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Voci e cose dal Piemonte
Raimbaut de Vaqueiras, a Borgo San Dalmazzo (Cuneo)
Il trovatore e la spada, 25 novembre 2022
Articolo di Ezio Marinoni
Pubblicato in data 21/11/2022

Il 25 novembre il filologo Andrea Giraudo sarà a Borgo San Dalmazzo. Dopo il grande apprezzamento ottenuto nel 2021 con la conferenza Arnaut Daniel, il preferito di Dante (1), il filologo borgarino Andrea Giraudo tornerà con un nuovo appuntamento il 25 novembre, grazie alla collaborazione culturale tra l’Associazione Espaci Occitan e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Borgo San Dalmazzo. L’attività è realizzata col sostegno della Regione Piemonte.

Andrea Giraudo, Dottore di ricerca in “Filologia e critica” presso l’Università degli Studi di Siena e l’École Pratique des Hautes Études - PSL Paris, è assegnista di ricerca in Filologia romanza all’Università di Torino e si occupa principalmente di letteratura antica valdese, laude di Iacopone da Todi, trovatori e testi moraleggianti del Duecento francese.

La conferenza Raimbaut de Vaqueiras. Il trovatore e la spada (2) presenterà la figura del trovatore provenzale attivo tra la fine del XII e i primissimi anni del XIII secolo, che trovò fortuna alla corte di Bonifacio I di Monferrato. Attraverso la lettura di un testo curioso della letteratura medievale in lingua d’oc, la cosiddetta Epistola epica, si tracceranno le coordinate del mondo (dentro e fuori la corte) in cui si mosse e operò Raimbaut, fino alla partecipazione alla Quarta Crociata.

In una delle sue vidas leggiamo che:

«Raembautz de Vaqueiras si fo fillz d'un paubre cavailler de Proensa del castel de Vaqueiras, que avia nom Peirors, qu'era tengutz per mat».

«Rambaldo era figlio di un povero cavaliere di Provenza del castello di Vaqueiras; suo padre si chiamava Peiror ed era dalla gente preso per pazzo».

Giovanissimo, Raimbaut divenne joglar (menestrello) e, dopo il 1182, viene ammesso al servizio di Guglielmo del Baus (Guilhem del Bauç), principe d'Orange. È qui che apprende l'arte del trobar e del mestiere delle armi. La vida ci informa inoltre delle sue doti:

«Ben sabia chantar et far coblas (3) e sirventes (4); e ‘l princes d'Aurenga li fetz gran ben e gran honor, e l'ennanset e ‘l fetz conoisser e pressiar a la bona gen».

«Sapeva ben cantare e comporre coblas e sirventès; e il principe d'Orange gli fece un gran bene e grande onore, insignendolo e facendolo conoscere e stimare dalla buona società».

L’incontro si terrà alle ore 21 presso la Biblioteca Civica Anna Frank, in Via Boves 4 a Borgo San Dalmazzo; l’ingresso è libero e gratuito.

Per informazioni:

Espaci Occitan, tel. 0171.904075, segreteria@espaci-occitan.org

Biblioteca Civica Anna Frank, tel. 0171.265555.

Note

(1) Arnaut Daniel. Ci siamo occupati di questo trovatore il 12 giugno 2022, in occasione dello spettacolo di Matteo Zenatti, andato in scena a Dronero il 13 giugno, dal titolo “Un trovatore in transito”: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=44996

(2) Raimbaut de Vaqueiras. Dopo il 1190, lascia la Provenza e arriva nell'Italia del Nord, passando prima per Genova e poi per Tortona, dove perviene alla corte dei Malaspina. Successivamente si sposta nel Monferrato presso il marchese Bonifacio, nel 1192. Suo ospite privilegiato, resterà a lungo alla sua corte, dove sarà uno dei più stimati trovatori. La sua Vida afferma che «primeggiava per l'ingegno, le armi e la poesia». Il suo destino segue, da allora, quello di Bonifacio del Monferrato: combatte contro la città di Asti, nella campagna di Sicilia nel 1194, soggiorna alla corte di Guglielmo di Forcalquier, nel 1196, poi ritorna nel Monferrato. Qui s'innamora di Beatrice, sorella del marchese e sposa di Enrico del Carretto. Comporrà per lei e comincerà a cantare in diverse lingue.

(3) Coblas. La cobla è la strofa o stanza basilare della poesia trobadorica medievale scritta in occitano. Martín de Riquer (linguista spagnolo, conte di Casa Dávalos e Grande di Spagna, dottore in filologia romanza e celebre medievalista) definisce la cobla come una “unità metrica il cui numero di versi e situazione di rime si ripetono nelle diverse parti di una poesia, e che nello stesso tempo è anche un'unità melodica".

(4) Sirventès. Il termine occitano sirventes o serventes indica un genere della poesia occitana o della letteratura provenzale o trobadorica, dal punto di vista formale somigliante alla canzone. Si tratta di poemi di circostanza, spesso satirici, che possono trattare temi morali, politici o letterari.

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