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Politica Nazionale
Dopo le elezioni del 25 settembre
Articolo di Domenico Bonvegna
Pubblicato in data 14/11/2022

Il Governo Meloni dovrà affrontare diversi problemi con un percorso abbastanza accidentato e cosparso di triboli e spine; meglio, quindi, saperlo prima e non aspettarsi miracoli che solo Dio può compiere.

Qualcuno fa il paragone addirittura con l’Italia del 1945, ma c’è una differenza secondo me fondamentale: allora gli Italiani, usciti dalle distruzioni e dai patimenti causati dalla guerra, erano pieni di entusiasmo, di voglia di vivere, di ricominciare a lavorare e lo dimostravano – fra tanti esempi – mettendo al mondo figli e accorrendo in lunghe file ai seggi elettorali; oggi, presi da pessimismo se non da disperazione, disertano le urne anche per protesta, tanto che quello dell’astensione (36%) è diventato il primo “partito”.

Ma nel 45 la confusione tra il bene e il male – il relativismo – forse era solo all’inizio e non aveva ancora aggredito la società che rimaneva sostanzialmente “cristiana” ancorata alla Famiglia, ritenuta dalla stragrande maggioranza fondamento della società; oggi, nonostante il benessere e il progresso allora impensabili, il disastro morale, civile e fisico è visibile a chiunque non abbia gli occhi murati dall’ideologia: la Famiglia, infatti, in teoria, è già stata dissolta dai cattivi maestri, dai costumi, dalle stesse leggi dello Stato e se essa, in pratica, sembra ancora resistere è solo per forza di inerzia.

Il mio riferimento alla Famiglia, ovviamente, non è casuale ma voluto perché sono convinto che la sua dissoluzione, avvenuta in questo lunghissimo dopoguerra, sia la causa principale dell’attuale deriva nichilista che oggi si manifesta soprattutto col crollo pauroso delle nascite o, come lo chiamano, “inverno demografico” di cui nella campagna elettorale nessuno ha parlato: l’economia, le bollette triplicate, l’immigrazione senza regole, le ruberie col “reddito di cittadinanza”, la disoccupazione, il “Pnrr” e perfino la guerra vengono dopo. Tali problemi sembrano vieppiù aggravati dal fatto che, inaspettato, forse avremo un Governo “di Destra” anche se lo chiamano di “Centro-Destra”: così, infatti, mi paiono accademiche le ripetute assicurazioni di Berlusconi che la presenza sua e di Forza Italia equilibrerà le forze quasi che Lega e Fratelli d’Italia fossero composte da bambinoni non cresciuti bisognosi di essere presi per mano da un nonno benevolo come all’asilo.

La novità dirompente è che un Partito – cosa mai accaduta – ha quintuplicato i voti fra notte e giorno e, soprattutto, che tale moltiplicazione ha riguardato proprio quello della vecchia Fiamma tricolore che diversi, non solo a Sinistra, chiamavano con disprezzo e timore “neofascista”: infatti Democrazia Cristiana e Partito Comunista, come si ricorderà, per decenni lo tennero fuori del cosiddetto “Arco Costituzionale” come un appestato!

A ciò bisogna aggiungere – cosa anch’essa di enorme significato – che per la prima volta quasi certamente una donna sarà chiamata ad essere Presidente del Consiglio e che questa proviene proprio da quella Destra vituperata detta ancora “estrema”: lo scorno e – di sicuro – l’invidia di tante brave femministe intelligenti che squittiscono con supponenza nelle televisioni – penso alle signore “bocche parlanti” di “Rai 3”, rete da sempre appaltata da comunisti e loro legittimi eredi, e de “La 7” – o che ballano e girotondano nelle piazze cantando "bella ciao", lo scorno e l’invidia – dico – di costoro possiamo solo immaginarli!

Altra verità cocente è che coloro che hanno gridato al “pericolo fascista” sono stati spiazzati e sorpassati dal popolo “basso”, che lor signori pensano sia anche “ignorante” quando non vota a Sinistra: questo popolo, giustamente, non si è accorto del “fascismo” perché sa che è finito nel 1945 con l’uccisione di Mussolini.

Ecco perché si rimane sconcertati e increduli a vedere come, dopo ben 77 anni – la vita di un uomo! – autentici becchini possano riesumare il cadavere e agitare il suo fantasma per incutere timore a qualche ingenuo credulone: bisogna convenire che il “basso popolo” delle “periferie”, di cui faccio parte, ha ragionato meglio e più velocemente della cricca dei becchini intellettuali che da decenni, indisturbati, imperversano e traggono profitti nelle redazioni dei giornali, nelle case editrici e nelle televisioni, pagate anche da noi, e che tentano di ammaestrarci come scimmie da circo equestre.

Questa volta non ci sono riusciti! E dire che perfino l’on. Prodi aveva ammonito: “qualcuno incautamente fa il paragone col regime del passato ma qui non siamo alla Marcia su Roma!”. A nulla, infatti, sono valsi anche le intrusioni e magari le minacce da parte dell’Europa in mano alle “massonerie” dei monetieri di Bruxelles e di Strasburgo: quella sfuggita, ex abundantia cordis (si dice così, in latino, delle parole che per prime sgorgano spontanee dal cuore e, quindi, sono le più vere!) alla ineffabile Ursula Von der Leyne “se vince la Destra, abbiamo i mezzi per bloccarla come abbiamo fatto con l’Ungheria” o quella di madame Elisabeth Borne “garantiamo che i valori sui diritti umani, in particolare sul rispetto del diritto di aborto, siano rispettati da tutti”.

Rivolgo subito delle domande a madame: 1) uccidere il bambino prima della nascita è un valore? (in Italia dal 1978 7 milioni!) 2) ucciderlo dopo la nascita (il cosiddetto “aborto post-natale” già attivo da qualche parte) è un valore? 3) l’ “utero in affitto” con la compravendita del corpo di una povera donna è un valore? 4) strappare il figlio alla donna affittata che lo ha portato in grembo per nove mesi è un valore? 5) consegnare un bambino a due maschi o a due femmine con conseguenti ridicole diciture di “genitore uno” e “genitore due” è un valore? 6) proibire, per legge, a un bambino il diritto sacrosanto di conoscere suo padre e sua madre è un valore? 7) la pedofilia, anche se tra consenzienti, di cui giorni fa nella Spagna ex-cattolica è stata chiesta la legalizzazione, è un valore? 8) scegliere col gender il sesso, cioè se essere maschio o femmina è un valore? 9) chiamare “famiglia” l’unione di due omosessuali e pretendere che questi abbiano dei figli, cosa impossibile secondo natura, è un valore?

O io sto farfugliando delle parole vane proprie di un vecchio nato nella prima metà del secolo scorso etc. etc.? Ne ho il sospetto quando – purtroppo – sento dire che in qualche banda del Nord Europa, ormai in maggioranza neo-pagana, i pochi vescovi e preti cattolici rimasti, vedendo le chiese deserte e in procinto di venderle, credono di riempirle benedicendo le “coppie” omosessuali (prima o poi ne celebreranno i “matrimoni” davanti agli altari?); mi domando se tali vescovi e preti, a furia di vivere a contatto col mondo luterano germanico e “dialogare” con esso non abbiano subito un “trasbordo ideologico inavvertito” e non siano diventati essi stessi luterani e, se sì, perché non lo dicono chiaro onde evitare confusioni nel povero popolo di Dio di cui anch’io, battezzato del Sud Europa, credo di far parte legittimamente.

L’on. Letta, del Partito Democratico post-comunista, oltre che del costo triplicato delle bollette, di guerra in Ucraina, delle botteghe che chiudono..., si è voluto occupare, come altri a Sinistra, anche del solito “fascismo” e “antifascismo”: la cosa non deve scandalizzare perché – ad esempio – non più tardi di qualche anno fa, anche “Famiglia Cristiana” (2-II-2020) parlava di “fascismo militante” dove l’aggettivo “militante” farebbe pensare a un regime feroce ancora in corso: da ridere!

L’on. Letta si è accanito, però, soprattutto sui cosiddetti “diritti civili” e “valori”, di cui diceva la signora francese, e ha ricordato con più calore il “disegno di legge Zan” come fosse una priorità assoluta: “il disegno di legge Zan, subito!” proclamava dal palco della festa dell’Unità già l’anno scorso (13-IX-2021) e ha continuato, poi, a ripeterlo in ogni comizio durante la campagna elettorale pensando di commuovere l’uditorio e racimolare qualche manciata di voti.

Ciò mi fa pensare che codesti “valori” e “diritti” per lui e la Sinistra vengano prima della economia che va a rotoli, le imprese che chiudono etc. etc.: guai a Giorgia Meloni se, per caso, tenterà di sfiorarne qualcuno! Ricordo che il “ddl Zan” – bocciato al Senato il 27-IX-2021 – è quello che tutelerebbe dalla omofobia gli omosessuali come se questi fossero una categoria protetta e non cittadini come tutti gli altri, tutelati già dalle normali leggi dello Stato; ma la trappola è nascosta: se questo ddl passasse, infatti, potrebbe impedirci a colpi di Codice Penale di dire o di scrivere che l’unica, era e sola Famiglia è quella naturale, da millenni formata da uomo-padre, donna-madre che generano figli; tale affermazione, ipso facto, sottintende che le “altre”, quella – ad esempio – formata da due maschi insieme o due femmine, non è “famiglia”: in questo caso un giudice protagonista, magari voglioso di comparire alla ribalta delle televisioni, ci potrebbe accusare di omofobia cioè di odio e offesa agli omosessuali e condannarci!

Ciò ha contribuito a far perdere la partita all’onorevole Letta e alla Sinistra nelle recenti elezioni? Penso di sì anche perché oggi gli Italiani hanno problemi molto più gravi del ddl Zan che dovrebbe salvare gli omosessuali che, fra l’altro, nessuno perseguita!

Concludo. Io ho votato per chi in questi anni ha detto di opporsi ai cosiddetti “valori” agitati dalla Sinistra pure essendo convinto che, data l’attuale corruzione, anche il più onesto e volenteroso Governo “conservatore” in questo campo, forse, potrà solo rallentare l’autodistruzione della società.

È, difatti, ancora nel suo svolgimento la “Rivoluzione” che studiosi di fenomeni sociali chiamano “culturale” o “sessuale” partita nel “1968”: un’azione programmata da decenni, una soglia storica oltre la quale la società non doveva essere più quella di prima; in quell’“anno”, infatti, il “Padrone del mondo” ha posto le basi di tutte le “conquiste” oggi raggiunte e quelle ancora da raggiungere soprattutto nell’Occidente post-cristiano. Io ho votato per chi ha detto di difendere i principi “non negoziabili” riassunti in “Dio, Patria, Famiglia”, “Tre Parole” odiate dalla Sinistra e che hanno scandalizzato anche qualche frequentatore di sacrestie, impaurito da un ritorno al “patriarcato” e al solito “Medioevo” da lui “studiato” su fumetti illustrati.

Ho votato per chi, a proposito di eutanasia, ha dichiarato con coraggio “Il suicidio per legge o suicidio di Stato io non lo voto perché la vita è sacra” (“La Verità” 27-IX-2019); è lo stesso che, qualche anno fa, durante i comizi mostrava la Corona del Rosario e nominava i Santi Patroni dell’Europa con scandalo di monsignori e della solita “Famiglia Cristiana” (26-V-2019) che ha bollato la cosa come “astuzia da marketing elettorale per carpire voti di chi abbocca” e davanti alla quale “chi ha fede non può che indignarsi”: forse piazzata estemporanea e plateale, non lo nego, di un giovine masaniello ma io “mi indigno” anche per quei “cattolici” che aderiscono a partiti il cui programma – scritto nero su bianco – è contrario alla Dottrina sociale della Chiesa; per quei “cattolici” che non emettono uno starnuto per non farsi scorgere e “non compariscono” direbbe Machiavelli…

 

Ultima considerazione

 

Sento dire che alcune giovanissime hanno contestato la signora Boldrini che non avrebbe difeso in modo adeguato non so che “diritto” delle donne. Signora, la cosa non mi meraviglia; solo voglio rammentarLe che l’ “incidente” che Le è occorso rientra nella normale “meccanica” della Rivoluzione: una “maestra” – come Lei – dovrebbe sapere che, invecchiando, si viene bellamente sorpassati perché nella sua corsa senza freni prima o poi “la Rivoluzione i figli suoi divora!” (“Andrea Chénier”, quadro terzo) Ma anche le ragazze contestatrici e spensierate, invecchiando, saranno inesorabilmente “divorate” da altre che verranno dopo di loro e che chiederanno cose, oggi, inimmaginabili: ciò accade quando non si hanno punti fermi di Dottrina a cui ancorarsi. Tranquilli, avverrà, basta aver pazienza ed aspettare!

 

Carmelo Bonvegna

 

 

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