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Cultura
Dove la Storia passò: Lo Scoglio genovese dei Mille
Di Alessandro Mella
Articolo di Milo Julini
Pubblicato in data 15/03/2023

Mi capitò di dovermi recare a Genova, una toccata e fuga di una sola giornata in tutto assai compressa, e nonostante il traffico terribile e la stanchezza non volli perdere l’occasione, grazie anche alla complicità della mia fidanzata, per recarmi a vedere con i miei occhi un luogo visto tante volte nelle pellicole cinematografiche, letto in tanti testi, mai pienamente scoperto con i miei occhi.

Uscendo quindi dalla città, seguendo il lungomare per una ventina di minuti, arrivammo a Quarto e grazie dei comodi parcheggi lato strada ci si poté fermare proprio accanto a quel luogo eccezionale.

Lo scoglio dal quale, nel 1860, si imbarcò la schiera degli eroi capitanati da Giuseppe Garibaldi ed in partenza per andare a soccorrere gli insorti siciliani che si erano innalzati contro la tirannia borbonica.

L’area si compone, oltre naturalmente che del gruppo roccioso, anche di due monumenti posti a ricordo dell’evento.

Il primo è un cippo marmoreo, con in cima lo stellone d’Italia, che ricorda con semplici parole quel giorno di tanto tempo fa.

Un’opera sobria, spartana, un obelisco candido con il mare alle spalle. Opera facilmente raggiungibile tramite una pratica scaletta di recente posta.

Proseguendo lungo la strada si giunge nel piazzale ove sorge il celebre monumento che fu eretto nel 1915, opera di Eugenio Baroni, alla vigilia dell’ingresso del Regno d’Italia nella Grande Guerra europea.

Per realizzare il massiccio bronzeo lo scultore si ispirò ai versi dell’Inno di Garibaldi riuscendo ad ottenere una magnifica rappresentazione delle celebri parole “Si scopron le tombe, si levano i morti”:

L’eroe appare in capo alla schiera, in un atteggiamento magnifico rivelante la grandezza e l’eroismo dell’impresa. L’artista ha raggiunto la massima efficacia della rappresentazione simbolica, con mezzi molto semplici, in apparenza. In realtà, lo scultore ha certamente impegnato tutte le forze della sua arte per animare quel marmo col gruppo di figure che lasciarono di sé orma così profonda nelle pagine della storia.

Garibaldi, come già si è accennato, è in capo alla schiera di valorosi che si sprigiona dalla massa marmorea e va verso il mare, verso la lotta contro gli elementi in tempesta, verso il destino oscuro o la gloria luminosa, verso la redenzione di un regno. (…)

Dallo scoglio di Quarto, che la mano dell’artista ha trasformato in marmo, sbucano i seguaci del condottiero che va a detronizzare un re senza ambirne la corona. Questi uomini oscuri prorompono nella luce irradiata dal loro ideale generoso (…). (1)

L’opera venne inaugurata il 5 maggio del 1915 in un clima reso assai difficile dall’ormai violenta contrapposizione tra gli interventisti ed i neutralisti. Il discorso della cerimonia fu tenuto da Gabriele D’Annunzio, rientrato dalla Francia, con toni decisamente accessi e volutamente spinti al sostegno della partecipazione del nostro paese al conflitto:

La solennità di Quarto. Allo scoglio di Quarto presso Genova, con enorme concorso di autorità, di associazioni, di rappresentanze e superstiti, intervenuti da ogni parte d'Italia, mercoledì è stato solennemente inaugurato il monumento ai Mille.

A causa dalla grave situazione internazionale non sono intervenuti né il Re né i ministri. Disse con alata parola il discorso inaugurale Gabriele D'Annunzio. Il Re ha inviato un patriottico telegramma. (2)

In effetti per evitare pericoli, tensioni e perfino strumentalizzazioni il governo decise di non intervenire con i ministri e così fece il sovrano:

Il Re e i ministri deliberano improvvisamente di non partecipare alla cerimonia di Quarto in "considerazione della situazione politica". La deliberazione del Consiglio dei Ministri. Roma. 3, sera. Il Consiglio dei Ministri si è riunito stamane, alle 9,30, a Palazzo Braschi, convocato d'urgenza dal Presidente del Consiglio.

Erano presenti tutti i componenti del Gabinetto. Il Consiglio è finito dopo mezzogiorno. Poco dopo, dal Segretariato della Presidenza del Consiglio è stato diramato il seguente comunicato ufficiale: Stamane, alle 9,30, si è riunito a Palazzo Braschi il Consiglio del Ministri. Il Ministro dalle Colonie ha comunicato i rapporti pervenutigli intorno al recente fatto d'arme della Sirte.

In seguito a sua proposta il Consiglio del Ministri ha deliberato di autorizzarlo a proclamare lo stato di guerra in Tripolitania, dove occorra, ed ha stabilito che vi siano inviati i rinforzi militari.

Il Ministro degli Esteri ha riferito intorno alla situazione internazionale. Considerata la situazione politica, il Consiglio ha riconosciuto la necessità che nessun membro del Governo si assenti da Roma. (3)

Probabilmente il Re Vittorio Emanuele III avrebbe voluto partecipare ma intorno a lui crebbe la consapevolezza dei rischi legati a quell’esporsi ed egli, con la consueta saggezza, accettò i consigli ricevuti ed inviò un bel telegramma al sindaco di Genova:

Se cure di Stato, mutando il desiderio in rammarico, mi tolgono di partecipare alia cerimonia che si compie costà, non si allontana però oggi dallo scoglio di Quarto il mio pensiero.

A codesta fatale sponda del mare ligure che vide nascere chi primo vaticina l'unità della patria e il duce dei Mille salpare con immortale ardimento verso le immortali fortune, mando il mio commosso saluto.

E, con lo stesso animoso fervore di affetto che guidò il mio grande avo, dalla concorde consacrazione delle memorie, traggo la fede nel glorioso avvenire d'Italia. Firmato: Vittorio Emanuele. (4)

Ancora oggi il cippo ed il monumento, restaurati nel 2011 in occasione del centocinquantesimo anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, sorgono su quegli scogli guardando il mare che vide partire il gruppo di eroi.

Attorno ad essi, spesso, si radunano le persone desiderose di godere del panorama e del mare. In quel luogo pieno di storia, emozioni, valori e speranze.

La storia vi passò, vi restò, su quelle pietre di mare che anche lo sguardo del prode nizzardo colse.

E che certo non dimenticò mai. Quella battigia dove noi, con un po’ di fantasia, possiamo ancora immaginare le sagome dei vapori Lombardo e Piemonte in attesa dei mille. Verso la gloria, verso l’Italia.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Bollente, 17, Anno XXIX, 29 aprile 1915, p. 1. (Si noti l’errore, si parla di marmo al posto del bronzo. Tuttavia, originariamente il monumento fu davvero previsto in marmo e la modifica fu disposta nel 1914).

2) L’Arco, 8 maggio 1915, 19, Anno XXXIII, p. 3.

3) La Stampa, 122, Anno XLIX, 4 maggio 1915, p. 1.

4) Ibid., 124, Anno XLIC, 6 maggio 1915, p. 3.

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