Nel romanzo di HG Wells “ La macchina del tempo”, si affronta l’affascinante tematica del viaggio nel tempo. E’ un'eventualità possibile o si tratta di fantasie fini a se stesse che non conducono ad alcun risultato concreto? I fisici hanno smontato negli anni passati l'idea del viaggio nel tempo, considerandola una chimera raccontata da ciarlatani , salvo poi rivedere in tempi più recenti alcune delle loro posizioni, fino a non escludere del tutto la possibilità, sia pure su di un piano teorico, di poter tornare indietro negli anni passati.
Newton riteneva che il tempo si comportasse come una freccia, ovvero che potesse scorrere solo in una direzione inalterabile. Un secondo sulla terra dovrebbe corrispondere ad un secondo su Marte. Orologi sparsi in tutto l'universo funzionerebbero tutti alla stessa velocità. Einstein ha rivisto queste affermazioni e ci ha fornito un quadro della situazione molto più radicale. Secondo l’illustre scienziato, il tempo assomiglierebbe di più ad un fiume, che scorrerebbe intorno alle stelle e galassie, accelerando e rallentando mentre passa intorno ai corpi massicci dei pianeti e delle stelle. Un secondo sulla terra non corrisponderebbe alla durata di un secondo su Marte, ad esempio.
È interessante notare che Stephen Hawking era contrario all'idea di poter viaggiare nel tempo. Si era anche sbilanciato affermando di essere in possesso di prove "empiriche" contro di essa, ma alla luce dell'enorme quantità di lavoro svolto dai fisici teorici negli ultimi 10 anni, Hawking ha successivamente cambiato idea, e ora ritiene che sia possibile, almeno su di un piano teorico il viaggio nel tempo .
Quindi, almeno in teoria, in futuro potremo forse rivisitare epoche ormai lontane ed avere la possibilità di essere presenti ad eventi conosciuti solo attraverso la testimonianza dei libri di storia. Fin qui le ipotesi, ed il sogno che, almeno al momento, sembrerebbe avere ben poche possibilità di avverarsi. Eppure qualcuno racconta di essere riuscito ad osservare episodi storici, sia pure attraverso uno schermo, manipolando una particolare attrezzatura di cui molto si è scritto e parlato.
Un benedettino, Padre Pellegrino Ernetti, nato nel 1925 a Rocca Santo Stefano (RM) e morto nel 1944 nell'Isola di San Giorgio Maggiore (VE), ha sostenuto di essere stato l'ideatore di una macchina cui aveva dato il nome di "Cronovisore". Questa non consentiva di spostarsi fra le epoche passate, ma offriva la possibilità di poterle osservare attraverso una sorta di schermo. La sua era follia o semplice bizzarria di un millantatore burlone? L'argomento è molto controverso e viene presentato al pubblico da anni con caratteristiche di verosimiglianza tali da ingenerare numerosi dubbi sulla possibilità, o meno, che una marchingegno simile possa esistere o essere mai esistito.
Questi i fatti. Nella sua minuscola cella monastica, Padre Pellegrino Ernetti nei primi anni 1960 ricevette la visita di Padre Francois Brune. I due uomini si erano incontrati per la prima volta solo il giorno prima, a bordo di un traghetto in navigazione sul Canal Grande, a Venezia. Durante la loro breve conversazione, Padre Ernetti aveva raccontato un episodio che aveva colpito la fantasia di padre Brune al punto che questi chiese di rivederlo. I due, entrambi esperti di lingue antiche, stavano discutendo di interpretazione delle Scritture, quando padre Ernetti sostenne l'esistenza di una macchina che avrebbe potuto facilmente rispondere a tutte le loro domande.
Gli parlò appunto del cronovisore, qualcosa che dalle descrizioni che ne fece, parrebbe simile ad un televisore, in grado di trasportare immagini e suoni dal passato. Un televisore particolare capace di rilevare e poter mettere a disposizione dell'osservatore tutte le immagini ed i suoni prodotte dall'attività degli uomini e che, lungi dallo smorzarsi e svanire, resterebbero imprigionate negli spazi immensi da cui siamo circondati, a disposizione di chi possa disporre della capacità di recuperarle con una attrezzatura dedicata.
E' noto dalle cronache dell'epoca che, quando padre Brune chiese se lui ed i suoi collaboratori fossero in grado di poter vedere la crocifissione del Cristo, padre Ernetti rispose di essere stato in grado di avere visto tutto, dalla veglia nel giardino del Getsemani, al tragico percorso lungo il Calvario fino al momento in cui Gesù venne crocifisso e spirò. Una simile informazione non poteva passare inosservata. Corse di bocca in bocca, ne parlarono i quotidiani venne addirittura stampato un libro a firma di padre Brune : "Le noveau mystère du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano), Edizioni Albin Michel. Si venne a sapere che di tale apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste ed anche i suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia erano al corrente di una simile sperimentazione.
Nel libro di Brune, viene raccontato che un gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino, era riuscito a visualizzare scene della vita di grandi personaggi, quali Napoleone e Mussolini. Si seppe che Ernetti era riuscito a visualizzare avvenimenti dell'età romana e ad assistere alla rappresentazione di alcune tragedie famose. Viene ancora descritto come sia riuscito a trascrivere per intero una commedia di Quinto Ennio dal titolo "Thiestes" di cui si poteva disporre solo di alcuni frammenti.
La notizia ebbe risonanza internazionale e, come sempre capita in questi casi, puntuale arrivò la censura del Vaticano. La notizia era di quelle in grado di allarmare i più alti vertici non solo religiosi , ma anche quelli politici. Il ragionamento deve essere stato: "Non sia mai che qualcuno possa riveder eventi di cui esiste già una verità ufficiale, accettata, condivisa e non più modificabile per la convenienza del potere".
Padre Ernetti d'improvviso non rilasciò più interviste e, finchè visse, non volle parlare più del "cronovisore" e di quel che era riuscito a vedere. Si lasciò comunque sfuggire di avere ricevuto ordini precisi e rigorosi dal Vaticano di non comunicare più nulla riguardo la sua invenzione. L'interesse per questa vicenda piano piano scemò, fino a che cadde nel dimenticatoio. Si narra di una riunione segreta con il Papa a seguito della quale tutta la sua attrezzatura fu sequestrata e nascosta in Vaticano, dove si troverebbe ancora oggi.
E' solo grazie al libro scritto da padre Brune, una persona affidabile e di profonda cultura, che questa storia può ancora oggi essere rivisitata, sia pure con un po' di amarezza nei confronti di una delle tante vicende che se venisse accertata come vera, potrebbe rivelarsi l'ennesimo caso di un occultamento forzato della Cultura, tale da impedire la giusta crescita filosofica e mentale degli individui, con il solo obbiettivo di poterne esercitare il controllo.
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Articolo pubblicato il 04/07/2015