L’avvocato Giovanni Saragat con lo pseudonimo di Toga Rasa scriveva le cronache giudiziarie sulla «Gazzetta Piemontese»

A proposito della lapide commemorativa dell’elezione di Giuseppe Saragat a Presidente delle Repubblica…

Abbiamo appreso dai mezzi d’informazione che il giorno 28 dicembre, a Torino è stata scoperta una targa di ottone a ricordo di Giuseppe Saragat, posta in via IV Marzo n. 5, sulla casa dove era nato il 19 settembre del 1898. La giornata per la cerimonia è stata scelta perché esattamente mezzo secolo fa Saragat veniva eletto Presidente delle Repubblica, il 28 dicembre 1964.

Sulla facciata della casa di via IV Marzo n. 5 una lapide avrebbe già dovuto esserci, a ricordo del padre del Presidente Saragat, l’avvocato Giovanni Saragat, un torinese di adozione ingiustamente dimenticato in Torino.

Giovanni Saragat, nato a Sanluri nel 1855 - al tempo in provincia di Cagliari ed oggi uno dei capoluoghi della provincia sarda di Medio Campidano - è vissuto a Torino, dove ha esercitato la professione di avvocato penalista e nello stesso tempo ha svolto un’intensa attività pubblicistica.

Dopo gli studi compiuti in Sardegna ma terminati a Forlì col conseguimento della licenza liceale, Giovanni Saragat nel 1875 si laurea in Legge a Cagliari. Verso il 1880 si trasferisce a Torino dove diventa uno stimato avvocato.

La sua attività di pubblicista inizia negli anni 1881 e 1882 con la collaborazione al giornale umoristico «Il Fischietto» e prosegue dal 1882 al 1891 con la cronaca giudiziaria della «Gazzetta Piemontese», firmandosi «Toga Rasa».

Si tratta probabilmente dell’anagramma del cognome Saragato, come era stato in un primo tempo modificato il cognome originale della famiglia, Saragatu, che diventa poi Saragat e, forse, contiene anche un riferimento alla toga dell’avvocato.

Giovanni Saragat pubblica dodici libri costituiti da raccolte di racconti: tre libri sono dedicati alla Sardegna, due scritti in collaborazione con Guido Rey considerano la montagna e l’alpinismo, un libro narra il servizio militare di un soldato sardo e sei, infine, contengono vicende di cronaca giudiziaria.

Sono “Mondo birbone. Vita giudiziaria” (Torino, 1890 e 1905); “La commedia della giustizia nell’ora presente. Ricchi e poveri” (Torino, 1898); “Tribunali umoristici” (Torino, 1900 e 1901); “La Giustizia che diverte” (Torino, 1902); “Ironie” (Torino, 1917).

Giovanni Saragat, secondo Nicola Adelfi,  era un personaggio «brillante, estroso, a momenti persino bizzarro» che abitava in via Quattro Marzo e che era amico degli scrittori Edmondo De Amicis e Giuseppe Giacosa e del pittore Andrea Tavernier.

Il sardo Saragat aveva messo radici a Torino dove aveva sposato la torinese Ernesta Stratta nel settembre del 1896. Dal loro matrimonio, il 19 settembre 1898, è nato a Torino il loro secondo figlio, Giuseppe, quinto Presidente della Repubblica Italiana (1964-1971).

Nel 1925 Giovanni Saragat è colpito da una grave paralisi che gli impone di abbandonare la professione di avvocato ed anche l’attività di scrittore. Ulteriore sofferenza morale proviene dall’allontanamento forzato del figlio Giuseppe che, nel 1926, come socialista e oppositore del regime fascista deve lasciare il suo impiego alla Segreteria della Banca Commerciale Italiana ed espatriare in Francia con altri esponenti del partito socialista.

La notizia della morte di Toga-Rasa, avvenuta a Torino il 27 febbraio 1938, è riportata da «Stampa Sera» del 28 febbraio 1938, dove si dice che è morto l’avvocato Giovanni Saragat, stimato professionista e noto pubblicista, in passato assai noto con lo pseudonimo di Toga Rasa.

Il giornale non accenna alla collaborazione svolta, in passato, dal defunto Giovanni Saragat come cronista giudiziario per l’antenata de «La Stampa»: si trattava pur sempre del padre di un oppositore del regime!

Ma quando, nell’agosto del 1943, l’esule Giuseppe Saragat può tornare a Torino, «La Stampa» segnala ai lettori questo avvenimento con il significativo titolo «Il figlio del giornalista “Toga Rasa” [ed altri] sono tornati dall’esilio e dal carcere».

Nell’articolo, l’avvocato Giovanni Saragat è ricordato come «notissimo giornalista, resocontista giudiziario de La Stampa, la cui firma “Toga Rasa” i vecchi nostri lettori ricordano con viva simpatia».

Giovanni Saragat è ancora fugacemente ricordato nel 1964, al momento dell’elezione del figlio Giuseppe alla Presidenza della Repubblica, ma i suoi libri non sono più letti e dello scrittore si è quasi perso il ricordo.

Un personaggio che ai suoi tempi è stato tanto seguito ed apprezzato da un vasto pubblico oggi è del tutto dimenticato: le informazioni su Toga Rasa che ho prima esposto non provengono da fonte torinese ma dai suoi benemeriti conterranei sardi.

Toga Rasa e altri cronisti giudiziari torinesi, ormai desaparecidos, costituiscono l’equivalente degli attuali conduttori televisivi come Salvo Sottile e Federica Sciarelli, per citare i più noti.

È facile immaginare i molti Torinesi curiosi, maschi e femmine, che in passato leggevano con avidità, anche se con qualche pudore, le cronache dei processi scritte da questi desaparecidos.

Il loro successo era legato alla loro capacità di affabulazione nel catturare l’attenzione del lettore e orientarne il giudizio. Il rapporto tra lettore e cronista era diretto, il lettore si faceva la sua idea senza intermediari: mancava, infatti, tutta quella corte dei miracoli, creata dall’attuale cronaca televisiva formata da esperti, o sedicenti tali, da tecnici, da consulenti, da periti, da tuttologi commentatori più o meno sagaci… e da plastici…

Che il grosso pubblico, col passare del tempo, metta nel dimenticatoio anche molte persone di successo è normale, fisiologico. Ciò che risulta deprimente è che questi personaggi, che hanno partecipato alla vita culturale, sia pure minore, di Torino, siano negletti dai cultori, dagli studiosi, dalle associazioni che dicono di voler tutelare, difendere, salvare, conservare ai posteri il patrimonio culturale piemontese…

Ecco perché ho esordito dicendo che sulla facciata della casa di via IV Marzo avrebbe già dovuto esserci una lapide, in ricordo di Toga Rasa.

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Articolo pubblicato il 31/12/2014