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Cronaca Torino
Torino - Enrico Frignani e la "Love Gallery" dei Docks Dora
Enrico Frignani
"Erotico" duemilaventitre dal lunedi al sabato
Articolo di Massimo Calleri
Pubblicato in data 24/05/2023

Fuor di sintassi «eroticando» nell’arte è come un gerundio che emozionando si ostina nella ricerca della bellezza dell’andare in direzione del racconto visivo, per l’artista la prossima opera non sarà l’ultima, ma un perenne divenire. 

Lasciarsi vivere dall’erotismo, accantonando la sola pratica sessuale, può essere uno stupefacente viaggio evolutivo. 

Erotico è un viaggiare metafisico, si manifesta in quell’alcova della mente che risiede sull’isola che non c’è, in virtù del bagaglio formativo e il vissuto fa di ognuno di noi, nonostante la manifesta appartenenza alla specie umana, pezzi unici non replicabili. 

Da un’idea del gallerista Enrico Frignani, dopo un’ accurata selezione e importante sensibilità, prende pian piano forma un mosaico di opere sull’immaginario non canonico dell’Erotico. 

Enrico ha messo a punto un itinerario che si svolge nel centro della città, in accoglienti spazi di rara bellezza, lì le opere platonicamente si concederanno a chi vorrà poter dire «io c’ero». 

Anticipare il visivo sarebbe cosa facile con l’uso di pomposi aggettivi superlativi, più intrigante una narrazione che va letta nel non esplicitamente scritto, è proprio lì che la cimosa si svolge, tra l’ordito e la tessitura si palesano soffici i pensieri, come una morbida e calda sciarpa di cachemire. 

L’invito è rivolto a chi non ha mai smesso di stupirsi, chi invece si è o attardato o è sbalzato molto in avanti, bene anche questi viaggiatori del tempo potranno appoggiarsi alla balaustra che sostiene una parte della conoscenza e della bellezza, la narrazione visiva è Arte.

La "LOVE GALLERY" di via Valprato 68, in questi giorni dell’universo libro, espone arte visiva; da una accurata selezione e curatela di Enrico, prende forma sostanziandosi in una esposizione che sposta la parola dalla pagina stampata al visivo: disegnato, pitturato, scolpito, elaborato e fotografato, con il neanche tanto  celato invito a discettare sul «EROTICO».

L’incipit prende dai tanti spunti che gli artisti hanno voluto confessare nelle loro opere. Sarebbe già un discreto successo emotivo, comprendere da quai pensieri prende forma concreta l’arte, quanto racconta di noi, quanto attinge dal nostro vissuto, visto, letto.

Non ultimo, quanto sia gratificante cedere in affidamento un nostro lavoro, scoprire che nella mente di altri è vibrato qualcosa di simile al nostro o essere infantilmente curiosi da carpire altre motivazioni che hanno spinto all’acquisto di un’opera.

Anche questo pensiero si insinua nel concetto libero di «EROTICO», ci porta ad aggiungere ulteriori risposte alla domanda Tenchiana «Come mi vedono gli altri», una sorta di talismano per l’autostima che contiene in unica pasta le parole tra loro inscindibili: amore, erotico, sensuale, godimento, appagamento, gioia.

Si potrebbe sintetizzare con

È VITA!

Gerry Di Fonzo

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