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L’uomo, i misteri e l’ignoto
Durante la notte non siamo più noi …
… perché il nostro sistema viene temporaneamente disassemblato, riparato, aggiornato e ricostituito per poter funzionare anche il giorno dopo.
Articolo di Pietro Cartella
Pubblicato in data 20/01/2023

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 67 del 14.12.2021 che è stato suddiviso in 8 articoli. Questo è il n°3.

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Ci sono molti sorprendenti aspetti del nostro funzionamento che non conosciamo, aspetti che sono essenziali per tutto ciò che facciamo o che ci accade. Cosa accade durante la notte? Come agisce il destino? Cosa realmente dipende da noi? Che cosa influisce sulla coscienza? Come la coscienza influisce sulla vita? Sono solo alcune delle domande alle quali non è possibile rispondere una volta per tutte. Infatti le risposte si trovano continuamente emergenti dal mare della vita o di più vite, senza soluzione di continuità ma mai del tutto rivelate.

 

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Ogni essere che vive ha un proprio destino che non è cieco. Il destino, come la parola destinazione, evidenzia solo la meta da raggiungere ma all’interno del destino è compreso l’elemento karma, legge di causa- effetto o azione-reazione, che è l’indicatore di come questo destino potrà essere conseguito.

 

Quindi il destino identifica la nostra meta,

il karma indica il modo in cui noi arriveremo alla meta.

 

Quante più azioni compiamo non correttamente tanto più karma si crea, ovvero, tante più azioni e ostacoli alle azioni dovremo in qualche modo superare per ritornare sulla strada corretta verso la destinazione.

 

- Per favore puoi ripetere questo ultimo concetto?

 

Certo! Destino è la meta verso la quale stiamo andando, karma è il modo in cui ci arriviamo. Ci possiamo arrivare lisci come l’olio o in mezzo ad una serie di difficoltà infinite. Il karma a sua volta non è solo personale. Il karma, cioè tutti gli ostacoli al raggiungimento della meta di quel singolo individuo è e proviene non solo dall’individuo, non solo dalla sua famiglia, non solo dal suo sangue, non solo dalla sua etnia, non solo dal suo paese, non solo dal mondo, ma da tutto quello che esiste. Quindi capite bene che andare ad indagare su quanto mi è capitato, all’abitante del mio globo o cabina, 56 vite fa quando era nel medioevo e faceva il cavaliere abbia veramente poco senso perché non troveremo alcunché di sensatamente riferibile a qualcosa di odierno in quella persona che oggi fa tale ricerca. Oppure troveremo quello che vogliamo trovare e ad esso ci attaccheremo come possibile punto di partenza per cambiare quello che desideriamo cambiare senza sapere come fare davvero o mettendo in moto altre complicazioni aumentando il fardello già presente nel karma così come è oggi. Sarebbe come attaccarsi ad un cartello stradale mentre si percorre una strada e raccoglierne ancora quanti più e diversi possibile intorno ad esso. Non credo sia molto fruttuoso né ragionevole né intelligente. Nel migliore dei casi sarebbe poco utile per raggiungere la meta e ritarderebbe ulteriormente il nostro arrivo alla meta. Tutti noi in questo momento stiamo agendo senza sapere che stiamo solo aumentando gli ostacoli sul nostro cammino creandoceli da soli in numero maggiore di quanto lo faccia tutto il resto.

 

- … avevo letto su un libro, a tal proposito, che le persone che provavano la regressioni riuscivano a trovare le cause del loro problema e risolverlo di conseguenza, per esempio sbloccare le loro paure. Nello stesso libro parlava delle persone che erano in coma e potevano uscire dal corpo e vegliare sul corpo. Una specie di viaggio astrale …

 

… di sdoppiamento del corpo astrale. Perché esso si divide in due parti legate tra di loro dal cordone argenteo (che se si rompesse porterebbe alla morte): una piccola parte rimane attaccata al corpo mentre la parte maggiore si reca nel luogo o stato che le compete. Nell’intervento ci sono due cose interessanti che sono state oggetto di attenzione di molti specialisti in materia ed anche di alcuni medici. Da essi provengono testimonianze su ciò che accade quando una persona si trova in determinate condizioni. Anche alcuni neuroscienziati supportano tutto ciò con spiegazioni fisico-chimiche di ciò che avviene nel cervello durante tali situazioni. Tutto ciò è comprensibile, anche se parziale. Però tutto ciò che è osservabile da un essere umano è anche altro. Infatti, così come, durante la notte, i nostri corpi sottili, astrale, mentale e parte dell’energetico, si collegano e vanno a finire nei luoghi o stati in cui si trova tutto ciò che serve per la loro riparazione ed implementazione necessarie per continuare a funzionare il giorno dopo, ed anche l’energia per poterlo fare, così avviene anche in altri frangenti tra cui malattie in fasi importanti. Infatti più lo stato di malattia è profondo tanto meno sono forti i legami che trattengono i corpi sottili e più facile è che essi tendano a scentrarsi o addirittura allontanarsi dal corpo fisico e permanervi per un certo tempo. È quello che avviene alcune volte anche durante le anestesie o gli stati di coma (sia provocato naturalmente da incidente o malattia che indotto artificialmente mediante farmaci). In tali casi si dice che la coscienza sia assente. In realtà si trova in uno stato alterato in cui non è in grado di interagire con i corpi e li può solo osservare passivamente. Comunque sia, in alcuni di tali stati alterati e svincolata dalla completa fusione con i vari corpi dell’essere umano, che peraltro possono allontanarsi da quello fisico, è possibile che tutte queste componenti possano avere un certo grado di libertà e quindi osservare ciò che accade intorno o all’interno dell’entità umana senza limiti di barriere fisiche e temporali, riportandone le impressioni (talvolta assai particolareggiate) all’interno del sistema e della coscienza al momento in cui l’intero sistema si ricompone all’uscita dall’anestesia o del coma (queste informazioni e affermazioni, da qualunque fonte provenienti, sono causa di controversie all’interno delle comunità scientifica e medica e a tal proposito vi è molto materiale prodotto). Questa proprietà dei corpi sottili e della coscienza di potersi allontanare o essere allontanati dal corpo fisico cui sono legati è usata per esempio dagli ipnotizzatori i quali sono in grado di sostituire temporaneamente la coscienza altrui con la propria o anche solo mantenerla discosta dal corpo di appartenenza in sostituzione della classica anestesia durante alcuni tipi di interventi chirurgici. Queste sono tecniche note e sperimentate non solo in questi ultimi tempi. Appartengono alla storia dell’umanità e perfino l’uomo primitivo le utilizzava seppure per altre ragioni, così come usava altre caratteristiche e proprietà. Tanto per citarne una, ancora oggi alcuni aborigeni australiani sono in grado di stabilire contatti telepatici tra di loro, anche se ormai in loro questa possibilità si sta sempre più esaurendo sostituita dall’utilizzo della tecnologia telefonica e per via del loro inserimento nella cosiddetta società civile. Nelle persone più evolute, secondo la nostra mentalità, queste caratteristiche sono state perse già da lungo tempo. Torniamo ad osservare cosa succede quando ci rendiamo conto di un miglioramento della fase di malattia, indotto volontariamente dalla persona stessa o da terzi. In tal caso, come per tutte le capacità simili ed altre magiche che sono proprie e rimangono nell’essere umano, si forza una condizione. Quindi è come se si inducesse una sorta di ipnosi, e comunque un condizionamento. Attenzione, noi siamo tutti sotto ipnosi! Al punto che siamo convinti di vivere una vita reale. Quindi non è difficile vivere da ipnotizzati senza saperlo. Perché è diventata la nostra condizione naturale (anche negli stati di premorte). Noi siamo convinti che una medicina ci faccia guarire, ma non sapremo mai veramente se è stata la medicina a farlo o la nostra convinzione. Tanto è vero che circa il 2% delle malattie guariscono per remissione spontanea per ammissione degli stessi medici ed è anche la stessa percentuale che viene ascritta alle guarigioni miracolose imputate ad un certo tipo di fede. Sappiamo che tali fatti esistono, ma sappiamo anche che vengono forzatamente indotti nella maggior parte dei casi. Di remissioni spontanee senza la partecipazione dell’interessato non se ne hanno notizie (o le poche che risultano sono dubbie). Significa che nessuna di esse sarà mai una vera guarigione, ma sposterà la malattia sotto altre forme, su altri piani dove non sarà visibile per un certo tempo, per poi riapparire sotto una forma diversa sul piano fisico, fino alla sua vera risoluzione, semmai gliene si lasci tempo e modo proprio (ma ciò, visto il nostro attuale stato di coscienza distorto, comporta un rischio assai elevato di peggiorare ulteriormente le cose se non si entra in un vero processo di guarigione totale dell’intero essere). Tutto ciò che di può descrivere e dire, si può fare e dire perché fa parte dell’esperienza che stiamo facendo; tuttavia non si può dire che sia vero.

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prosegue nei prossimi articoli …

 

foto e testo

pietro cartella

tags: notte, sonno, vita notturna.

 

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