Come si fabbrica la ludopatia

Civico20News pubblica in esclusiva un articolo del Dott. Bernardo Paoli, psicologo, docente internazionale di Comunicazione e Problem Solving Strategico e di Psicoterapia Breve Strategica, sul tema della ludopatia.

“Ludopatia” è il termine comunemente utilizzato per indicare la dipendenza da gioco d’azzardo. Ma quella da gioco d’azzardo è davvero una dipendenza come quella da sostanza stupefacente?

La dipendenza da sostanza ha tre caratteristiche: (1) il craving, ovvero l’intensa pulsione e il pensiero fisso verso il procurarsi ed usare la sostanza; (2) la tolleranza, cioè la necessità di assumere dosi progressivamente sempre più alte della stessa sostanza per avere gli effetti precedentemente ricevuti; (3) l’astinenza, ovvero una serie di manifestazioni psicofisiche dovute alla mancanza più o meno prolungata della sostanza. Se nelle dipendenze da sostanza il meccanismo che porta al ripetersi del comportamento disfunzionale è l’esigenza di attenuare la sindrome da astinenza, nell’ “altro tipo di dipendenza” – come la ludopatia, l’attività sessuale frenetica, la tricotillomania (la compulsione a strapparsi capelli, ciglia e sopracciglia), lo shopping compulsivo, il vomiting (la compulsione a mangiare per vomitare) ecc – il ripetersi del comportamento disfunzionale si regge sul piacere che la persona prova durante quel comportamento. Nella ludopatia non vi è il bisogno di attenuare le sensazioni negative date dall’astinenza; a mantenere il giocatore intrappolato nel disturbo è la ricerca di sensazioni piacevoli che vengono suscitate dal gioco.

A prova di ciò vi invito a leggere ciò che segue.

Ho avuto l’occasione di intervistare un uomo che elabora – per una grande azienda straniera - software per slot machine e siti internet di giochi di azzardo. Gli ho chiesto esplicitamente di raccontarmi quali sono le direttive che gli fornisce la sua azienda, quando elabora un sotfware, per aumentare la ludopatia nei clienti(perché, in fondo, questa è lo scopo dell’azienda). La sua risposta è stata: <<è fondamentale non interrompere il flusso piacevole in cui si trova il giocatore>>. Così nei giochi d’azzardo on-line di ultima generazione, quando il giocatore finisce i soldi in un gioco, nel pop-up che gli appare non c’è più scritto “Adesso quanti soldi vuoi mettere?”, ma semplicemente “Aggiungi”, e cliccando sul tasto “Aggiungi” il software di default utilizza per il gioco successivo il 50% dei soldi messi a disposizione dal ludopate. Se qualche anno fa il giocatore quando si trovava dinanzi alla domanda del pop-up “Quanti soldi vuoi aggiungere?” doveva fermarsi, indicare quanti soldi voleva aggiungere per giocare ad un nuovo gioco e poi cliccare sul tasto “aggiungi”, adesso vengono saltati i primi due passaggi e il computer in automatico decide che il 50% dei soldi del giocatore vanno messi nuovamente in gioco. <>.

Il meccanismo è quindi chiaro: fare in modo di non spezzare mai la bolla piacevole in cui il ludopate si trova mentre sta giocando.

Così avviene anche per le scommesse ippiche. Quando anni fa un giocatore vinceva una scommessa doveva andare al banco e ritirare la vincita e poi decidere nuovamente di giocare, mentre negli ultimi anni, se un giocatore vince, automaticamente gli viene accreditato l’importo sul suo conto, senza che lui debba alzarsi dalla sua postazione e quindi interrompere il flusso del gioco.

Questo è anche il motivo per cui i giochi di azzardo stanno dirottandosi sempre più verso giochi rapidi su cui hai immediatamente riscontro se hai vinto o no. <>. Anni fa, dopo una classica puntata su un evento sportivo, dovevi aspettare per l’esito 1-2 giorni o addirittura una settimana; adesso le puntate vengono fatte su eventi brevi: punti ad esempio sul risultato del primo tempo di una partita di calcio, così al massimo aspetti 45 minuti. Per questo stesso motivo vengono creati molti giochi d’azzardo che sono instant-games, ovvero giochi simulati anche live (tipo le corse dei cavalli nelle fiere paesane di un tempo) che iniziano ogni 5 minuti.

Chi programma i giochi d’azzardo fa in modo da non interrompere il flusso del giocatore perché, se questo flusso viene interrotto, il giocatore potrebbe avere un barlume di coscienza e rendersi conto che si sta rovinando. Il gioco d’azzardo deve essere come un incanto prolungato nel tempo mantenuto dal piacere del suo continuo utilizzo.

Credo che su questo ci sia molto da meditare.

 

Bernardo Paoli

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Articolo pubblicato il 06/05/2014