta la creazione di una casella e-mail di reparto per sveltire e agevolare le prenotazioni e la comunicazione coi pazienti.

È stata proposta anche la creazione in un dipartimento tra le tre Unità spinali piemontesi (Torino, Alessandria, Novara) allo scopo di garantire cure di alto livello viste le differenti peculiarità delle strutture. L’iniziativa non comporta alcun costo aggiuntivo.

 

Anche queste proposte hanno avuto parole di approvazione. Nei fatti, zero.

 

L'Unità Spinale Unipolare è una struttura moderna e un tempo, efficiente. Oggi la sua gestione è ingiustificabile e intollerabile. I pazienti che possono migrano fuori regione con tutti i disagi del caso, aumentando i costi della nostra sanità.

Per quelli che non possono farlo soffrono, la situazione si aggrava di giorno in giorno, mentre le liste di attesa si allungano in maniera indegna per una regione come il Piemonte.

 

Pochi giorni fa un paziente con tetraplegia è stato 35 ore con febbre a 41 parcheggiato su una barella nel corridoio nel pronto soccorso delle Molinette, rischiando la vita, nonostante i titoloni apparsi sui giornali nei quali la Città della Salute vantava i protocolli di “umanizzazione delle cure”, concordati con le associazioni, per agevolare l'accesso e la degenza delle persone con disabilità in ospedale.

La causa è nella la mancanza di un letto in un reparto. Se l’U.S.U. di Torino funzionasse come tempo fa, cose come queste non accadrebbero.

Chi si sarebbe preso la responsabilità se si fosse verificata una tragedia? Chi se la prenderà in futuro? Non è allarmismo, è già successo!

 

 

Riepilogo del programma proposto dalle associazioni

elencate in locandina:

 

·       La creazione di un tavolo tecnico a livello regionale per le tre unità spinali.

·       Chiediamo l’immediata riapertura del secondo piano dell'U.S.U. di Torino con un minimo di 10 posti letto e l’integrazione del personale necessario.

·       Il riordino dei letti di neuro-urologia portandoli a 4.

·       4 posti letto per la chirurgia plastica

·       2 posti letto di follow up.

·       L’abbattimento dei tempi delle liste di attesa per gli interventi urologici complessi e di chirurgia plastica.

·       La ripresa istantanea della riabilitazione in acqua.

·       Il ripristino del Lokomat.

·       Il potenziamento del Day Hospital.

·       La nomina dell'assistente sociale in struttura.

·       Il rispetto del codice 28.

 

Proposte più volte trattate con parole al pari di foglie secche al vento, eppure, proposte concrete, fattibili e logiche, che solo una dirigenza inefficiente o in malafede non può essere in grado di realizzare. Proposte che, TUTTE le associazioni  del Coordinamento Regionale Associazioni Persone con disabilità  chiedono ai nuovi vertici della politica, agli assessorati preposti e inoltrano all’esame di tutti i cittadini per

 

Una dovuta e civica attenzione, & altrettanta valutazione dell’operato di chi dovrebbe salvaguardare la nostra, la vostra salute. Le lesioni midollari e patologie simili, sono rare, ma purtroppo… imprevedibili…

 

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