Convegno “L’Agenda digitale - città a confronto”, Piero Fassino: “senza piano nazionale si rischiano sprechi e tempistiche inadeguate”

Si è svolto nella giornata di ieri il convegno “L’Agenda Digitale: città a confronto”, in via Accademia delle Scienze a Torino. Civico20news era presente al fine di raccontarvi l’intera giornata, un po’ come fossimo i vostri occhi

Iniziamo a spiegare ai nostri lettori perché è importante occuparsi di questo tema. L’Agenda digitale, ossia l’insieme di azioni che permettono alla società di sfruttare in modo sicuro i vantaggi della digitalizzazione sul piano dello sviluppo economico, ambientale e sociale, è ormai divenuto un fondamentale punto e soggetto delle politiche europee e quindi nazionali: Europa 2020.

I comuni e le città, sono il motore economico di questa trasformazione ed è da questa consapevolezza che è nato il convegno in questione: un dibattito prima e un tavolo rotondo poi, nel quale comuni e città potessero confrontarsi sulla dotazione delle proprie agende digitali e sulle modalità di attuazione di questi strumenti.

In questa cornice, Torino sta elaborando un’Agenda digitale cittadina, nella quale ha identificato due linee d’intervento da realizzare entro la scadenza già citata del 2020: i servizi digitali per i cittadini e per le imprese, secondo una logica di snellimento della burocrazia, sui tributi locali, sull’assistenza sociale, sulle pratiche edilizie e lo sportello unico per le imprese; la seconda linea è quella che riguarda le soluzioni per una città più sostenibile, attraverso ad esempio la partecipazione attiva dei cittadini e l’efficienza energetica.

L’evento si è svolto alla presenza di Antonio Samaritani nuovo direttore AgiD, anche responsabile Ict della Regione Lombardia, Stefano Gallo assessore sistemi informativi, Antonella Galdi vice segretario generale Anci e responsabile Area Innovazione Tecnologica. Erano presenti inoltre, per la tavola rotonda, i rappresentanti delle città di Torino, Milano, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Genova.

Il moderatore, Alessandro Longo (direttore responsabile Agendadigitale.eu), ha introdotto l’argomento riferendosi dapprima alla riforma Madia e poi alla spinta alla digitalizzazione dei processi integrati, data la grandissima evoluzione di tecnologie, divenuti servizi importanti e strategici per le imprese e le pubbliche amministrazioni.

“Cosa vuol dire riportare il tema di innovazione come tema centrale nelle aziende? Vuol dire intanto cambiare paradigma: ci vuole la politica e ci vogliono le risorse per divenire sempre più una città smart con componenti utili al cittadino”, racconta al pubblico il moderatore.

Il primo ospite a intervenire è Antonio Samaritani: “la prima cosa che ho cercato di fare appena entrato in AgiD, è stato compiere progetti che potessero essere pilastri di tutta la strategia. Il governo ha spaccato in due l’attuazione digitale, da una parte la banda ultra larga e servizi, poi le infrastrutture”.

Il relatore procede dunque a elencare le priorità del sistema pubblico di identità digitale: l’anagrafe centralizzata e i pagamenti, una serie di linee guida per lo sviluppo dei servizi online che di regole tecniche per l’interoperatività – “nient’altro che la declinazione di un amministrazione semplice che vuole Renzi” – e soprattutto l’usabilità di questi servizi.

Dal 15 marzo sarà infatti attivo il servizio “SPID”: Tim, Poste Italiane e Infocert rilasceranno identità digitali per la pubblica amministrazione, Inps, Inail e Agenzie delle Entrate. Verranno anche attuati interventi infrastrutturali per il miglioramento dell’efficienza, efficacia e trasparenza della pubblica amministrazione. Insomma, a sentire tutti, pare si stia operando una vera e propria rivoluzione. “Staremo a vedere” si dice dalle mie parti.

“Quello che noi vogliamo è una linea comune con le amministrazioni locali, il governo crea solo il frame nel quale voi, amministrazioni, potete muovervi liberamente. Stiamo innegabilmente fornendo in modo del tutto gratuito una serie di servizi e risorse che le amministrazioni locali possono usare per le reali esigenze dei cittadini, esigenze che solo il territorio può conoscere bene”.

Per aver poi qualche dato e sentire un po’ di autocritica - quel pizzico che basta a rendersi un poco credibili – bisogna attendere l’itervento di Antonella Galdi, che spiega come questo tema nasca da una strategia europea che ha trovato una sua declinazione sul piano nazionale. “Abbiamo una copertura digitale del 15% Sul nostro territorio mentre gli altri paesi hanno una media del 50%: noi non siamo privi di servizi, ma abbiamo uno scarso utilizzo di essi, quindi una debolezza sull’usabilità e sulla trasparenza”.

Da una parte vi è sicuramente un’arretratezza di conoscenze digitali, imputabile al fatto che la nostra popolazione è più vecchia, quindi non “nativa digitale”, rispetto quella di altri paesi, ma dall’altro “i servizi pubblici disponibili non sono così vincenti”.

Questo sviluppo ha bisogno indubbiamente di risorse e “queste risorse ci sono e abbiamo portato a casa un programma operativo nazionale per le città metropolitane, un risultato non da poco, dopo anni di tentativi”.

A chi si chiede quanto sia stato investito, Antonella Galdi risponde: “900.000 euro complessivi, di cui 100.000 euro per le città al Sud e 40.000 per le realtà del centro nord: l’unico problema è la tempistica, dato che la scadenza sarebbe 2020 e siamo nel 2016 e ancora si stanno definendo gli accordi per avere, come città, le deleghe per intervenire, quando le città hanno presentato due anni fa i dossier di progettazione”.

A questo punto arriva la presenza più attesa, in ritardo come sempre, il sindaco Fassino e subito il moderatore cerca di lasciargli la parola: “scusate, non ho ascoltato nulla fino adesso quindi non posso parlare di quanto detto, ma posso fare qualche considerazione come sindaco – e prosegue – stiamo predisponendo una agenda cittadina e siamo impegnati nei progetti nazionali a concorrere, ad esempio, nel nuovo sistema di Anagrafe Nazionale e siamo una città impegnata nell’implementazione dei molti bandi sui progetti di espansione delle smart city, ci stiamo lavorando su e lo stiamo facendo per davvero.

Il problema a volte è l’applicabilità di alcuni progetti e la loro replicabilità su tutto il territorio”.

Un intervento tra i più simpatici e lucidi del convegno, un Fassino che per alcuni potrebbe apparire del tutto inedito, sarà merito della campagna elettorale?


“C’è da dire che senza un piano nazionale per la digitalizzazione, si cadrà presto in problemi di sprechi di risorse e tempistiche inadeguate” e questo come paese, ma anche come città, sicuramente non è un errore che possiamo permetterci, soprattutto considerando che, il Programma operativo nazionale “Città Metropolitane” (PON Metro) finanziato dallo Stato e dall’Ue, erogherà alla città di Torino circa 7 milioni di euro per la realizzazione di alcuni tra i più importanti progetti previsti dall’Agenda Digitale.

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Articolo pubblicato il 12/03/2016