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Politica Locale
La lunga agonia dell’autostrada Asti-Cuneo giungerà infine a una sofferta conclusione?
Memorie ancora attuali relative alla storia di un progetto autostradale degno della peggiore tradizione degli asfalti italiani
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 13/01/2023

Allacciandomi all’articolo del 10 gennaio 2023, redatto dal collega Francesco Rossa, relativo all’annunciato parere favorevole al completamento dell’autostrada A33 Asti-Cuneo da parte del Ministro dell’Ambiente, Link:

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=46752

Per concordata sinergia informativa, qui di seguito, per dovere storico e di cronaca verità, verrà proposto un sorprendente articolo del 19/01/2015, dal titolo: Asti-Cuneo, l’autostrada fantasma. Un altro ecomostro piemontese. Articolo stilato su questo stesso giornale otto anni fa, quando, domiciliato ad Alba, raccoglievo informazioni di prima mano sulle tante luci di quelle Langhe ben amministrate, ma anche su ombre occultate con sapiente, piemontese omertà.

La A33 si è incagliata per decenni sulle sue stesse incongruenze. Il gotico tracciato a forma di Z fermo al moncone di Roddi, conserva uguali le difficoltà del progetto originario. Nonostante le sue tante incongruenze, stavolta si spera che la A33, più volte bloccata tra il dire e il fare, sia più o meno terminata e non se ne parli più. Difficile sostenere però, un certo garbo sull’impatto ambientale, se non con fantasiosi proclami. Quel mondo di cemento & balocchi che non ce la fa più.

Link dell’articolo del 2015:

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=14759

Qui di seguito un sunto del medesimo, dedicato alle stranezze & all’asfalto adagiati sulle fertili terre piemontesi per un progetto autostradale nato in stato confusionale.

La memoria storica di un progetto con-torto

L’Asti Cuneo è un'altra delle maxi opere incompiute Piemontesi. Qualsiasi urbanista, gettando un occhio alla pianura avrebbe scelto la via più logica e breve per collegare Cuneo ad Alba, che in linea d'aria distano 53 km, e da lì puntare su Asti quasi senza svolte, invece ne è nata un’illogica Z.

Negli anni 80, per unire i due capoluoghi, si riteneva sufficiente una scorrevole superstrada. L'idea era ottima, realizzata  dall'Anas sarebbe stata pronta (per difetto) nel 2011. Mancando i soldi però, si pensò ai pedaggi, all'autostrada, così l'opera si sarebbe finanziata da sola!?

Per conoscenza: lo storico tragitto sulla SS231 è di 62 km per un'ora circa di viaggio. L'attuale percorso misto A6/E7/A33 di 75,5 km per un’ora di viaggio.

Entro il 2015 era stata realizzata la parte meno utile: da Cuneo alla A6 (Torino Savona), con una tortuosa, lunga tangenziale tra fertili terreni attigui a Cuneo, scarsa di traffico (costo 300 milioni).

Da Cuneo verso Asti nello svincolo di Marene si abbandona l’A6 imboccando un breve tratto dell'A33 che non prosegue, ma termina al "pedaggio" di Cherasco, un mostruoso svincolo edificato ai piedi della storica cittadina (mappa dello svincolo). Un impatto ambientale inspiegabile.

Citazione a lavori relativi al lotto II. 6 tratta Roddi - diga ENEL. Procedimento di valutazione di impatto amb0ientale: Società Autostrade 20 aprile 2010 Link:

http://www.regione.piemonte.it/atti_al_enti/avvisi/dwd/asti_cuneo_avviso.pdf

Le relazioni sui costi sono dettagliate e concluse. Link:

http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=12779

Uscendo a Cherasco, Alba dista ancora 20 km da percorrere sulla stretta Provinciale 7, che si sviluppa sotto la collina di Verduno, su cui è appollaiato l'altro scempio delle Langhe, il contestato ospedale di cui qui si è già riportata  ogni assurdità (vedi mappa del terribile svincolo), Link

http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=14189

Raggiunta Roddi, s’imbocca la tangenziale di Alba che oltrepassa il Tanaro su un ponte che esiste da trent'anni. Non è il massimo ma c'è. Pare non basti, l'idea è copiare il tunnel della Manica, seppure un po' più corto.

Un articolo locale del 3/6/2008 esordiva con: il tunnel sotto il Tanaro è carissimo. A chi andrà la cresta? Sarcasmo ispirato dal superare un fiume largo 100 m con un tunnel lungo 2 km… a basso impatto ambientale?!

Sfogliando un altro articolo di Gazzetta d'Alba del 9 marzo 2011, il direttore dell'Anas, Mario Colletta stanziava € 625 milioni per dare inizio ai lavori del tratto Roddi, con fine lavori nel… 2015. Per il tunnel sotto il Tanaro il 2 febbraio 2012, Roma annunciava il via libera. Link:

http://www.stpauls.it/ga02/0212ga/0212ga05.htm

Il viaggio verso Asti prosegue sulla tangenziale fino al casello dell’autostrada ai piedi della torre di Barbaresco. L’indecente gomitolo di svincoli a Baraccone. Nove ettari di ghirigori dove bastavano 4 semplici rampe da e verso la rotonda (vedi immagine).

Da qui in poi, parallela alla SS 231 (gratuita), la A33  riparte verso Asti, dove, tra intricati raccordi, ad Asti ci si immette nella Torino-Brescia (238 km), progettata e realizzata in soli cinque anni, dal 1964  al 1968

A sostegno, un simpatico pezzo di Repubblica del 2008.

http://torino.repubblica.it/dettaglio/sullautostrada-delle-beffe/1506411

A questo punto, occorre riflettere sulla storia sfinita della A33 e il disprezzo per territorio e logica. In un’Italia sempre più asfaltata e ristretta, lo spazio per le grandi opere si fa esiguo. L'evidenza dovrebbe ispirare verso una nuova filosofia progettuale attenta al suolo, al recupero e l’ottimizzazione di strutture preesistenti. La realtà ci restituisce metodi opposti, disarticolati, distruttivi e disarmonici, sovente inutili o incompiuti. I motivi sono tanti: mediocrità, moralità politica, ma è l'etica professionale l'assenza più sentita.

Il casello di Cherasco deturpa il suolo, inutile gomitolo di strade spalmate in un’area compresa in un territorio patrimonio dell'Unesco. Voci sussurrano che le tante massicciate dalle autostrade nostrane siano dignitoso sepolcro per rifiuti tossici... Solite malelingue! In questa Italia ex Bel Paese, dovrebbe essere un reato ambientale continuare a definirla tale.

Ritornando all'Asti-Cuneo e a quel 2015: “finalmente, il Decreto sblocca Italia promette il termine delle tratte mancanti e dei tunnel, per uno stanziamento di € 500 milioni.” Parola del Ministro Lupi in occasione della visita ad Alba nel febbraio 2014, portatore delle solita formula: asfalto + cemento + milioni di euro = lavoro seppur sbagliato. Chi ci guadagnerà?

Significativo spolverare il rapporto Ecomafia di Legambiente del 2012 riferito al Piemonte:

http://www.legambientepiemonte.it/old/doc/19-07-12%20ecomafia%20presentazione.pdf

Nel 2011 l'inchiesta: "Asfalto pulito", relativa ad appalti truccati etc. connessi alla Asti Cuneo, scoperti dalla Guardia di Finanza, vedeva emettere numerose condanne, ribaltate in Appello nel 2014: 

http://www.gazzettadasti.it/index.php/cronaca/processo-asfalto-sottile-decade-laccusa-di-associazione-a-delinquere

In conclusione, tra 2015 e 2023, tra tanti proclami l’autostrada è rimasta tale, incompiuta e zoppa. Che succederà?

L'A33, lampante papera progettuale, è stata sopportata da una popolazione piemontese triste e stanca, e forse giungerà prima o poi a termine. Nel gennaio 2015, l'unica certezza della tratta mancante era che, nel paradiso dello "Slow food", per unire il traffico veloce tra la tangenziale di Alba e Cherasco, c’è una decina di chilometri a "Slow drive" sulla SP7. Gli smaliziati imprenditori del posto avrebbero potuto farne uno slogan e forse sono ancora in tempo. Sia lecito immaginare che, tra dire e fare, anche questa volta passi un po’ di tempo, sperando che non sia così.


 

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