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Voci e cose dal Piemonte
Pietro Paleocapa nella memoria di Torino
Breve tracciato biografico di un illustre a cui Torino ha dedicato una piazza del centro.
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 23/11/2022

Passeggiando per Torino, non distante dalla Stazione Ferroviaria di Porta Nuova, ci si imbatte in una piazzetta intitolata a Pietro Paleocapa. Al centro della piazzetta una bellissima statua raffigurante il celebre scienziato, politico, soldato ed ingegnere bergamasco di nascita ma torinese d’adozione.

Uomo poliedrico e ricco di qualità ha prestato servizio militare nelle Milizie Napoleoniche. E’ stato anche Ufficiale dell’Esercito del Re, con il grado di Tenente del Corpo del Genio, dopo aver frequentato l’Accademia Militare di Modena.

Nel 1817, vista la sua grande attitudine alla tecnica accetta un impiego nel Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade di Venezia (quello che oggi si chiamerebbe settore Lavori Pubblici).

Se l’Italia ha visto la nascita della Fortezza di Osoppo, in Friuli Venezia Giulia, lo deve proprio a Paleocapa che, caparbio, ha studiato progettistica ferroviaria, realizzazione di viadotti e trafori e anche viabilità sui canali navigabili.

I suoi biografi dicono unanimi che ha fatto una brillante carriera all’interno della Direzione Generale delle Pubbliche Costruzioni di Venezia. In questa grande realtà dell’epoca ottiene l’incarico di Consulente per la regolazione del Danubio ungherese e Regolatore del Tibisco e della relativa zona paludosa della Romania.

Il suo amore per la Penisola lo riporta in Italia dove si adopera, con Carlo Alberto di Savoia, per unire Venezia al Piemonte. L’annessione non è riuscita – a causa dell’Armistizio di Salasco avvenuto tra Piemonte e Austria nel 1848 – ma Pietro Paleocapa decide di stabilire la sua residenza in Piemonte.

Grazie alla sua fama negli ambienti monarchici viene eletto Deputato al Parlamento Subalpino e viene elevato a Ministro dei Lavori Pubblici nel Governo del Barone di Pendivasca Gabrio Casati. Lo stesso incarico gli viene conferito anche dai capi del Governo Massimo d’Azeglio e Camillo Benso, Conte di Cavour.

Il Traforo Ferroviario del Frejus, opera ingegneristica ancora studiata ed apprezzata ai giorni nostri, ha visto la luce grazie anche al ministro Paleocapa che ne ha fortemente voluto la realizzazione.

Il saggio e ponderato Conte di Cavour, parlando del suo ministro Paleocapa, era solito dire che si trattava di un uomo “ricco di accortezza e malizia ellenica”.

Purtroppo, come spesso accade ai grandi uomini, la salute inizia a latitare e Paleocapa diviene cieco. Ciò nonostante il Governo Sabaudo non può e non vuole fare a meno di lui. Pur di non perdere la sua competenza il Capo del Governo lo tiene nell’Esecutivo affidandogli un ministero senza portafoglio.

Dal 1855 al 1867 l’ingegner Luigi Negrelli ha potuto contare sull’aiuto di Paleocapa – già colpito da cecità - per la realizzazione del celeberrimo Canale di Suez.

Chi studia al Politecnico di Torino può spesso sentir citare il trattato di Pietro Paleocapa dal titolo “Sulla ferrovia attraverso le Alpi elvetiche e sul tracciato migliore delle linee subalpine per congiungere la rete svizzera colla italiana” scritto nel 1863 ed edito dalla Favale di Torino.

Bello è vedere che, a distanza di oltre un secolo dalla morte, la Città di Torino ricorda con una graziosa piazza del centro cittadino un uomo che ha alacremente lavorato per lo sviluppo e la grandezza della splendida capitale sabauda.

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