La rivoluzione industriale legata all'idrogeno
Nicola Conenna e l'auto a idrogeno

Illustrata nel libretto del fisico Nicola Conenna

Parte da Taranto la nuova rivoluzione industriale, idrogeno, energie rinnovabili, stampanti in 3d, la nuova economia è illustrata nel libretto di 41 pagine di facile lettura del fisico Nicola Conenna, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University, l’Università dell’Idrogeno di Monopoli (Ba), giunto a Taranto a bordo di un auto Multipla ad idrogeno.

Perché si parte da Taranto? Perché questa città è simbolo del vecchio modo di produrre. Ma Taranto è anche il centro del Mediterraneo, dove le nuove energie di origine solare sono particolarmente presenti.

Ci si propone di lanciare da Taranto, finita al centro dell’attenzione nazionale e internazionale per via della vicenda Ilva, una nuova rivoluzione industriale che possa decollare alla grande, partendo dall’Italia per andare oltre, come lo fu quella del carbone e dell’acciaio, che portò alla Comunità Europea CECA, per superarla.

La qualità della vita diventa il principale punto di riferimento, e se ne ritrovano le origini nella storia di Taranto, già importante città della Magna Grecia.

Bisogna costruire al più presto una società “post carbone” e “post acciaio”, con il ricorrere a nuovi materiali e alle fibre vegetali.

Il volumetto  “αλλαγ? Cambiamento” di Nicola Conenna, è stato presentato nel Museo Archeologico Nazionale Marta. La sua prefazione autorevole è a firma di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo, a lungo il principale collaboratore a fianco di Altiero Spinelli in alcune delle fasi cruciali nel processo di costruzione dell’Europa.  

Ma non si è trattato della classica presentazione di un libro, anzi, di questo si è appena accennato. La conferenza è stata spunto di realismo innovativo,  introducendo ricche novità concrete e pratiche a testimonianza di un cambiamento già in atto almeno per quanto riguarda i soggetti attivi intervenuti e non solo riguardanti l’idrogeno.

Ma tornando a questo, si tratta di nuove economie, nuove soluzioni, già introdotte e da diffondere.

Per il superamento delle vecchie logiche basate sulle inquinanti fonti fossili, le novità tecniche che possono garantire occupazione e benessere ambientale per i cittadini, sono illustrate nel libretto del fisico con alcuni concetti cardine che sono stati utilizzati per la stesura del recente protocollo d’intesa tra la Fondazione dell’Università  dell’Idrogeno e il comune di Taranto nel quale è prevista la produzione d’idrogeno utilizzando l’elettricità fotovoltaica ed un distributore di idrogeno che sarà realizzato in area Mar Piccolo.

L’energia del futuro, solare ed eolica è qui nel Sud Italia ha affermato Nicola Conenna. Ma è necessaria una rivoluzione industriale un cambiamento che faccia leva su due punti cardine.

“La nostra rivoluzione industriale significa uscire dai combustibili fossili, andare verso le energie rinnovabili che essendo discontinue hanno bisogno di essere accumulate e noi le accumuliamo con l’idrogeno.”

 L’utilizzo dell’idrogeno porta ad una architettura differente che è una architettura decentrata, con una produzione distribuita, diffusa, ma anche la generazione deve essere tale.

“La qualità  della vita è  di conseguenza migliorata, perché noi non andiamo più verso delle grandi centrali, delle grandi concentrazioni, degli impatti ambientali considerevoli ma verso una diffusione. La diffusione delle rinnovabili non deve essere sulle campagne perché qui si deve coltivare e non ospitare i pannelli fotovoltaici. Questi devono integrarsi con gli edifici. E vi assicuro che facendo due conti, considerando tutti gli edifici, i capannoni industriali …e i fienili che abbiamo, assolutamente ci sono i numeri per una generazione distribuita”

ha osservato Conenna.

L’idrogeno utilizza delle Fuel Cell che sono delle celle a combustibile molto adatte per la generazione diffusa.  Anche la produzione oltre la generazione di energia deve essere diffusa e ripartita sul territorio.

Conenna ha realizzato un primo completo impianto dimostrativo ad idrogeno, come accumulatore e vettore energetico, fra i primi al mondo, sotto il nome della “Cittadella dell’Idrogeno”. Ora ne sta realizzando un secondo, questa volta mobile, l’H2M.

La Cittadella dell’Idrogeno è un impianto dimostrativo realizzato dalla H2U presso la propria sede di Cala Corvino a Monopoli, in Puglia, nel corso dei primi anni di attività.

Rappresenta una casa isolata alimentata da energie rinnovabili (sole, vento) che producono localmente idrogeno in grado di accumulare l’energia disponibile. L’idrogeno viene poi utilizzato per alimentare celle a combustibile che forniscono energia elettrica per la casa stessa.

L’idrogeno prodotto è anche utilizzato come combustibile per rifornire una autovettura  bi-power di serie, modificata per poter essere alimentata ad idrogeno, in dotazione all’impianto unitamente ad un piccolo distributore.

L’impianto potrebbe essere collegato ad una rete intelligente di tipo innovativo, sul modello di Internet, bidirezionale, il che significa che ogni utente collegato alla rete è sia consumatore che produttore di energia, in uno schema di generazione distribuita.

Tutto quello che si è trattato nel convegno è anche obiettivo dell’attuale Europa, che però non somiglia al sogno dei padri fondatori, secondo Conenna, e vive una profonda crisi.

Rilanciare dal Mediterraneo l’Europa non solo tecnica, ma anche culturale e politica è uno degli ambiziosi obiettivi di αλλαγ? (Cambiamento) , parola volutamente scritta in greco per solidarietà con la Grecia, capro espiatorio dell’attuale Europa, dominata dalle banche e dai burocrati.   

 

 

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Articolo pubblicato il 12/07/2014