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Politica Internazionale
Recep Tayyip Erdogan confermato Presidente della Turchia
Brutta notizia per NATO, UE e USA. In Turchia vi è un Presidente non prono alle scelte belligeranti dell'Occidente.
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 29/05/2023

Come vi avevamo promesso nelle scorse settimane, siamo a darvi conto delle Elezioni Presidenziali avvenute nella vicina Turchia.

Al primo turno, avvenuto il 14 maggio scorso, il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan aveva conquistato un dignitosissimo 49.5% delle preferenze. Non avendo raggiunto il necessario 50%+1, però, si è dovuti ricorrere al ballottaggio.

Il mainstream dell’informazione, totalmente asservito agli Stati Uniti d’America e al Fronte Atlantista, in queste due settimane ha detto di tutto, ha fatto il possibile per smembrare la figura di Erdogan a favore del suo sfidante Kilicdaroglu.

I colleghi de “Ilpost.it”, ad esempio, riportavano la notizia che l’ultimo sermone tenutosi nella grande moschea di Ankara invitata i fedeli musulmani a promuovere i valori della famiglia tradizionale e la “dignità dell’uomo e della donna”, di cui ovviamente il conservatore Erdogan si propone come il principale difensore.

A detta dello stesso quotidiano “in questo secondo turno di ballottaggio, come già al primo turno, Erdogan è sostenuto dall’“Alleanza del Popolo”, composta dall’AKP, il suo partito di appartenenza, dall’MHP, partito nazionalista secolare, e da altri due piccoli partiti islamisti e ultranazionalisti”.

Sinan Ogan, leader dell’ultra destra turca – che al primo turno prese un considerevole 5% delle preferenze – si è esposto a tal punto da invitare i suoi elettori a non votare Kilicdaroglu, delfino del Fronte Atlantista. Un appoggio tutt’altro che scontato e, allo stesso tempo, fondamentale per permettere ad Erdogan di eliminare politicamente l’avversario.

Il Popolo Turco ha ben chiara l’importanza di questo voto ed, infatti, si è recato alle urne con un quorum superiore all’84%. In Italia affluenze simili sono ormai un miraggio che risale ai tempi della Prima Repubblica.

Le prime parole pronunciate dal “Sultano” Erdogan sono state: “Ora è il momento di proteggere la volontà della nostra nazione, fino all’ultimo momento”. Il presidente uscente sa bene che i suoi avversari sono pronti ad usare qualunque mezzo pur di defenestrarlo e di consegnare la Turchia nelle mani del Fronte Atlantista, guidato dal discutibile Joe Biden.

Sabato sera, al Festival di Cannes, l’attrice turca Merve Dizdar, nel ricevere il Premio come Migliore Attrice, ha pronunciato un discorso chiaramente a favore di Kilicdaroglu nel quale ha detto: “Consegno questo premio a tutte le mie sorelle che non si inchinano davanti a coloro che sono ritenuti degni ma lottano e non perdono mai la speranza, qualunque cosa accada, e a tutte le anime in difficoltà che aspettano di vivere i bei giorni che meritano in Turchia”.

Come sempre più spesso accade, gli uomini e le donne dello spettacolo usano il loro ruolo pubblico per demonizzare chi sta al governo di un paese. Anche in Italia, in questi giorni, molti volti noti della Rai stanno abbandonando l’azienda per contestare il Governo Meloni e le sue politiche.

A Sinistra non sanno proprio accettare le sconfitte. Quando perdono le elezioni iniziano a fare dispetti e scaramucce per dimostrare a tutti la loro piccolezza politica e la loro scarsa concezione della democrazia.

La riconferma di Recep Tayyip Erdogan è una brutta notizia per la NATO, per l’Unione Europea ma, soprattutto, per gli USA dal momento che il “Sultano” di Ankara non è prono alle scelte scellerate di Volodymyr Zelensky che sta facendo di tutto per condurre l’Occidente in una guerra fratricida contro la Federazione Russa di Vladimir Putin.

L’asse ideale che si è più volte creato tra Erdogan e Viktor Orban, Presidente dell’Ungheria, risulta essere fastidioso per i tecnocrati di Bruxelles e Washington, che vorrebbero l’eliminazione di Putin. Il fatto che vi siano due presidenti non allineati con il pensiero unico, che vorrebbe l’abolizione della Famiglia Tradizionale, il trionfo della Lobby LGBT e la dittatura della scienza, non aggrada Joe Biden e i suoi sbiaditi accoliti.

La riconferma di Recep Tayyip Erdogan dimostra che nel mondo vi sono ancora persone di buon senso, coraggiose, che non hanno alcuna intenzione di piegarsi al pensiero unico globalista e mondialista tanto caro al mondo Occidentale.

Torneremo, come sempre facciamo, sul tema con la certezza che si apriranno scenari interessanti sul fronte politico internazionale.

 

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