Open source, Monaco fa dietrofront: si ritorna a Windows!

L'adozione di Linux sui computer della città tedesca non ha avuto l'esito sperato dieci anni fa

Fonte: Chimerarevo.com

Avere a che fare con le Pubbliche Amministrazioni completamente convertite all’open source è il sogno di tutti gli entusiasti appartenenti alla comunità FOSS: oltre che al risparmio economico, il desiderio è che sulle macchine di chi fornisce servizi sia sempre in esecuzione softwrae sicuro, gratuito e sempre aggiornato.

Un desiderio, appunto: flashback al 2004, quando in quel di Monaco (Germania) si decise di abbandonare definitivamente Windows in favore di Linux, per la precisione della distribuzione LiMux (una distribuzione prettamente tedesca basata su Ubuntu). All’epoca sembrava essere la decisione più economica, affidabile e corretta; tuttavia, dieci anni dopo ci si è resi conto che così non è.

Secondo quanto dichiarato da un esponente della Pubblica Amministrazione di Monaco, “la città” ha capito che la mossa strategica di dieci anni prima non ha sortito i risultati sperati e che praticamente tutti i feedback ricevuti dalle varie organizzazioni sono stati concordi con l’ammettere che la produttività di Monaco era sofferente a causa del sistema Linux in uso.

La distribuzione LiMux, nel 2011, era in esecuzione su oltre 9000 macchine: i problemi sarebbero comparsi quando gli utenti cercavano di collaborare con amministrazioni al di fuori della città e di avere serie difficoltà nella condivisione di documenti e per la compatibilità dei vari applicativi.

Inoltre, l’esponente spiega che l’adozione di software open source non è così economica quanto si spera – poiché la città ha dovuto assumere programmatori per la creazione delle funzionalità necessarie e, ovviamente, pagare il supporto nel tempo.

Cambiare distribuzione Linux? Ovviamente no: visti i problemi sovracitati Monaco ha deciso dopo 10 anni di ritornare a Windows e di riconvertire le oltre 9000 macchine al sistema operativo di casa Redmond, operazione tra l’altro già iniziata.

Permettetemi una piccola digressione: abbiamo assistito ad un caso di “passaggio opposto” anche in Italia, per la precisione nel comune di Napoli.

Nonostante la storia nostrana sia un po’ diversa (in quel caso si è trattato di un esubero di licenze altrimenti inutilizzate), l’atteggiamento dell’amministrazione è stato più che condannato dall’opinione pubblica.

Visto che ormai fa figo dire che “le cose girano storte soltanto in Italia” la domanda sorge spontanea: punteremo il dito anche contro Monaco o useremo la scusante che “i tedeschi sanno quel che fanno”, per cui l’attitudine inversa sarà tranquillamente giustificata? 

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Articolo pubblicato il 19/08/2014