Spettacolo al Mugello, una serie di gare spaziali, velocità, tecnica, uomini e coraggio. Questo è il motociclismo, cuore e motore, l'uomo che diventa macchina e la macchina diventa uomo.

Giovani cavalieri dell'impossibile a spostare sempre un po' più in là i limiti della fisica e talvolta della logica. Passione vera in pista e sugli spalti, brividi, cuore in gola. Il Mugello, la curva del Correntaio e poi, il lungo rettilineo. Moto 3, gioco di scie, affiancati in quattro alla staccata della curva San Donato. Ultimi giri, vincerà uno solo, suonerà l'inno italiano. Moto 2, altro spettacolo, sorpassi alle Biondetti, incroci di traiettorie, aumenta la velocità prima della grande giostra, della classe regina.

Il gran premio dei gran premi, una corsa semplicemente pazzesca. Quando correvo in moto nel campionato della montagna, negli anni 70, certe inclinazioni erano un sogno di mezzanotte e i 350 all'ora una velocità extraterrestre; si andava forte lo stesso, stesso batticuore, ma a vederlo da fuori, un spettacolo così, oggi rallenta l'esistenza.

Vince Marquez, secondo Lorenzo, Valentino è terzo. Si spengono i motori, resta negli occhi una fantasmagorica giornata animata da uomini veri che parlano con i fatti reali e poche parole.

Il pubblico applaude e scende dalle colline di un luogo bellissimo. Il circuito è a cavallo dell’Appennino, tra le ville medicee e l'artigianato del coltello. Un angolo Italiano dove è bello andare anche solo per turismo passeggero.

Grande spettacolo oggi al Mugello, non più trasmesso in tv da quella che era mamma Rai ai tempi dei tempi. Lo seguo da Cielo, è una scelta di principio. Oggi è in diretta, è quasi un regalo, ma molta pubblicità tra un sorpasso e l'altro, un quadratino è concesso nell'angolino in basso. E’ così, si sa.

È storia del nostro tempo. Abbiamo 1000 canali, molte porcherie, la qualità è soltanto a pagamento. Ormai siamo abituati, ipnotizzati, ci siamo adeguati alle dure leggi dello sport marcato spot.