Per il Centro Polifunzionale di Fotografia e Arti Visive, vernice d'apertura in via Vico 1 a Torino, con doppia personale di Brigida Lunetta e Giovanni Longo
Stavolta non è "duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale" - togliendo le parole al Sommo Poeta e echeggiando Escher -, giacché quella leonardesca spirale sventagliata quasi a semichiocciola baroccheggiante col serpente del corrimano sulla sdoppiata balaustra lustra in risonante ferro-battuto floreal-liberty, nell'aura d'atmosfera di un misterioso simbolismo forse vagamente massonico, che compare nella suggestiva immagine luministica chiaroscurale, è diventata l'adito e l'atrio o pianerottolo della nuova sede del Centro per la Fotografia e le Arti Visive, che si sposta dunque dal medievale Palazzo Buschetti di Chieri (To) a un ambiente più metropolitano, ma ugualmente affascinante, al civico numero 1 di via Giambattista Vico, strada traversa di storici corsi e... ricorsi (per la precisione, Re Umberto, Galileo Ferraris e Luigi Einaudi, tutti toponomastici di personaggi di notevole rilievo dell'austera capitale sabauda, no?).
In occasione di questa vernice, che si tiene oggi, martedì 15 dicembre, a partire dalle 18 e 30, lo spazio-laboratorio diretto da Enzo Obiso ospita le mostre personali dei giovani artisti selezionati durante il workshop estivo 2015 in Costa Azzurra, a Plascassier, organizzato in partnership con Lamaisondelle: Brigida Lunetta, con Les Overlays, ricrea nelle stampe dei sui scatti una sorta di dada iconico, ironico, ove - secondo l'interpretazione introduttiva - le cose, "spogliate della loro destinazione d'uso, vengono inserite in un contesto naturale, perdendo la loro funzione originaria e rivelando un lato inedito e surreale", sollecitando quindi una riflessione e una rilettura dell'ambiente che abbiamo intorno, come quel circuito di fili d'erba in cui s'innesta la spina/presa elettrica, in attesa dell'innesco o contatto che sprigionerà la scossa d'energia vitale, la forza; invece i [PLANS] (proprio così, scritti in caratteri maiuscoli e fra parentesi quadre) costruiscono giustappunto il progetto installativo multidisciplinare, concepito a Shanghai nel 2012, con cui Giovanni Longo presenta e rappresenta - a suo dire - "l'infinito tessuto urbano della città ideale in relazione con l'impronta di se stessa e della sua struttura", ossia "un modo per indagare sulla dimensione umana in rapporto con l'architettura", concretizzandosi in sculture modulari assemblate mediante il recupero e la riplasmazione di materiali edili di risulta, quasi evangeliche pietre di scarto (o di paragone, o dello scandalo...) trasformate in testate angolari, in conci rinascimentali proporzionati alla sezione aurea.
con "Les Overlays" di Brigida Lunetta
e "[PLANS]" di Giovanni Longo
martedì 15 dicembre 2015
dalle ore 18,30 alle 22,00
PHOS
Centro Polifunzionale per la Fotografia
e le Arti Visive
diretto da Enzo Obiso
Via Vico, 1 – Torino
Info: 011-7604867
www.phosfotografia.com/inaugurazione-sede
Orario: dal martedì al venerdì
dalle 15,00 alle 19,30
per le immagini © gli autori / PHOS - Centro Polifunzionale per la Fotografia e le Arti Visive
e M.C. Escher Foundation
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Articolo pubblicato il 15/12/2015