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Problem solving
Visionaria follia per cavar fuori un ragno dal buco
Articolo di Armeno Nardini
Pubblicato in data 05/06/2023

(Tempo di lettura: 2,5 minuti)

 

Che peccato che gli esseri umani non possano scambiarsi i problemi.

Questa frase di Olin James Miller, scrittore americano morto a 80 anni 50 anni fa, torna ogni tanto sui social, soprattutto quando i problemi del vivere civile si intensificano, come in questo periodo, e vien voglia di passarli ad altri. Ma ciò non è possibile. Ognuno, infatti, è responsabile dei problemi propri, che deve affrontare personalmente, e ognuno deve cercare, in autonomia decisionale, le soluzioni più adeguate a sé.

Miller, però, completò come appresso il suo pensiero, aprendo la porta alla speranza ch’è forse possibile farsi aiutare da altri per risolvere un proprio problema:

Tutti sembrano sapere esattamente come risolvere i problemi degli altri.

Già, ma chi per indole o per professione dispensa consigli per risolvere i problemi altrui, ha la stessa capacità di consigliare sé stesso in modo efficace per risolvere i problemi propri? Questa è l’ironica domanda che ha fatto della intera frase un aforisma, spesso citato per sottolineare la discrepanza tra la capacità, vantata da chi ti dichiara d’esser capace di saper comprendere e risolvere i tuoi problemi, rispetto alla sua incapacità di affrontare in modo efficace i propri.

La risoluzione dei problemi, il problem solving, è un processo mentale che richiede un mix sapiente di conoscenze continuamente aggiornate, di doti, di intuizioni e anche, talvolta, di genialità creativa. Quando si tratta, come si dice, di dover cavar fuori un ragno dal buco, può essere d’aiuto anche l’amalgama tra razionalità e intuito giacché, come ha scritto Erasmo da Rotterdam, le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.

Nel sociale, che interessa tutti, i problemi sono tanti. C’è chi pensa, però, che talvolta alcuni problemi sono creati artificiosamente da certi politici, i quali si propongono poi di risolverli per acquisire consensi.

Ma, i problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati. Pare lo abbia detto Einstein. Significa che non possiamo risolvere un problema usando la stessa metodica del pensiero che lo ha generato; otterremo infatti gli stessi risultati, saremo di fronte agli stessi ostacoli, dovremo infine concludere che il problema era proprio la persona deputata a risolverlo, era proprio il problem solving.

Un adagio, che mi rimanda agli insegnamenti di mio padre e proviene dalla saggezza orientale, diceva più o meno così: se c’è un problema e c’è una soluzione, allora non c’è il problema. La soluzione ricercata, e trovata, annulla infatti il problema. La sua complessità, però, ed è successo, può innalzare agli altari il problem solving, e l'euro dalla speculazione. E lo fece. O no? Anche questo è un problema da risolvere. Ci penserà la Storia, che ha i suoi tempdi cui sempre meno potremo fare a meno, costi quel che costi - whatever it take: Mario Draghi lo disse il 26 luglio 2012, quando era Governatore della Banca Centrale Europea, per salvari, ma eccelle come problem solving.

Si vales, vàleo.

 

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