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Cronaca
Cosa succede nella Massoneria italiana? Facciamo chiarezza
Il tempio principale della Gran Loggia Unita d'Inghilterra
Dopo la rottura del '93 sull'onda delle inchieste su mafia e logge, il Duca di Kent ha deciso di riconoscere di nuovo l'Obbedienza guidata da Stefano Bisi.
Articolo di Luca Fiore Veneziano
Pubblicato in data 08/03/2023

Spesso se ne parla in modo confuso. A tratti contraddittorio. Facendo confusione fra termini e fatti storici. Fra Venerabili e Gran Maestri, fra Logge e Gran Logge.

La natura della Massoneria italiana costituisce ancora un vero e proprio mistero per la maggioranza degli italiani. Complice, più l’ignoranza dei giornalisti che ne parlano piuttosto che la vetusta persecuzione asburgica e pontificia.

Dallo scandalo P2 fino all’inchiesta Cordova, passando per le varie commissioni antimafia, l’immagine che ne esce fuori è orrenda.

Un tempo veniva associata a figure di tutto rispetto: dai Padri costituenti americani e francesi fino ai grandi ideatori del Risorgimento, dai geni della Scienza nella Royal Society sino agli illustri membri delle monarchie anglosassoni e scandinave.

Oggi il termine “massoneria” in Italia è spesso usato impropriamente, associato esclusivamente alle criminalità organizzate o peggio, ad ordite bande di malfattori che tramerebbero per sovvertire l’ordine costituito. Nulla di più fuorviante. Ignorando completamente che la Monarchia svedese, la stessa che ogni anno consegna i vari premi Nobel, possiede, fra le sue massime onorificenze di Stato, anche un rito massonico (il Rito Svedese), di cui ne fanno parte i membri più autorevoli del clero luterano e della nobiltà.

La Massoneria che plasmò l’Età contemporanea oggi ha ridimensionato fortemente la sua influenza. In Italia poi si ritrova ad essere frammentata al suo interno.

Con buona pace di complottisti e antimassoni la Libera Muratoria (termine che insieme ad “Arte Reale” è sinonimo di Massoneria) benché si autodefinisca Universale, non lo è affatto. In tutto il mondo, ed in Italia in particolar modo, esistono innumerevoli Organizzazioni massoniche, definite Gran Logge o Grandi Orienti, dove al loro interno vi sono altrettante Logge, le quali non si riconoscono né si frequentano affatto fra di loro, poiché ognuna appartiene ad una Istituzione o Obbedienza massonica diversa.

In questo grande marasma generale possiamo tuttavia semplificare il quadro, asserendo che esistono due grandi famiglie massoniche nel Mondo.

Sì, perché dal 1877 ci fu una frattura profonda nel mondo latomistico (altro termine per definire la Massoneria).

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra condannò apertamente il Grande Oriente di Francia, poiché ateo e materialista. I massoni francesi, inoltre, a differenza degli inglesi, accettarono le donne al loro interno, e un sistema di gradi massonici che andava oltre il terzo grado. Nacquero così molteplici riti massonici oltre i primi tre gradi (che, al contrario dei riti massonici, costituisco un Ordine massonico).

Da allora, nel mondo, vi sono organizzazioni massoniche riconosciute dagli inglesi (costituite solo da Ordini massonici, cioè solamente da tre gradi massonici), e altre dai francesi (con riti massonici che vanno oltre il terzo grado, con le donne e gli atei al loro interno).

In Italia la situazione è ancora più complessa. Il riconoscimento inglese ce l’ha la Gran Loggia Regolare d’Italia. Mentre quella francese la Gran Loggia d’Italia ALAM.

Il grande escluso dai riconoscimenti è proprio la più grande e antica obbedienza massonica italiana, il Grande Oriente d’Italia (GOI). L’anomalia risiede nel fatto che il GOI nasce storicamente nel periodo napoleonico come emanazione in Italia del Grande Oriente di Francia. Poi nel tempo acquisì prestigio internazionale, fino ad arrivare al tanto agognato riconoscimento inglese, da parte della Gran Loggia Madre del Mondo, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE), la quale lo accettò solamente nel 1971.

Dal 71’ fino al 93’ ebbe il riconoscimento di Londra. Poi l’inchiesta Cordova si abbatté sul GOI, era la stagione delle stragi e l’Italia era appena uscita dalla Guerra Fredda e da Tangentopoli. Tutto mutava, e anche la massoneria italiana non poteva essere più la stessa.

Fu così che l’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuliano Di Bernardo, si dimise dalla sua Istituzione, e ne fondò un’altra riconosciuta dagli inglesi, la già sopracitata Gran Loggia Regolare d’Italia.

Tutto questo dal 1993 fino ad oggi, 2023. Già, perché come un fulmine a ciel sereno, da giorni negli ambienti massonici non si fa che parlare d’altro.

Oggi, il tanto ambito riconoscimento inglese verrà concesso anche al Grande Oriente d’Italia (GOI); il quale si troverà insieme alla Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI) ad essere una delle due obbedienze massoniche italiane riconosciute dal Duca Edward di Kent, cugino primo della defunta Regina Elisabetta II, e Gran Maestro della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE).

Sono in molti a chiedersi il perché di una simile decisione. Molti ipotizzano una banalissima questione d’iscritti, come se la Monarchia inglese avesse bisogno di ulteriori capitali per pagare costi e affitti. Altri, più realisticamente, ci vedono l’influenza scaturita dei fatti di Ucraina. Il conflitto in quella regione sta ricompattando tutte le Istituzioni del mondo occidentale, Massoneria compresa.

E una regione strategica come l’Italia non può permettersi di avere Logge regolari che non si riconoscono al suo interno.

Resta tuttavia il problema storico delle massonerie legate al Grande Oriente di Francia. Problema che potrebbe essere risolto da una apertura alle donne da parte degli inglesi. Già, perché in Inghilterra, per celebrare i 300 anni dalle costituzioni massoniche di Anderson (1723), la UGLE ha organizzato uno speciale Meeting di Gran Logge, dove oltre alle maggiori Obbedienze americane e europee, ha invitato anche le Gran Maestre della massoneria femminile presente nel Regno Unito (dell’Order of Women Freemasons e del HFAF – Freemasonry for Women). Questo è un fatto storico, che non ha precedenti.

Tutto ciò apre la strada a possibili mutamenti futuri, e forse, chissà, persino ad una possibile riunificazione italiana delle numerose “famiglie massoniche” presenti sul nostro suolo.

Forse il sogno di molti nel vedere un'unica grande Istituzione massonica italiana potrà finalmente realizzarsi.

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