Ritratto d'attore: Jeremy Irons

Profilo e filmografia scelta di un elegante interprete britannico, ora nelle sale con “La corrispondenza”

Pacato ed elegante. Ecco due attributi che sarebbero appropriati per Jeremy Irons, l'attore inglese dalla variegata filmografia e indiscutibile talento; senonché, quando si disserta di un tema astratto come la recitazione non è mai troppo opportuno, né esaustivo, etichettare sommariamente con un bouquet di aggettivi.

 

Nato sull'Isola di Wight nel 1948, Irons riceve una formazione teatrale alla prestigiosa Old Vic Theatre School di Bristol, e i suoi primi anni di carriera sono sul palcoscenico, dove recita principalmente Shakespeare. Negli anni Ottanta entra nella Royal Shakespeare Company di Londra, e debutta a Broadway vincendo un Tony Award nel 1984 per La cosa reale di Tom Stoppard.

Il suo primo, importante lavoro sul grande schermo risale al 1981, quando recita al fianco di Meryl Streep in La donna del tenente francese, che gli vale una nomination come miglior attore ai premi BAFTA, per la sua interpretazione del “film dentro il film”; entrambi, infatti, recitano due attori parallelamente ai personaggi che interpretano.

 

Dotato di una suadente voce baritonale, occhi scuri e profondi, snello e molto alto, ha una certa predilezione per i ruoli drammatici e da antagonista (e ha doppiato il cattivissimo Scar nella versione originale del Re Leone), dove il suo carisma tutto britannico può fargli incarnare il malizioso seduttore o l'affascinante villain. Il successo internazionale arriva nel 1986, quando interpreta il gesuita spagnolo nel film di Roland Joffé Mission, al fianco di Robert De Niro, e approda a Hollywood due anni più tardi per girare Inseparabili di David Cronenberg. Qui affronta magistralmente la difficile sfida di interpretare due gemelli identici nell'aspetto e nell'ossessione per la ginecologia, il lavoro di entrambi. In un escalation di delirio e distacco dalla realtà, Irons è molto abile nel dipingere due personaggi distinti che sono però indissolubilmente e morbosamente legati.

 

Nel 1991 vince numerosi premi come miglior attore protagonista per Il mistero Von Bulow di Barbet Schroeder, tratto dalla storia vera di un uomo accusato di tentato uxoricidio, tra i quali l'Oscar, il Golden Globe e il nostro David di Donatello. Nel film, (di fianco a Glenn Close, con la quale aveva già collaborato in teatro), Irons riesce a mantenere un algido aplomb e una freddezza quasi inquietanti, e questa performance è una visione fondamentale se si vuole comprendere la sua raffinata recitazione.

 

La lunga galleria di ruoli drammatici continua con Delitti e segreti di Soderbergh, dove Irons interpreta Franz Kafka; Il danno di Louis Malle; Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci; il remake del film di Stanley Kubrick Lolita; Callas Forever di Zeffirelli, nei panni di Aristotele Onassis; il shakespeariano Il mercante di Venezia.

 

Merita una particolare menzione La casa degli spiriti, tratto dall'omonimo romanzo di Isabel Allende. Diretto nel 1993 da Bille August, il film vede Irons, in un cast prevalentemente femminile (tra cui Glenn Close, Meryl Streep e Winona Rider), intepretare il capofamiglia dei ricchi Trueba, in un'epopea famigliare che copre cinquant'anni di storia del Cile. Come abbiamo accennato, Irons può contare sul proprio aspetto elegante ed attraente, che è anzi parte della sua identità attoriale, e che, con poche eccezioni, non viene mai alterato o peggiorato. In questa ottima interpretazione è invece pesantemente imbruttito e involgarito, nei panni di un uomo duro, scontroso e insensibile, che solo verso la fine lo spettatore impara ad apprezzare.

 

Negli ultimi anni Irons si è concesso una serie di ruoli che si possono definire frivoli. Per esempio, in Casanova di Lasse Hallstrom del 2006 interpreta un nevrotico, inflessibile e divertentissimo inquisitore. Nello stesso anno fa un salto nel fantasy nel (brutto) Eragon, dove, per fortuna della sua reputazione, ha un ruolo abbastanza breve. Esattamente come il cameo in La Pantera Rosa 2, demenziale sequel del film con Steve Martin dove impersona un gigionesco ricettatore.

 

Proprio in questi giorni è nelle sale cinematografiche con l'insoddisfacente La corrispondenza di Giuseppe Tornatore, e a febbraio lo vedremo in Race, film su Jesse Owens, l'atleta afroamericano che vinse le Olimpiadi del 1936. Ha stupito la sua scelta di intepretare Alfred, il maggiordomo di Bruce Wayne/Batman nel prossimo Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder. Staremo a vedere curiosi.

 

Irons ha anche recitato per la televisione, soprattutto in produzioni britanniche. Va citata la serie canadese I Borgia, nella quale guida sicuro il cast internazionale incarnando lo spietato e spregiudicato Rodrigo Borgia, diventato papa Alessandro VI.

 

 

Negli anni, Jeremy Irons ha saputo dimostrare che formazione shakespeariana ed eclettismo possono convivere, così come eleganza e ironia, romanticismo e perfidia, e, come per molti attori, film riusciti e flop, senza per questo vedere minata la sua consolidata fama e ammirazione per il suo talento.

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Articolo pubblicato il 28/01/2016