Torino: ciclabile Baden Powell è terra di nessuno, ribattezzata “la via della droga”

Una situazione di degrado che allontana dall’area famiglie, bambini e anziani, ma anche semplici sportivi

In questi giorni a Torino si respira un’aria diversa, si riaprono strade chiuse sin dall’antichità come corso Principe Oddone, si innalzano stendardi che commemorano la Torino del 2006 e si inneggia alla linea 2 della Metropolitana, con la linea 1 ancora incompleta, ovviamente.

Qualcosa tuttavia, spezza questo clima da fiaba: non stiamo parlando dell’omicidio avvenuto qualche giorno fa in Barriera di Milano, fatto che sicuramente getta ombre sulle temporanee luci della città, ma dell’avanzato degrado in cui versa la pista ciclabile Baden Powell, ribattezzata come “la via della droga”, nei pressi di corso Svizzera.

Problema che potrebbe sembrare di minore gravità rispetto a un omicidio, ma non del tutto inscindibile da esso: contesti fatiscenti e degradati offrono sostegno e rifugio alla criminalità.

L’area dalla Chiesa del Sacro Volto alla ciclabile Baden Powell (chiamata così per celebrare il fondatore dei famosi “boy scouts”), nella parte adiacente l’ospedale Amedeo di Savoia, è in preda alla fatiscenza: “pattume e siringhe s’incontrano a ogni metro e mezzo circa”, come segnalato su Facebook dal Comitato Torinoinmovimento.

Qualcuno, probabilmente un clochard, ha approfittato della situazione disordinata e ha deciso di costruirsi un riparo di fortuna, sulle sponde del torrente.

Fino a qualche mese fa le guardie giurate dell’ospedale presidiavano la zona, ma da quando uno dei guardiani è stato minacciato con delle siringhe da un gruppetto di tossici, esse hanno interrotto le ronde.

Una situazione insostenibile per i residenti e per le famiglie: la pista passa accanto ad un ospedale, ma anche a una comunità per bambini disabili ed è ormai divenuta terra di nessuno, con cancelli aperti giorno e notte.

Foto: Comitato Torinoinmovimento

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Articolo pubblicato il 15/03/2016