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L’uomo, i misteri e l’ignoto
Lunazione della nebbia
La carne che si sala a luna scema diminuisce nel cuocere. di Micaela Balice
Articolo di Chicca Morone
Pubblicato in data 24/10/2022

Proseguiamo l’interessante percorso che affonda le sue radici nella cultura popolare legata alla terra, ai suoi cicli e ai suoi frutti, non solo commestibili in compagnia di Micaela Balice, studiosa delle antiche tradizioni e pedagogista, naturopata, fioriterapeuta nonché libera ricercatrice del linguaggio arcaico e simbolico.

Tutto sta cambiando velocemente e in modo drastico: venti di guerra contro la volontà della popolazione e relativo disastro su economia, industria e sopravvivenza dei cittadini; ammissioni da parte della Pfizer circa la mancanza di test che assicurassero l’immunizzazione di chi si è sottoposto al siero genico chiamato “vaccino”; formazione di un nuovo governo in cui il caos regna sovrano, non sono certo elementi rassicuranti per il nostro cammino umano.

Il ricollegarci quindi ai ritmi della Natura, che è in continuo mutamento, può darci un supporto per riconquistare la nostra centratura e il conseguente equilibrio naturale.

Non ci lasceremo sopraffare dalla criminalità di chi pensa di sostituirsi a Dio e, affidandoci al potere della Luna, del femminile, riusciremo a uscire “a riveder le stelle” più forti di prima…

 

Varcata la soglia autunnale la Lunazione della Nebbia, ottavo mese dell’anno lunare, ci porta per mano nel mondo infero.

Essa attraversa ottobre ma può estendersi anche lungo tutto novembre se la Luna Nuova si presenta a fine mese o ai primi giorni del successivo.

 

In questa lunazione si può collocare la porta solare conosciuta comunemente come Halloween ma che nella cultura italiana contadina era il Giorno o i Giorni dei Morti (Ognissanti e Commemorazione dei defunti).

 

E sono proprio le anime degli avi a fare da corona, da voce archetipale a questo mese.

 

La stagione agraria è definitivamente finita e la natura entra nella sua fase di riposo, di morte apparente: la vegetazione si ritira, gli alberi si spogliano e diventano scialbi e poco interessanti se non fosse per il rossore delle foglie che pare contrastare il freddo e l’umidità che avanzano.

 

Le galline in natura rallentano la produzione di uova o la sospendono del tutto.

 

Vi sono le prime accensioni del fuoco dei camini o delle stufe: fuoco che brucerà per tutto l’inverno quasi senza sosta.

 

Vi sono le ultime fioriture tardive e testarde di alcune rose botaniche o le loro accese bacche, gli ultimi astri e le ultime calendule se la stagione lo consente.

 

Le nebbie si alzano sempre più fitte nelle mattine e le gazze starnazzano con inquietante allegria.

 

La fine della stagione agraria veniva marcata l’11 novembre, giorno conosciuto anche come Estate di San Martino ovvero un’anomala giornata limpida e soleggiata a salutare la bella stagione che si è conclusa. Ma anche il giorno in cui ancora oggi scadono (e si rinnovano) i contratti d’affitto agrari e si assaggiava il vino novello.

 

I morti nella veste dei defunti ovvero degli avi che ci hanno preceduto, vengono celebrati come custodi del mondo infero, ctonio: ovvero del ventre della terra dove, sempre in natura, riposano.

 

Con essi riposano i semi che abbiamo seminato e che ci nutriranno la prossima annata agraria ma anche i semi dei vegetali spontanei, delle officinali selvatiche, le radici, le ossa e tutti quegli animali che si rintanano nella stagione fredda trovando rifugio nelle tane scavate nei campi.

 

I nostri avi saranno quindi i custodi di questo tesoro e ne garantiranno il successivo ritorno alla vita.

 

A tal fine venivano e vengono onorati in questo periodo: le questue di bambini benedicenti o maledicenti in base alla nostra risposta (dolcetto o scherzetto) erano processioni comuni nei paesi delle nostre campagne: i “mortini” portavano la benedizione per il duro inverno e per la successiva rinascita.  

 

Nel racconto delle questue delle uova del primo maggio, in primavera, erano gli sposini ad aprire il corteo e ad offrire insieme agli altri bambini la buona sorte.

Ora sono le anime dei morti rappresentate dai bambini, gli innocenti che possono vestirsi degli spiriti e portarne il peso senza esserne macchiati.

 

La benedizione è a portata di mano per chi offre qualcosa alle anime con generosità.

Chi invece mostra avarizia non merita altro che cattiva sorte in cambio.

Nella cultura popolare solo se ci si aiuta a vicenda si potrà stare bene: la solidarietà e la reciprocità sono ricchezza.

 

Altri rituali venivano eseguiti in tal senso, come la semina simbolica di grano per propiziare la fertilità del campo per l’anno a venire, semina che puoi ancora celebrare in modo simbolico anche in un vaso da cortile.

 

La Lunazione della Nebbia rimane in sintonia con i suoi colori e le sfumature evanescenti con questa porta dell’anno: il vapore freddo che si alza al tramonto pare rappresentare le anime fredde dei morti che ancora vagano nel nostro mondo perché non han trovato pace.

 

Noi che abitiamo la Pianura Padana abbiamo un’esperienza diretta della nebbia e delle sensazioni che viaggiare in essa può produrre, anche se negli ultimi decenni questa è andata diminuendo.

 

Il fumo umido nel buio ci annebbia la vista e non ci fa vedere oltre: siamo costretti ad acuire i sensi e a non fidarci della vista che potrebbe ingannarci.

Siamo costretti e costrette a rallentare, a prender più tempo per mettere a fuoco, a guidare con calma e con attenzione. “Rallentare in caso di nebbia” ammoniscono i cartelli stradali.

 

Questo annebbiamento crea confusione: se manteniamo lo sguardo lungo sulla via non vediamo granché e rischiamo di perdere la strada.

Diventa allora utile volgere lo sguardo a ciò che è vicino, a ciò che ci circonda per mantenere a fuoco la visuale.

La vista si rivolge così sempre di più verso l’interno, si trasforma in interiore e utilizza altri sensi e altre capacità percettive.

Per vedere chiaro dobbiamo sviluppare doti di “chiaro veggenza”: per avere le idee chiare dobbiamo fare chiaro in noi ciò che veramente vogliamo, imparando ad escludere ciò che semplicemente desideriamo e ciò che crediamo di volere.

 

La porta da varcare ora è quindi un passaggio che ci conduce per natura al semestre oscuro, al semestre freddo nel quale siamo costretti a guardare in noi e a scegliere chi siamo realmente, quali parti di noi vogliamo far germogliare la prossima stagione se vogliamo evolvere, se vogliamo cambiare, se vogliamo davvero raggiungere i nostri obbiettivi e non solo contarcela.

 

Questo possiamo farlo solo se lasciamo andare i rumori esterni, il caos che ci circonda e ascoltiamo il nostro cuore e la nostra pancia.

 

Non è un lavoro facile, ma questa luna ci apre ad un tempo lento che potrebbe essere utilizzato proprio per mettere nel nostro terreno interiore quei semi che desideriamo germoglino, selezionandoli con attenzione tra i molti, calibrando il focus del nostro intento per avere successo.

 

La Lunazione della Nebbia ci aiuta in questo lavoro poiché anche la natura fa lo stesso: rinchiude dentro il suo ventre, concentra la linfa nelle radici della terra, nelle parti più intime, accoglie il chicco e lo custodisce proteggendolo dalle intemperie esterne, lo nutre e rinforza in attesa della nuova rinascita.

 

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micaelabalice.com@gmail.com

 

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