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Economia e finanza
Apicoltura. La sostenibilità economica delle aziende è in pericolo!
L'inverno siccitoso e le recenti alluvioni stanno mettendo in ginocchio il settore.
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 07/06/2023

Tre mesi orsono eravamo a parlarvi del miele cinese adulterato che arriva sulle tavole dei consumatori italiani, danneggiando i nostri bravi e scrupolosi apicoltori.

Oggi, come spesso facciamo, torniamo sul tema per narrarvi di come l’inverno siccitoso appena passato e le recenti alluvioni abbiano causato la perdita di migliaia di alveari, con conseguente danno per gli apicoltori ma anche, e soprattutto, per i consumatori.

A render nota l’incresciosa situazione Giancarlo Naldi, Presidente dell’Associazione Nazionale del Miele, con sede a Castel San Pietro Terme (Bologna).

Naldi, intervistato da Claudio Bolognesi de “Il Resto del Carlino”, ha dichiarato: “E’ una situazione disperata: sull’acacia la perdita è stata tra il 70 e il 100%, e nella nostra zona siamo molto più vicini al 100 che al 70”.

Quadro drammatico se si considera come dietro all’apicoltura vi sono intere famiglie che, sul nettare dorato, hanno fondato la loro attività ed il loro sostentamento.

Qualcuno potrebbe dire che se le perdite riguardano solo il miele d’acacia è facilmente risolvibile la questione consumando altri tipi di miele. Il problema è che la perdita ha colpito tutte le tipologie di nettare tanto da poter affermare che “gli stessi numeri dell’acacia valgono a livello nazionale anche per il millefiori, siamo su perdite molto superiori al 50%, e anche per altri mieli come il tarassaco”.

Giancarlo Naldi, non nascondendo un forte senso d’impotenza, chiosa dicendo che “in tutta Italia il clima ha creato danni impressionanti agli apicultori. Per la sola stagione primaverile abbiamo stimato in tutta Italia 70 milioni di euro di mancati ricavi. Una Caporetto”.

Coldiretti Grosseto”, in un’analisi fatta nel recente mese di maggio, lancia un allarme tutt’altro che trascurabile: “Il settore cresce e questo è decisamente un buon segnale ma deve anche fare i conti con l’andamento instabile delle produzioni, molto legato al cambiamento climatico. Senza produzione la sostenibilità economica delle aziende è in pericolo. L’avvio della stagione delle fioriture è stato promettente, poi è arrivato il passo falso della primavera e l’abbassamento delle temperature proprio quando le api stavano raccogliendo il nettare”.

Al di là della produzione del miele, che è comunque fondamentale, c’è da tener presente che “ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione delle api. Tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni” come dice la FAO in un suo preciso report.

Sostenere gli apicoltori e il loro fondamentale operato è un’azione concreta per la salute e la salvaguardia della salute della popolazione visto che “il miele è una fonte naturale di energia, essendo composto principalmente da zuccheri semplici come il fruttosio e il glucosio. Questi zuccheri vengono rapidamente assorbiti dal nostro corpo, fornendoci una spinta di energia immediata. E’ una scelta eccellente per gli atleti o per chiunque abbia bisogno di un rapido rifornimento di energia” come scrive Angela Piaccione per “Wine and Food Tour”.

Continueremo a monitorare la situazione e a dare attenzione al mondo apistico che, troppo spesso, viene ignorato dal mainstream dell’informazione. Come sempre, condivideremo con voi quanto appreso.

 

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