L’ICT risulta sempre più importante per le imprese manifatturiere piemontesi

Un'impresa su 10 è attrezzata per il telelavoro

  Si è diffuso l’utilizzo di connessioni dsl e wireless e la dotazione di apparecchiature mobile per i dipendenti. Inoltre 1 impresa su 10 è attrezzata per il telelavoro.

Data l’importanza della digitalizzazione ai fini dello sviluppo della manifattura regionale, si è ritenuto importante monitorare la diffusione dei modelli tecnologici e operativi che possono aiutare le imprese del territorio a crescere.

Dall’Indagine sulla dotazione e l’utilizzo dell’ICT nelle imprese industriali del Piemonte, effettuata nell’ambito della 175ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese realizzata nel II trimestre 2015 da Unioncamere Piemonte in collaborazione con le Camere di commercio piemontesi, è emerso come la sostanziale totalità delle imprese manifatturiere regionali sia ormai dotata di una connessione internet.

Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte ha riferito che il sistema imprenditoriale ha maturato la consapevolezza che il futuro sarà sempre più digitale.

“L’ICT ha provocato, infatti, cambiamenti nel modo di produrre, amministrare e comunicare, generando nuovi modelli di business e nuove filiere. Il sistema camerale è a fianco delle imprese per supportarle anche in questo percorso e diffondere la cultura dell’innovazione digitale” ha sottolineato.

Ad esempio, grazie al progetto ‘Made in Italy - Eccellenze in digitale’ promosso da Google e Unioncamere – ha ricordato – che le Camere di commercio piemontesi hanno portato nelle Pmi locali dei giovani borsisti per aiutarle nel processo di digitalizzazione e farle crescere sul mercato nazionale e mondiale. ”

Se si vuole analizzare la tipologia di connessione, si evidenzia come 9 imprese su 10 abbiano una connessione dsl, mentre 7 su 10 utilizzino una connessione wireless. La fibra ottica, invece, risulta ancora poco utilizzata, essendo adottata solo da 1 impresa su 10.

Infine solo il 6,6% delle realtà intervistate ha una connessione satellitare.

 Tra le dotazioni ICT appare sempre più diffusa tra le imprese la fornitura di apparecchiature mobile ai dipendenti e tra le imprese intervistate, una su tre adotta questa pratica.

La percentuale sale a più di una impresa su due nel comparto dei mezzi di trasporto e in quello delle industrie elettriche ed elettroniche, mentre scende rispettivamente al 26% e 23% per le industrie tessili e quelle del legno e del mobile.

A livello dimensionale, inoltre, quasi tutte le grandi imprese concedono ai dipendenti una dotazione mobile, mentre questa pratica caratterizza solo il 24% delle micro imprese.

 

Anche il telelavoro, seppur ancor poco diffuso, inizia a interessare una fetta consistente delle imprese manifatturiere piemontesi. Un’impresa su dieci risulta attrezzata per il telelavoro, quota che raddoppia per il comparto dei mezzi di trasporto.

 

A livello dimensionale, nelle imprese di grandi dimensioni una su due utilizza il telelavoro, mentre nelle imprese micro la quota scende al 7,6%.

 

Al giorno d’oggi, per un’azienda appare particolarmente importante avere una presenza sul web: creare un sito aziendale, infatti, da una lato significa comunicare affidabilità e professionalità e dall’altro ottenere maggior visibilità sia in Italia che all’estero.

 

 

Tra le imprese coinvolte nell’indagine, due su tre hanno un sito internet. La presenza di un sito internet diventa maggiore per le imprese appartenenti ai comparti delle industrie meccaniche e di quelle elettriche ed elettroniche. La presenza e l’utilizzo del sito, inoltre, aumenta al crescere della dimensione d’impresa, passando dal 63% per le micro imprese al 95% per le imprese di maggiori dimensioni.

Per la maggior parte delle imprese intervistate, la funzione principale del sito è quella di essere una vetrina commerciale dei propri prodotti e servizi. Solo una percentuale di imprese inferiore al 5% permette ai clienti di effettuare e-commerce attraverso il proprio sito.

 

Enrico Bettini, presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri dell’Informazione A3I di Torino, da noi consultato a riguardo, ci tiene a precisare però, anche in relazione al recente caso clamoroso dell’industria automobilistica tedesca che : "E’ fondamentale diffondere la cultura dell’innovazione digitale, ma è altrettanto importante sensibilizzare le imprese sul riconoscimento delle responsabilità e delle professionalità ingegneristiche che la creano e la gestiscono.”

 

In altre parole, l’innovazione senza qualità, sicurezza, difesa della privacy, o senza una gestione ottimale dei Sistemi Informatici, può rivelarsi un boomerang per le imprese, osserva.

Ricorda, a tal proposito che numerosi sono i casi che lo testimoniano, come il recente e clamoroso caso VolksWagen sul software che mentiva (http://goo.gl/ONGZiZ).

 

Ecco perché è bene adottare la metodologia ingegneristica classica, ci spiega, che ha dato ottimi risultati negli altri settori dell’Ingegneria, anche nel settore ICT. Ovvero quella metodologia che prevede le seguenti fasi: studio di fattibilità, progettazione in tutte le sue forme, direzione lavori, collaudo e gestione a regime. Con a capo di ciascuna fase la figura professionale dell’Ingegnere dell’Informazione iscritto all’Ordine degli Ingegneri, soggetto terzo e responsabile rispetto ad appaltante ed appaltatore.

 

Il leggero aumento di costi e tempi iniziali sarà ripagato da un minore TCO (Total Cost of Ownership) e da un Sistema Informatico di qualità, più sicuro e stabile, più facilmente gestibile, scalabile e adattabile alle mutabili condizioni aziendali, di mercato e normative, e più facilmente interfacciabile ed integrabile con altri Sistemi Informatici. 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 13/10/2015