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Storia
Gaetano Sechi – Un eroe dei cieli
Di Alessandro Mella
Articolo di Milo Julini
Pubblicato in data 12/02/2024

Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale furono molti i combattimenti sostenuti nei cieli del Mediterraneo quando i rifornimenti per le truppe combattenti nell’Africa Settentrionale, i rimpatri e così via, rendevano indispensabile l’impiego anche di velivoli da trasporto. I combattimenti su Malta, poi, costrinsero la Regia Aereonautica anche ad un massiccio impiego di bombardieri. Ed in entrambi i casi questi convogli e squadre richiedevano un importante impiego di formazioni di caccia di scorta.

Tanto bastò, purtroppo, a procurare la perdita di innumerevoli equipaggi i cui componenti spesso riposano, ancora, sul fondo del mare nelle carlinghe dei loro aerei.

La storia di Gaetano Sechi, figlio del ragioniere Ignazio che sopravvisse un decennio al figlio, iniziò nel 1915.

Il ragazzo crebbe forte e sano, ad Avigliana nel torinese, pieno di energie e con una viva passione per il volo tanto da avvicinarsi allo stesso fin dalla prima giovinezza. E questo non deve stupire, del resto erano gli anni in cui gli aerei italiani stupivano il mondo con record di velocità, crociere e trasvolate leggendarie. La propaganda rese epici quegli momenti impressionando la gioventù.

Arruolatisi nella Regia Aereonautica conseguì, come sergente, l’abilitazione di pilota militare il 18 giugno 1937. (1) Qualifica ottenuta in forza al 5° stormo e sul biplano Fiat CR20. Fu un apparecchio molto manovrabile, apprezzato dai piloti, ma progressivamente destinato a ruoli di addestramento e formazione venendo frattanto sostituito dai CR32 e CR42.

Terminato, probabilmente, il servizio militare e transitato nell’aviazione civile ottenne anche il brevetto di pilota d’aerodina di terza classe il 13 giugno 1940. (2)

Tuttavia, tre giorni prima l’Italia era entrata nel secondo conflitto mondiale e rapidamente tutti i piloti militari in congedo presero ad essere richiamati per servire il paese in guerra. Anche il nostro Gaetano, volente o nolente, si ritrovò in forza al 148° Gruppo Trasporti, 605° squadriglia, impegnato nella spola tra la Tunisia e la penisola.

Gli venne assegnato un velivolo di produzione civile requisito ed adattato allo sforzo bellico, un pesante trimotore Fiat G12 matricola 60690/605-9.

La sera del 29 luglio 1943, pochi giorni dopo la caduta del regime che l’aveva mandato in guerra, il suo apparecchio fu intercettato da un Beaufighter, di produzione britannica ma in forza alle formazioni aeree americane, appartenente al 414 Squadrone da caccia notturna. (3)

Il giovane sergente, che comandava il volo, ed il suo equipaggio non ebbero scampo e furono abbattuti in mare ove il loro aereo si schiantò, crivellato dalle mitragliere nemiche, sprofondando nelle acque.

Il crollo del regime, il successivo armistizio, gettarono un velo l’oblio sulla sorte infelice di quei ragazzi.

Al punto che solo nel 1954 fu riconosciuta la morta presunta attraverso l’inserimento del nostro giovane graduato nell’elenco quotidiano dei defunti pubblicato sui giornali:

Sechi Gaetano, anni 27, maresciallo pilota, scomparso in mare;(4).

Fu indicato come maresciallo ma della promozione postuma non c’è certezza assoluta al momento. Quel che è certo è che finalmente, molti anni dopo, lo stato gli riconobbe finalmente una medaglia al valore militare, d’argento, alla memoria:

L'altro militare decorato di medaglia d'argento è il sergente maggiore pilota Gaetano Sechi che, nel cielo del Mediterraneo, dal 6 agosto 1942 al 18 maggio 1943, «partecipava con slancio a numerose missioni di trasporto sul canale di Sicilia» e «chiedeva di partecipare volontario all'ultima impresa notturna di collegamento tra la madre patria e Capo Bon»; «anche quando le raffiche nemiche colpivano in più parti il velivolo, contribuiva efficacemente al felice esito della missione». (5)

 

Cerimonia solenne ieri mattina, nella caserma Monte Grappa di corso IV Novembre, per la Giornata del decorato al valor militare e dell'orfano di guerra. Nel cortile era schierato un reggimento di formazione con la banda dei carabinieri. Spiccavano gloriose bandiere, il gonfalone della città di Torino, il labaro del «nastro azzurro». Tra le autorità il gen. Cassone comandante la regione militare, il gen. Tosi comandante la divisione «Cremona», il gen. Federico, il prosindaco Paonni ed altre personalità. Dopo la Messa al campo e la lettura del messaggio del Presidente Saragat, il col. Fedeli ha commemorato la ricorrenza a nome dell'Istituto del Nastro azzurro. «Nessuno più di noi - ha detto - anela ad un'umanità rinsavita che non faccia più ricorso alla guerra nei contrasti tra i popoli. La cerimonia di oggi è un tributo d'onore a tutti i combattenti d'Italia e un tributo d'amore agli orfani di guerra e alle madri in lutto». Ha poi parlato il presidente del comitato provinciale orfani di guerra prof. De Lorenzi. In un'atmosfera di intensa commozione sono state consegnate le decorazioni al valor militare: ventiquattro medaglie e croci di guerra a partigiani caduti nelle valli piemontesi, medaglie d'argento alla memoria di un capitano e un sergente maggiore piloti, una croce di guerra ad un sergente motorista, una croce di guerra ad un partigiano vivente.

Nelle motivazioni c'è la testimonianza di esemplari episodi di eroismo.

Tra le medaglie, due sono d'oro alla memoria di patrioti. Le hanno ricevute dal gen. Cassone la vedova di Giovanni Battista Gardoncini, Teresa, e la madre di Enzo Giraldo, Esterina Ferrili. Gardoncini era un comandante partigiano che operò con coraggio leggendario in Val di Lanzo, fu catturato in un rastrellamento e fucilato a Torino in piazza Statuto. Enzo Giraldo entrò nelle file dei partigiani a 16 anni. Sopportò le torture ma non svelò i nomi dei compagni. Riuscì a fuggire, si prodigò in numerosi scontri e morì in combattimento. Medaglie d'argento sono state date alla memoria del capitano pilota Stefano Castignoli caduto nel Kenya, al sergente maggiore Gaetano Sechi, abbattuto con il suo aereo nel cielo del Mediterraneo, al partigiano Felice Cima.

Unico vivente tra i decorati, il patriota Egidio Soriga che ha ricevuto la croce di guerra. La manifestazione s'è conclusa con la consegna di premi e borse di studio ad orfani di guerra. Infine, mentre si levavano le note della banda dei carabinieri, il gen. Cassone ha passato in rassegna i reparti schierati in armi. (6)

Tardivo riconoscimento per un eroe morto nemmeno trentenne, lontano da casa, pieno di speranze, di sogni, perduti. Motivo in più per rendergli omaggio con qualche riga che ne ricordi la vicenda umana così eroica ed esemplare.

Alessandro Mella

NOTE

1) Ministero dell’Aeronautica, Foglio d’Ordini 23, 15 agosto 1937, p. 6.

2)Bollettino dell’Aviazione Civile e del Traffico Aereo, Ministero dell’Aeronautica, 7-8, Anno XV, luglio – agosto 1940, p. 404

3) A History of Mediterranean Air War 1940-1945, Volume IV, AAVV, Grub Street Publishing, 2018, pp. 254-255.

4) La Nuova Stampa, 107, Anno X, 6 maggio 1954, p. 2.

5)La Stampa, 119, Anno CI, 21 maggio 1967, p. 15.

6) Stampa Sera, 120, Anno XCIX, 22 maggio 1967, p. 2.

 

 

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