ASTI CUNEO, L'AUTOSTRADA FANTASMA. Un altro ecomostro piemontese

Nel silenzio della follia progettuale, il cemento cola su fertili terre e suggestivi panorami. La Salerno Reggio Calabria è qui, vergogna nostra.

L'A33 Asti Cuneo è un'altra delle maxi opere incompiute Piemontesi. Il percorso è demenziale come la sua dottrina progettuale. Qualsiasi urbanista, gettando un occhio alla pianura avrebbe scelto la via più logica e breve per collegare Cuneo ad Alba, che in linea d'aria distano 53 km, e da lì puntare su Asti svoltando quasi una volta sola, invece ne è nata un’illogica Z ancora da finire.

Negli anni 80, di fronte al bisogno di abbreviare i tempi tra i due capoluoghi, si riteneva sufficiente una scorrevole superstrada. L'idea era ottima, ma avrebbe dovuto essere realizzata  dall'Anas e non sarebbe stata pronta che (per difetto) nel 2011. Mancando i soldi si pensò ai pedaggi, all'autostrada, così che l'opera si sarebbe finanziata da sola: l'inizio dell'incubo.

Per conoscenza: lo storico tragitto sulla SS231 è di 62 km per un'ora circa di viaggio. L'attuale percorso misto A6/E7/A33 di 75,5 km per 59 min di viaggio.

Saltando sulla macchina del tempo, torniamo ai giorni nostri. Del progetto è stata realizzata la parte meno utile: da Cuneo alla A6 (Torino Savona), con una chilometrica tangenziale tra fertili terreni attigui al capoluogo; "bretelle" tristemente scarse di traffico (costo 300 milioni). Un serpente d’asfalto accoccolato sotto le colline, ma un vantaggio ce l'ha. È fermo, non morde.

Andando verso il Nord, dal nuovo e più scomodo svincolo di Marene, si abbandona l’A6 imboccando un breve tratto dell'A33 che termina al "pedaggio" di Cherasco, bloccata dal mistero e dalla miopia dei progettisti, artefici di un mostruoso svincolo edificato ai piedi della storica cittadina. L'impatto ambientale è stato denunciato.

Citazione a lavori relativi al lotto II. 6 tratta Roddi - diga ENEL. Procedimento di valutazione di impatto ambientale: Società Autostrade 20 aprile 2010: tutto va per il meglio, garantiamo noi. Link:

http://www.regione.piemonte.it/atti_al_enti/avvisi/dwd/asti_cuneo_avviso.pdf

Le relazioni ci sono; almeno quelle, poiché hanno un costo, sono dettagliate e concluse. Link:

http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=12779

Uscendo a Cherasco, Alba dista ancora 20 km da percorrere sulla Provinciale 7, strada buona per le corse coi motorini, che si sviluppa proprio sotto la collina di Verduno, su cui, per buona compagnia, è appollaiato l'altro scempio delle Langhe, il diabolico ospedale di cui si è già riportata qui ogni disgrazia: 

http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=14189

Raggiunta Roddi, s’imbocca la scorrevole tangenziale di Alba che oltrepassa il Tanaro su un ponte che esiste da trent'anni. Non è il Golden Gate, ma c'è. Pare non basti, l'idea è copiare il tunnel della Manica, seppure un po' più corto.

Un articolo locale del 3/6/2008 esordiva con: il tunnel sotto il Tanaro è carissimo. A chi andrà la cresta? Simpatico sarcasmo ispirato dalla trovata di superare un fiume largo 100 m con un tunnel lungo 2 km a basso impatto ambientale?!

Sfogliando il calendario si nota che, mentre il tempo è passato, la SP7 rimane l'unica strada verso Alba, mentre il tunnel lo si sta studiando a parte.

Sfogliando un altro articolo di Gazzetta d'Alba del 9 marzo 2011, il direttore dell'Anas, Mario Colletta rende disponibili € 625 milioni per dare inizio ai lavori del tratto Roddi, con fine lavori nel… 2015, mentre il tunnel sotto il Tanaro è un "impegno", sebbene il 2 febbraio 2012, Roma annunciasse il via libera al buco:

http://www.stpauls.it/ga02/0212ga/0212ga05.htm

Il viaggio verso Asti si muove sulla tangenziale fino al casello dell’autostrada ai piedi della torre di Barbaresco, da cui si avvista l'indecente gomitolo degli svincoli di Baraccone. Comprare una bottiglia del buon vino è un rimedio per riappacificarsi con la vista. Nove ettari di ghirigori dove bastavano 4 semplici rampe da e verso la rotonda (vedi immagine).

Da qui in poi, parallela alla SS 231 (gratuita), la A33  riparte verso Asti, da dove si cala sulla SR10 e tra intricati raccordi, ci si immette nel casello Asti ovest, quello di un’autostrada seria, la A21, progettata e realizzata negli anni ‘60, dalla quale, alleluia! Si raggiunge tutta Europa senza fermarsi più.

A sostegno, un simpatico pezzo di Repubblica del 2008.

http://torino.repubblica.it/dettaglio/sullautostrada-delle-beffe/1506411

A questo punto, occorre riflettere sulla storia sfinita della A33 e il disprezzo per territorio e logica. In un’Italia sempre più asfaltata e ristretta, lo spazio per le grandi opere si fa esiguo. L'evidenza dovrebbe ispirare verso una nuova filosofia progettuale attenta al suolo, al recupero e l’ottimizzazione di strutture preesistenti. La realtà ci restituisce metodi opposti, disarticolati, distruttivi e disarmonici, sovente inutili o incompiuti. I motivi sono tanti: mediocrità, malcostume, moralità politica, ma è l'etica professionale l'assenza più sentita.

L'inesistente A33, stupida strada piemontese, è l’esempio di come il rincorrere un concetto di sviluppo disgiunto dalla sostenibilità del territorio ha esaurito il suo tempo. L'autostrada è un progetto sbagliato, realizzato in tempi frammentati, mescolato con tratti precedenti lasciandone altri alle sterpaglie. Il casello di Cherasco deturpa i margini d’una città bellissima ed è inutilmente lunga la bretella che avvolge Cuneo. Tutto in un’area che entra in un territorio misteriosamente diventato patrimonio dell'Unesco. Voci sussurrano che le tante massicciate dalle autostrade nostrane siano dignitoso sepolcro per rifiuti tossici... Solite malelingue! In questa Italia ex Bel Paese, dovrebbe essere un reato ambientale continuare a definirla tale.

Ritornando all'incompiuta Asti Cuneo, finalmente, il Decreto sblocca Italia promette il termine delle tratte mancanti e dei tunnel, per uno stanziamento di € 500 milioni. Parola del Ministro Lupi in occasione della visita ad Alba nel febbraio 2014, portatore delle solita formula: asfalto + cemento + milioni di euro = lavoro seppur sbagliato. A pensar male è brutto, ma a volte ci si azzecca (G.A.). Cosa elaborava a fianco del Ministro, certo On. Bonsignore, anch'egli Ncd, ex quadro di Società Autostrade insignito di nutriti procedimenti giudiziari per corruzione ecc? (Internet ha memoria)

Significativo spolverare il rapporto Ecomafia di Legambiente del 2012 riferita al Piemonte. L'autostrada non si salva:

http://www.legambientepiemonte.it/old/doc/19-07-12%20ecomafia%20presentazione.pdf

Nel 2011 l'inchiesta: "Asfalto pulito", relativa ad appalti truccati etc. connessi alla Asti Cuneo, scoperti dalla Guardia di Finanza, vedeva emettere numerose condanne, ribaltate in Appello nel 2014: 

http://www.gazzettadasti.it/index.php/cronaca/processo-asfalto-sottile-decade-laccusa-di-associazione-a-delinquere

Sia come sarà, l'Italia dell’A1 e del miracolo economico è un lontano ricordo. Il nuovo millennio ci conteggia figli d’una Patria ormai svenduta, fertile terra sottomessa a faciloneria e sperpero di fondi, a gioco di appalti e subappalti, a continue varianti, slittamento dei tempi, irreperibilità di responsabili, a troppi e quotidiani orrori. Madre di tutti gli scempi è la metamorfosi della cosa pubblica in Bancomat per delinquenza, concussione e politica. Ma per il buon riposo dei padri della Repubblica, oggi possiamo dire che il divario tra Nord e Sud si è annullato. Ora si può asserire che il governo del territorio secondo metodo di stampo mafioso è finalmente equilibrato.

L'A33 della "Provincia granda", lampante insolenza progettuale, è sopportata, accettata da una popolazione triste e stanca, e forse ahimè, giungerà prima o poi a termine. In questo gennaio 2015, l'unica certezza della tratta mancante è che nel paradiso dello "Slow food", per unire il traffico veloce tra la tangenziale di Alba e Cherasco, c'è una tratta di chilometri a "Slow drive" sulla SP7. Gli smaliziati signori del posto potrebbero farne uno slogan.

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Articolo pubblicato il 19/01/2015